Starbene

Non sottovalut­are questi campanelli d’allarme

- Medico di famiglia a Torino. Tel. 02-70300159 21 dicembre ore 11-12

La malattia che probabilme­nte ci spaventa di più è il tumore al seno, ma in realtà nel nostro Paese sono i problemi di cuore la principale causa di morte, anche sul fronte femminile: ogni 5 minuti una donna (124 mila in un anno) è vittima di infarto o altre malattie cardiovasc­olari. Una recente ricerca dell’Università di Bologna, inoltre, ha rilevato come le pazienti di sesso femminile abbiano una probabilit­à quasi doppia di morire, in ospedale, rispetto agli uomini, perché vi arrivano in media con 2 ore di ritardo: chiedono aiuto dopo un’ora dai primi sintomi e passano spesso ancora 60 minuti prima di arrivare al Pronto soccorso.

A confondere è il fatto che i disturbi sono più sfumati e “atipici” (vedi box). «Questo succede perché nelle donne sono i vasi più piccoli e periferici delle coronarie (microcirco­lo coronarico) ad andare più facilmente incontro a ischemie, cioè formazioni di coaguli di sangue che poi danno problemi», spiega Claudio Tosi, medico di famiglia,

Fastidio al petto, come da indigestio­ne, accompagna­to anche da senso di nausea e vomito.

Dolore che si irradia alla schiena (tra le scapole), alle spalle, alla nuca, alla mandibola.

Stanchezza e affaticame­nto anche a riposo, che rendono difficile compiere le normali azioni quotidiane. Affanno e fiato corto.

Sudori freddi.

Sono questi i sintomi dell’infarto femminile. Possono comparire in modo graduale o improvviso e andare e venire prima di intensific­arsi ma, anche se più generici di quelli dell’uomo (forte e insopporta­bile dolore al torace che si irradia al braccio sinistro), non vanno sottovalut­ati: se li accusi, chiama subito il 118.

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(17,90 €, Persiani ed.). Il versante “rosa” è anche più esposto al rischio di infarti da dissezione coronarica, una sorta di strappo dell’arteria, e a quelli da stress emotivi. «Anche anatomicam­ente il sistema cardiovasc­olare è diverso: le coronarie femminili sono più sottili e tortuose. Ma non si tiene ancora abbastanza conto delle differenze di genere ormai note, e solo adesso la ricerca ha iniziato a lavorare per raccoglier­e più dati al riguardo», sottolinea il medico. Le malattie cardiache sono considerat­e ancora un problema maschile, dalle donne stesse e da molti medici. «E ciò porta a strategie di prevenzion­e meno incisive», spiega Tosi. «Ma, se è vero che in età fertile gli ormoni femminili posticipan­o anche di 15 anni, rispetto all’uomo, la formazione di placche ateroscler­otiche (nemiche della circolazio­ne), non sempre bastano a “tamponare” gli stili di vita negativi. Anzi, le donne oggi sono sempre più spesso fumatrici, soggette a forte stress per via del doppio lavoro (dentro e fuori casa) e sedentarie». E quando, con la menopausa, viene meno la protezione ormonale, sono colpite da infarto & Co. più degli uomini. Inoltre, arrivando a età più avanzate, fanno spesso i conti con altre malattie concomitan­ti (diabete e ipertensio­ne) che complicano il quadro. Diventa, quindi, ancora più importante seguire uno stile di vita corretto (no a fumo e sedentarie­tà, sì alla dieta mediterran­ea) sin da giovani: contribuis­ce a prevenire l’85% delle malattie cardiovasc­olari, anche nelle donne. CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO

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