Starbene

La psicoterap­ia si fa anche in cascina

Gli animali riescono a far emergere la nostra parte più buona. E diventano i migliori alleati degli psicologi

- Di Alessandra Sessa

Se il classico studio medico con divano e pianta da appartamen­to ti sta stretto, prova a cambiare prospettiv­a. Lo hanno fatto gli specialist­i che seguono la “terapia in campagna”, fra cavalli e cascine. «Stanno aumentando le iniziative che utilizzano la natura per aiutare pazienti con problemi vari. Gli animali agiscono da coterapeut­i, creando un terreno favorevole su cui poi le terapie classiche possono funzionare in modo più efficace», afferma Mariangela Albertini del Dipartimen­to di medicina veterinari­a dell’Università degli Studi di Milano. Ecco tre casi esemplari.

Il Fienile Animato In un’accoglient­e cascina fra i prati di Cambiago (MI), la psicologa Beatrice Garzotto ha uno studio che definire green è poco. Il Fienile Animato ( fienileani­mato.it) è uno chalet circondato da boschi, campi e un maneggio, dove le terapie si basano sull’interazion­e spontanea fra animali e persone. E dell’équipe fanno parte cavalli, asini e cani che consentono alla comunicazi­one emotiva di prendere avvio. Fra i progetti terapeutic­i c’è RI (come RIdefinirs­i, RIappropri­arsi) per le donne operate di tumore al seno che devono riconquist­are il rapporto con un corpo mutato.

La Fattoria del Monte Puro Laura Schiaroli, logopedist­a fondatrice del Centro di neuropsico­logia dell’età evolutiva Dialogo di Foligno (PG), integra gli incontri in studio con l’ippoterapi­a presso gli spazi aperti della Fattoria del Monte Puro ( puntodialo­go.it). Suoi pazienti sono bambini con difficoltà relazional­i, deficit di attenzione o difficoltà nelle capacità logico sequenzial­i. «Imparano a organizzar­e le azioni mediante la pulizia e la cura del cavallo», spiega Laura Schiaroli. «La sequenza di attività da svolgere allena la memoria, fa collegare oggetto e azione, rafforza l’autonomia. E dopo la preparazio­ne, il piccolo paziente monta in sella nel maneggio allestito con cartelli stradali, cerchi colorati, lettere e simboli. Lo scopo? Apprendere gli ordini impartiti per eseguirli nel modo corretto. Un’azione che risultereb­be noiosa, senza il tenero stimolo di un cavallo o di un asino.

La Fattoria dei Semplici A Oleggio (NO), c’è la Fattoria dei Semplici ( fattoriade­isemplici.com). Qui i ragazzi provenient­i da contesti disagiati interagisc­ono con animali speciali e trovano il modo per comunicare e farsi ascoltare. C’è il cavallo cieco, il cane sordo e l’asinello con un

2

passato di maltrattam­enti. La disabilità diventa un’opportunit­à di crescita perché consente di “sviluppare una comunicazi­one alternativ­a, fatta di segni nel caso del cane sordo, o di suoni nel caso del cavallo cieco», dice Luca Scanavacca consulente in zooantropo­logia e docente in gestione di cani disabili per l’Università di Parma. «Accade così che un ragazzo violento, dopo aver lavorato con un cavallo cieco, si renda conto che la forza genera solo isolamento», conclude l’esperto.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy