I TORTELLINI DA BRODO
Ne abbiamo valutati e cucinati 12 (alcuni gluten free), con ripieno di carne o prosciutto. I “vincitori” non si rompono, sono saporiti e senza conservanti
I tortellini (in brodo o asciutti, in versione più calorica) sono un classico delle feste. «Dal punto di vista nutrizionale sono un alimento completo, che fornisce carboidrati, proteine e grassi. L’unico problema è il sale: troppo! Durante l’anno mangiali solo una volta alla settimana», dice la nutrizionista Evelina Flachi. Ecco come riconoscere i migliori in 3 step.
>la sfoglia: occhio al colore
Questo esame si può fare già al super. «Attraverso la confezione ho valutato se la pasta era di un giallo abbastanza carico: un colore troppo chiaro può indicare lo scarso utilizzo di uova (verificabile leggendo la percentuale di questo ingrediente indicata sull’etichetta)», spiega Giorgio Donegani. «Ho poi controllato i bordi: i prodotti promossi non presentavano rotture né fessure».
>il ripieno: attenzione a nitriti e nitrati
«La quantità di farcia è segnalata sulla confezione (più ce n’è e meglio è)», precisa il tecnologo alimentare. «Quanto alla qualità, è buona cosa che sia priva di glutammato di sodio come esaltatore di sapidità. E, soprattutto, di nitriti e nitrati, conservanti pericolosi per la salute».
>la cottura: prova senza appello
«Ho giudicato l’integrità, osservando la formazione di eventuali fratture, la presenza di frammenti e spappolamenti», precisa l’esperto. «L’odore l’ho apprezzato a caldo, muovendo un po’ la pasta nel piatto: le spezie non devono sentirsi troppo. Ho dato i voti più alti alle specialità dal sapore equilibrato e tipico degli ingredienti usati (in alcuni il prosciutto non si sentiva). Infine, all’assaggio, ho apprezzato l’equilibrio pasta-ripieno. Nei tortellini migliori non predominava il gusto della farcia, né si sentiva troppo la sfoglia dell’involucro esterno. Infine, ho giudicato perfetto il ripieno che, a cottura ultimata, si presentava sodo, ma non duro, mentre ho considerato negativamente quello spappolato e inconsistente, o in parte rilasciato nell’acqua di cottura».