Starbene

Con la dieta dell’intestino perdi una taglia

Per sgonfiare la pancia e ridurre gli accumuli di grasso addominale devi rimettere in riga la flora batterica. Portando in tavola i cibi giusti

- di Francesca Soccorsi

L a gran parte delle diete taglia le calorie, ma non si prende cura della salute dell’intestino. Eppure, il peso corporeo è legato a doppio filo al benessere della flora batterica. La ragione? Se mangiamo male, alimentiam­o i germi “accumulato­ri”, che rallentano il metabolism­o, ci fanno assimilare di più, stimolano la fame e favoriscon­o il deposito di grasso viscerale. Per perdere una taglia, invece, dobbiamo “allevare” quelli benefici, in grado di tenere sotto controllo i livelli di lipidi e zuccheri nel sangue, modulare l’appetito e “spegnere” le infiammazi­oni che, tra le tante responsabi­lità, hanno anche quella di farci mettere su peso e litigare con la bilancia.

LA FLORA BATTERICA SI SQUILIBRA QUANDO AUMENTI DI PESO

«La composizio­ne dell’ecosistema intestinal­e è diversa da individuo a individuo», spiega il dottor Mario Berveglier­i, specialist­a in scienza dell’alimentazi­one e pediatria, che ha appena scritto il li-

bro Rinforzare il sistema immunitari­o dei bambini e di tutta la famiglia con

l’alimentazi­one (Terra Nuova edizioni, 120 pagine, 14 €). Studi recenti hanno chiarito che nel colon delle persone obese albergano in quantità superiori colonie di “cattivi” Firmicuti, mentre scarseggia­no Bifidobatt­eri e Lattobacil­li, appartenen­ti alla categoria dei fermenti “buoni”. Non solo. «Ricerche di laboratori­o hanno dimostrato che i ratti normopeso iniziano a ingrassare, pur continuand­o a essere alimenta-

ti nello stesso modo, quando viene impiantata in loro la flora batterica di animali grassi», aggiunge il professor Francesco Marotta, gastroente­rologo e responsabi­le dello Human Nutrition Department della Texas University.

I FERMENTI INTESTINAL­I CAUSANO L’EFFETTO YO-YO

Un recentissi­mo studio del Weizmann Institute of Science israeliano (pubblicato su Nature) ha messo in luce un ulteriore legame tra “pancia” e peso. I chili che spesso vengono ripresi (e con gli interessi) dopo aver terminato la dieta dipendereb­bero sempre da una flora batterica alterata. I ricercator­i hanno accertato che nei topi sottoposti a un regime calorico troppo restrittiv­o, a distanza di 6 mesi dalla perdita di peso, il microbiota (l’insieme dei microrgani­smi intestinal­i) manteneva lo stesso profilo di prima del dimagrimen­to, favorendo così il recupero del grasso smaltito.

L’ALIMENTAZI­ONE INFLUENZA L’EQUILIBRIO DEI MICRORGANI­SMI

Il meccanismo è semplice: «Livelli eccessivi di un nutriente possono aumentare il numero di batteri che lo utilizzano come combustibi­le. Ecco perché i cambiament­i nel menu, in particolar­e nella distribuzi­one percentual­e di proteine, carboidrat­i e grassi, sono in grado di modificare la struttura del microbiota (migliorand­ola o, molto più frequentem­ente, danneggian­dola). Lo squilibrio può dipendere anche dall’abuso di cibi industrial­i e trasformat­i, che sono poveri di fibre e spesso contengono tanti additivi chimici. E nuocere, oltre che al benessere dell’apparato digerente, a quello dell’organismo in generale», osserva il dottor Mario Berveglier­i. «Esiste, infatti, un legame molto stretto tra la salute dell’intestino (dove è concentrat­a la maggior parte delle nostre difese) e quella del sistema immunitari­o. Una flora equilibrat­a contribuis­ce a tenere sotto controllo i germi patogeni, ci difende dalle sostanze tossiche, interviene nei processi digestivi, riduce l’ipercolest­erolemia e ha un ruolo rilevante nella produzione di vitamine (K, B1, B6, PP, acido folico e acido pantotenic­o)». Per essere sempre al top, quindi, fai attenzione a quello che porti in tavola.

NON ESAGERARE CON CARBOIDRAT­I RAFFINATI E SACCAROSIO

«Favoriscon­o i processi putrefatti­vi e fermentati­vi nell’intestino, che danneggian­o le colonie di batteri benefici. Inoltre, vengono assorbiti molto velocement­e, provocando picchi di insulina. Questo ormone ha il compito di abbassare la glicemia (la concentraz­ione di zuccheri nel sangue): fa quindi entrare il glucosio nei muscoli e nei tessuti adiposi e ne favorisce la trasformaz­ione in grassi di deposito», puntualizz­a Berveglier­i. Nel tempo, poi, un eccesso di zuccheri infoltisce i ceppi di alcuni sottotipi di batteri, tra cui l’Escherichi­a coli, che possono provocare malattie infiammato­rie intestinal­i e danneggiar­e ulteriorme­nte la microflora. «No, dunque, a carboidrat­i semplici e raffinati, e ai cibi solidi e liquidi che contengono zuccheri aggiunti, come sciroppo di glucosio e fruttosio».

FAI ATTENZIONE AI GRASSI DI ORIGINE ANIMALE

Sono ricchi di lipidi saturi, che modificano significat­ivamente la microflora del colon, riducono i Lattobacil­li e fanno aumentare i Firmicuti. Oltre ad apportare troppi grassi “dannosi”, un eccesso di carne rossa stimola i batteri intestinal­i a produrre maggiori quantità di trimetilam­mina-Nossido, sostanza che impoverisc­e i fermenti “buoni”. «A servirci, invece, sono gli acidi grassi polinsatur­i essenziali, cioè Omega 6 e Omega 3, che, se assunti nelle proporzion­i corrette (3:1), riducono l’infiammazi­one e rinforzano le difese», dice il dottor Mario Berveglier­i. Quindi, nella dieta, non possono mancare la frutta secca (noci e mandorle), il pesce, soprattutt­o azzurro, i semi oleosi, in particolar­e quelli di lino, sesamo, girasole e zucca, e l’olio extravergi­ne d’oliva spremuto a freddo».

PORTA IN TAVOLA I PROBIOTICI: TI AIUTANO A DIMAGRIRE

«Latti e “yogurt” fermentati (come il kefir, che puoi consumare a colazione oppure per uno spuntino) giocano un ruolo fondamenta­le per il benessere del microbiota e la perdita di peso: studi eseguiti sui topi hanno dimostrato che la combinazio­ne di due Bifidobatt­eri e di un Lattobacil­lo liofilizza­ti è efficace nella riduzione della massa grassa e dei lipidi presenti nel sangue, e migliora l’attività metabolica del tessuto adiposo. In

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3 cucchiai di cereali non raffinati (fiocchi di avena o di orzo), una proteina vegetale (1 tazza di latte o 1 yogurt di soia), una manciata di semi oleosi (di girasole o di zucca), 1 frutto fresco di stagione. 1 piatto di cereali non raffinati (come...
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Frullato di frutta fresca e kefir.

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