Se i libri si ascoltano
Tutto è cominciato dalle fiabe per bambini. Ascoltate durante i lunghi viaggi, erano la panacea per il mal d’auto delle mie due piccole passeggere. Salvo poi rapire anche la metà adulta dell’abitacolo. Dalle fiabe, poco per volta siamo passati ai grandi capolavori della letteratura per ragazzi. La Fabbrica di cioccolato di Roald Dahl e Il richiamo della foresta di Jack London mi hanno convinta: gli audiolibri non erano solo roba per bambini. Ma uno splendido modo di occupare la mia abbondante ora di pendolarismo quotidiano. È passato un anno da allora, durante il quale ho ascoltato più di 30 libri (quasi tutti quelli che consigliamo a pagina 73). E posso fare almeno tre considerazioni.
1) L’offerta non è ampia. E questo è un bene. Perché esci dai tuoi schemi, dal cortocircuito dei tuoi interessi culturali, fai decidere al catalogo, ti prendi il lusso di farti sorprendere da titoli che non avresti mai scelto. E spesso e volentieri, recuperi i grandi classici per i quali difficilmente avresti trovato il tempo.
2) Da gesto solitario, la lettura diventa sociale. Io ho sempre un libro per i tragitti da sola, uno di coppia e uno di famiglia, in base ai passeggeri presenti in auto. E quando si legge assieme, come in un club del libro, si parla e si discute. Ci si regala, insomma, l’opportunità di avere un’esperienza culturale condivisa.
3) La lettura è l’attività che, più di tutte, permette di staccare. Perché ha il pregio di occupare la mente scacciando tutto ciò che c’era prima. Assunti prima e dopo il lavoro, gli audiolibri sono la mia personalissima ricetta per mantenere un equilibrio vita-lavoro perfetto. 4) Le qualità letterarie dei libri si colgono al massimo con la lettura ad alta voce. Lo dice pure il fondatore di Librivivi, Dario Picciau: «Il ritmo narrativo dato dalla recitazione dell’attore è spesso più coinvolgente della classica lettura a mente».
Non vi resta che provare!