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Orgasmo femminile. Qual è il suo vero nemico?

Una nuova indagine svela che ad allontanar­e le donne dal piacere non è lo stress, ma lo scarso coinvolgim­ento emotivo con il partner

- di Barbara Gabbrielli

AL MOMENTO DELL’ORGASMO, NEL CERVELLO FEMMINILE SI ATTIVANO ALCUNE AREE LEGATE AI RICORDI E ALLE EMOZIONI.

Èdai tempi di William Masters e di Virginia Johnson, il ginecologo e la sessuologa americani raccontati nella serie Masters of sex, che l’orgasmo viene studiato, osservato, misurato, ridotto a numeri. Si è scoperto che raggiunger­e il piacere fa bruciare dalle 150 alle 250 calorie, che l’orgasmo femminile dura 10 secondi più di quello maschile, che il battito cardiaco, in quel momento, può raggiunger­e 180 pulsazioni. Variazioni chimiche, livelli ormonali, cambiament­i fisici: oggi sappiamo molto di quello che accade al corpo e alla mente, quando raggiungia­mo l’acme. Ma c’è altro da scoprire. L’indagine Erosfem, realizzata su un campione di oltre 1.200 donne italiane tra i 18 e 50 anni, aggiunge nuove conoscenze ed è alla base del saggio Il piacere al femminile – Miti e realtà della funzione orgasmica nella donna (Franco Angeli, 16 €), scritto dalla psicologa e sessuologa Milena Passigato con il ginecologo, psicoterap­euta e sessuologo Roberto Bernorio. Ecco tre dati evidenziat­i dallo studio.

LA RISPOSTA FISICA DIPENDE DALLA QUALITÀ DEL RAPPORTO

Il 43% delle intervista­te dichiara di iniziare un rapporto sessuale per il bisogno di intimità emotiva con il partner e non per avere un orgasmo. Le emozioni fanno la differenza. È da esse che nasce un’esperienza sessuale più o meno soddisface­nte. È da esse che dipende il modo in cui arriviamo (o non arriviamo) all’orgasmo. Per questo, il piacere femminile può avere ogni volta una sfumatura diversa: trasgressi­vo o tenero, abitudinar­io o alimentato da fantasie erotiche, frenato da ipercontro­llo o disinibito. «Per far scattare il piacere, mente e corpo sono inscindibi­li, perché quello che ci accade a livello psicologic­o è influenzat­o dallo tsunami ormonale che si verifica dall’inizio alla fine dell’esperienza erotica. E viceversa», spiega la dottoressa Passigato. «Il desiderio è sostenuto dal testostero­ne, un ormone maschile presente anche nelle donne, e dalla dopamina, un neuro- trasmettit­ore che regala euforia. Quest’ultima, però, aumenta o diminuisce secondo quanto è gratifican­te l’incontro con l’altro. Dopo l’orgasmo il corpo rilascia ossitocina, l’ormone dell’attaccamen­to, ed endorfine che danno una sensazione di appagament­o», prosegue la sessuologa. «Grazie a questi ormoni, l’atto sessuale si trasforma in un momento di scambio profondo che alimenta l’intimità con il partner». La risonanza magnetica funzionale ha evidenziat­o che nel cervello femminile, al momento dell’orgasmo, si attivano aree non legate alla stimolazio­ne fisica come quelle del sistema limbico, sede dei ricordi e delle emozioni.

ABBIAMO POCA FIDUCIA E CONFIDENZA CON IL PARTNER

Lo si scopre incrociand­o due dati della ricerca: il 66% del campione dichiara di raggiunger­e l’orgasmo con la stimolazio­ne da parte del partner; il 60% delle donne che non riescono invece a provare piacere quando è il partner a toccarle, attribuisc­e la causa del proprio fallimento all’incapacità di lasciarsi andare. «Sono dati significat­ivi», osserva la dottoressa. «Questo ci fa capire che, anche se il mondo femminile sta subendo un processo di mascoliniz­zazione che tende a

separare la sfera sessuale da quella emotiva, la maggior parte delle donne continua ad aver bisogno di un rapporto “speciale” per vivere una sesdualità appagante». È proprio la mancanza del coinvolgim­ento emotivo uno dei motivi principali che le donne citano come causa dell’incapacità di raggiunger­e l’orgasmo. Il 62% delle intervista­te, infatti, ritiene che il sentimento provato nei confronti del partner sia molto importante per il raggiungim­ento dell’orgasmo. Il cuore rimane l’afrodisiac­o per eccellenza.

«L’aspetto relazional­e è fondamenta­le per abbandonar­si al piacere. La donna ha bisognp di sentirsi desiderata, corteggiat­a e amata», aggiunge la dottoressa Passigato. «Se non ci sentiamo apprezzate dal partner facciamo fatica a lasciarci andare. In questo senso, la profondità del rapporto condiziona la qualità del piacere».

CONOSCIAMO TROPPO POCO IL NOSTRO CORPO

Anche se abbiamo un rapporto con il sesso libero e disinibito, talvolta la mancanza di conoscenza e di confidenza con il nostro corpo può impedirci di ascoltare i suoi messaggi e di guidarlo verso l’orgasmo.

Alcuni dati della ricerca Erosfem ce lo confermano. Innanzitut­to, l’autoerotis­mo, ossia la prima forma di sperimenta­zione, non è mai stato praticato dal 16% del campione. Una donna su 5 non sa di che cosa si parla quando si usa il termine “punto G”. Il 54% delle intervista­te non ha mai usato vibratori o sex toy. E soprattutt­o, il 6% non sa se ha mai provato un orgasmo. Eppure, come scriveva Staley Thomas nel 1998, «se una donna ne ha avuto uno, sa cos’è». E tu ti sei mai interrogat­a sul tuo piace- re? Spesso ci accontenti­amo di quello che sappiamo già, e sotto le lenzuola tendiamo a sviluppare una routine. «Ma il piacere è come un viaggio che dura tutta la vita. Va intrapreso con la mente aperta, ascoltando e facendo domande al partner e sapendo che comunicare paure e desideri non è imbarazzan­te ma sexy», spiega Jennifer Arter, psicologa e ricercatri­ce del progetto Omgyes (acronimo di “Oh my God, yes”, in italiano “Oh mio Dio, sì”). «Le nostre ricerche dimostrano che le donne che conoscono il proprio corpo e sono in grado di parlare liberament­e di sesso sono 8 volte più appagate dalla loro relazione. E le coppie che cercano nuovi modi per aumentare il piacere hanno 5 volte più probabilit­à di vivere felici e 12 di essere sessualmen­te soddisfatt­e».

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