La psicoterapia si fa anche in cascina
Gli animali riescono a far emergere la nostra parte più buona. E diventano i migliori alleati degli psicologi
Se il classico studio medico con divano e pianta da appartamento ti sta stretto, prova a cambiare prospettiva. Lo hanno fatto gli specialisti che seguono la “terapia in campagna”, fra cavalli e cascine. «Stanno aumentando le iniziative che utilizzano la natura per aiutare pazienti con problemi vari. Gli animali agiscono da coterapeuti, creando un terreno favorevole su cui poi le terapie classiche possono funzionare in modo più efficace», afferma Mariangela Albertini del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. Ecco tre casi esemplari.
Il Fienile Animato In un’accogliente cascina fra i prati di Cambiago (MI), la psicologa Beatrice Garzotto ha uno studio che definire green è poco. Il Fienile Animato ( fienileanimato.it) è uno chalet circondato da boschi, campi e un maneggio, dove le terapie si basano sull’interazione spontanea fra animali e persone. E dell’équipe fanno parte cavalli, asini e cani che consentono alla comunicazione emotiva di prendere avvio. Fra i progetti terapeutici c’è RI (come RIdefinirsi, RIappropriarsi) per le donne operate di tumore al seno che devono riconquistare il rapporto con un corpo mutato.
La Fattoria del Monte Puro Laura Schiaroli, logopedista fondatrice del Centro di neuropsicologia dell’età evolutiva Dialogo di Foligno (PG), integra gli incontri in studio con l’ippoterapia presso gli spazi aperti della Fattoria del Monte Puro ( puntodialogo.it). Suoi pazienti sono bambini con difficoltà relazionali, deficit di attenzione o difficoltà nelle capacità logico sequenziali. «Imparano a organizzare le azioni mediante la pulizia e la cura del cavallo», spiega Laura Schiaroli. «La sequenza di attività da svolgere allena la memoria, fa collegare oggetto e azione, rafforza l’autonomia. E dopo la preparazione, il piccolo paziente monta in sella nel maneggio allestito con cartelli stradali, cerchi colorati, lettere e simboli. Lo scopo? Apprendere gli ordini impartiti per eseguirli nel modo corretto. Un’azione che risulterebbe noiosa, senza il tenero stimolo di un cavallo o di un asino.
La Fattoria dei Semplici A Oleggio (NO), c’è la Fattoria dei Semplici ( fattoriadeisemplici.com). Qui i ragazzi provenienti da contesti disagiati interagiscono con animali speciali e trovano il modo per comunicare e farsi ascoltare. C’è il cavallo cieco, il cane sordo e l’asinello con un
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passato di maltrattamenti. La disabilità diventa un’opportunità di crescita perché consente di “sviluppare una comunicazione alternativa, fatta di segni nel caso del cane sordo, o di suoni nel caso del cavallo cieco», dice Luca Scanavacca consulente in zooantropologia e docente in gestione di cani disabili per l’Università di Parma. «Accade così che un ragazzo violento, dopo aver lavorato con un cavallo cieco, si renda conto che la forza genera solo isolamento», conclude l’esperto.