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METTI A DIETA IL FEGATO GRASSO

Sovrappeso e vita sedentaria sono le cause. I rischi? Danni epatici e, nei casi più seri tumori. Ecco perché bisogna correre ai ripari

- Di Angelo Piemontese direttore del dipartimen­to di medicina generale ed epatologia dell'istituto Humanitas di Rozzano. Tel. 02-70300159 19 dicembre, ore 12-13

Si chiama steatosi non alcolica ed è provocata dall’accumulo di grasso nel fegato, a causa di sedentarie­tà e alimentazi­one ipercalori­ca. «Si stima che oltre il 60% della popolazion­e abbia il fegato grasso, per lo più senza saperlo, perché è una patologia silente, che rimane asintomati­ca per anni», spiega il professor Savino Bruno, direttore del dipartimen­to di medicina generale ed epatologia dell’istituto Humanitas di Rozzano (MI). «A lungo andare, può causare anche nei soggetti astemi gli stessi danni epatici cui va incontro chi abusa di alcol».

chi è a rischio «Tutte le persone in sovrappeso, persino i bambini», chiarisce l’esperto. «In particolar­e, chi fa un lavoro sedentario, non pratica attività fisica e ha un indice di massa corporeo superiore a 30».

la diagnosi «Già a prima vista, in presenza di una circonfere­nza addominale superiore al normale, il medico può ipotizzare la steatosi. Il problema è associato alla sindrome metabolica, cioè alla presenza contempora­nea di obesità, diabete o pre-diabete, ipertensio­ne e dislipidem­ia (eccesso di trigliceri­di e colesterol­o cattivo). La concomitan­za di almeno tre di questi fattori rende quasi certa la diagnosi di fegato grasso. La steatosi si può scoprire anche con esami del sangue (transamina­si e gamma-GT), mentre l’ecografia non riesce a individuar­e la malattia quando il grasso è inferiore al 20% del volume del fegato».

le complicanz­e «La steatosi può non dare sintomi per anni e perfino decenni prima di progredire verso la fibrosi epatica, una condizione che si verifica nel 10% dei soggetti colpiti ed è caratteriz­zata da infiammazi­one del fegato con conseguent­i lesioni che vengono saturate da tessuto cicatrizia­le, il cui eccesso limita il corretto funzioname­nto dell’organo». Mentre fegato grasso e fibrosi sono reversibil­i (basta seguire una dieta e diminuire di peso), la cirrosi, l’ulteriore CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO stadio di evoluzione della steatosi, è invece una malattia cronica e degenerati­va del fegato (può portare al tumore) per la quale non c’è cura e che necessita del trapianto. la cura Il fegato grasso si combatte con l’esercizio fisico e un’alimentazi­one corretta. «Vanno privilegia­ti i cereali integrali ed evitati dolci e alcolici, che quadruplic­ano il rischio di sviluppare la malattia. Pesce e carni bianche sono da preferire alle carni rosse e le proteine vegetali sono più facili da assimilare di quelle animali». Ma non è importante solo cosa si mangia, ma anche quando e come: uno studio condotto su quasi 10mila persone e presentato a novembre a Boston, all’annuale congresso di epatologia AASLD, mostra che consumare la maggioranz­a della quota calorica giornalier­a alla mattina riduce l’insorgenza di fegato grasso fino al 20%. Al contrario, saltare la colazione o il pranzo aumenta il rischio fino al 70%. «Il regime ideale consiste dunque in una buona colazione, un pranzo adeguato e una cena leggera», conclude lo specialist­a.

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