[STORIE] Sono NATA IN ETIOPIA e 19 anni fa una famiglia italiana mi ha ADOTTATA
«Ho abitato nel mio Paese natale fino all’età di 7 anni. I primi cinque con mia madre e i miei due fratelli. Poi, lei è morta e io mi sono ritrovata sola in un orfanotrofio. Ero poverissima, il mio Paese era poverissimo. Mi ricordo ancora le lotte per accaparrarsi i vestiti quando arrivavano. Ogni tanto compariva uno straniero. Si portava via uno di noi, che non tornava più. Tra i bambini circolavano storie tremende – immaginarie – su quello che accadeva a chi usciva dall’orfanotrofio.
AVEVO UNA GRANDE PAURA. HO PIANTO
Un giorno è toccato a me. Un’operatore dell’associazione Ciai (Centro italiano aiuti all’infanzia) mi ha accompagnato all’aeroporto. Destinazione Roma: qui, c’erano Rita e Angelo ad aspettarmi, insieme a Marco, il loro figlio. Non ho capito subito che quella era la mia nuova famiglia. Ero confusa, sono rimasta in silenzio a lungo. Durante il lunghissimo viaggio verso la mia nuova casa, ho pianto per la paura che quelle storie ascoltate in orfanotrofio fossero vere e stessero per realizzarsi. Invece per me è iniziato un periodo in cui ero al centro delle attenzioni. Nessuno prima d’ora si era mi preso così tanta cura di me. Piano piano ho imparato a comunicare e ho iniziato a capire che quella sarebbe stata la mia quotidianità.
NON MI SONO MAI SENTITA DIVERSA
Con il tempo ho iniziato a sentirmi felice e ad avere la consapevolezza di aver raggiunto una situazione di stabilità: quella sarebbe stata la mia famiglia per sempre. Non mi sono mai sentita diversa dagli altri o a disagio. Ho sempre raccontato la mia storia a testa alta. Perché parlarne era un modo per farmi conoscere e per affermare il valore della diversità. Non ho di meno, ho di più, ho una grande famiglia a cui voler bene. L’unica cosa è che devo fare i conti con la tristezza dei miei ricordi: la solitudine, la morte di mia mamma, i miei fratelli che non vedo più, il mio Paese lontano. Sarà per questo che ho fatto una tesi di laurea sui percorsi di riavvicinamento alle origini. Un passo che sono pronta a fare».
Jerusalem Poletti