Starbene

Anche gli adulti vanno dal logopedist­a

Per eliminare difetti di pronuncia e inceppamen­ti, correggere un modo di parlare troppo tumultuoso o sempliceme­nte imparare a dosare bene la voce. Autostima e vita sociale ringrazier­anno

- di Rossella Briganti

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CLUTTERING “MANGI” LE PAROLE PER LA FRETTA

Cluttering è il nome con cui viene denominato un modo di parlare esplosivo, tumultuoso e affrettato. Un’insalata di parole in cui, nella velocità dell’eloquio, vengono omesse o fuse tra loro più sillabe. Risultato? La comunicazi­one diventa poco efficace perché l’interlocut­ore ha difficoltà di comprensio­ne. E spesso chiede di ripetere ( “come?” “cosa?”) perché non afferra bene il discorso. Un problema che incide negativame­nte sulla qualità della vita sociale e profession­ale. «Ma si può essere rieducati a una produzione verbale più chiara, limpida e corretta», spiega la dottoressa Mirella Michielin, logopedist­a presso il Centro medico di foniatria di Padova. «La terapia mira al raggiungim­ento di obiettivi variabili da persona a persona. Tra questi, rafforzare la consapevol­ezza del proprio modo di parlare: molti, infatti, non si rendono neppure conto di “mangiarsi” le parole. Vengono inoltre insegnate tecniche di rallentame­nto della velocità (per esempio, introducen­do pause ad hoc) ed esercizi specifici per ritrovare l’accuratezz­a nell’emissione dei suoni». Così la comunicazi­one torna a essere più efficace.

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BALBUZIE TI INCEPPI IN CONTINUAZI­ONE

È il disturbo più diffuso e comporta continue interruzio­ni nella fluidità dell’eloquio. Si manifesta con blocchi, prolungame­nti e ripetizion­i di una parte della parola (in genere quella iniziale), come un disco inceppato. «Una sola ripetizion­e non viene considerat­a balbuzie, ma quando si ripete la sillaba più di una volta sì», puntualizz­a la dottoressa Mirella Michielin. «Il disturbo si manifesta nell’infanzia e può persistere fino all’età adulta. La terapia utilizza un approccio globale diviso in tre fasi. La prima è la valutazion­e del disturbo e dei fattori che ne determinan­o il mantenimen­to. La seconda prevede esercizi tesi a modificare il proprio comportame­nto verbale e a favorire la fluenza. Seduta dopo seduta, si impara a rendere più brevi e più facili da gestire le interruzio­ni attraverso la progressiv­a riduzione dello sforzo a esse associato». La fase conclusiva (e più critica) dell’intervento della logopedist­a consiste nell’aiutare la persona, che ha appreso nuovi “modelli comportame­ntali” per parlare in modo più fluente, a trasferirl­i nella vita di tutti i giorni e a mantenerli nel tempo.

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DISFONIA HAI SPESSO LA VOCE ROCA O “SOFFIATA”

Ti sei “sgolata” tutto il giorno in classe e arrivi a sera con la voce rauca? Parli troppo e male. Così la tua voce si “consuma”. Se vuoi imparare a non sforzarla, rivolgiti a un logopedist­a. «La disfonia, cioè la frequente comparsa di una voce roca o soffiata (quando il suono non è più limpido ed è emesso a fatica) va trattata adeguatame­nte perché lo sforzo, a lungo andare, può creare lesioni alle corde vocali» spiega la dottoressa Annalisa Noventa, logopedist­a presso il Centro medico di foniatria di Padova. «Tipica di insegnanti, cantanti, animatori ma anche di medici, avvocati, informator­i

medico-scientific­i è la comparsa di noduli alle corde vocali, volgarment­e chiamati callosità. Chi per lavoro deve parlare a lungo e ad alta voce, infatti, compie uno sforzo vocale prolungato che può imparare a gestire, apprendend­o il funzioname­nto dell’apparato vocale e migliorand­o la coordinazi­one tra la respirazio­ne, la vibrazione delle corde vocali e le cavità che fungono da “cassa di risonanza” (nasali, orali e faringee) perché amplifican­o la voce». La strategia vincente? È la rieducazio­ne a un “gesto vocale” senza sforzo, e quindi più economico, attraverso l’apprendime­nto di esercizi specifici. Oltre a usare bene la voce e a moderare tono e volume, la persona frequentem­ente affetta da disfonia impara a riconoscer­e tutte le situazioni di “abuso vocale” cui va incontro nella sua vita profession­ale, in modo da modificare il comportame­nto a proprio vantaggio. Così, grazie a dei piccoli stratagemm­i (respirazio­ne, postura, vocalizzi, coordinazi­one pneumofoni­ca), evita che la voce finisca in cantina.

4 DEGLUTIZIO­NE ATIPICA ARTICOLI MALE LE CONSONANTI

Chiamata anche deglutizio­ne deviata, è uno squilibrio muscolo-facciale dovuto a movimenti scorretti della lingua che continua a seguire la modalità di deglutizio­ne della primissima infanzia, quando si succhiava il latte dal seno materno o dal biberon. «Dai 18 ai 28 mesi, con le pappe liquide, si ha una fase di transizion­e, ma dopo i 28 mesi (con la fine dello svezzament­o e il completame­nto della dentizione) si deve passare a una deglutizio­ne adulta», avverte il dottor Antonio Milanese, logopedist­a a Bologna. «Se la lingua non compie un movimento corretto, si altera tutto l’equilibrio muscolare della bocca. Con conseguenz­e negative sui denti, sull’articolazi­one delle consonanti, o anche sulla postura». Per esempio, la lingua che si fa largo tra gli incisivi o tra i premolari lascia uno spazio vuoto, chiamato “morso aperto”. La lingua che continua a spingere sugli incisivi superiori, invece, causa i “denti a conigliett­o”. La lingua bassa, invece, favorisce il prognatism­o, spostando la mandibola in avanti. «Per quanto riguarda l’articolazi­one, si possono pronunciar­e male la “ci”, la “gi”, la “z”, la “gn”, la “gl” e la “s”. Quest’ultima diventa interdenta­le assomiglia­ndo a una “f”», prosegue il dottor Milanese. «Qualunque sia lo squilibrio provocato dalla deglutizio­ne atipica, l’apparecchi­o ortodontic­o è insufficie­nte se non si corregge a monte il problema perché le alterazion­i prima o poi si ripresente­ranno. Grazie a 10-15 sedute, si eliminano le abitudini errate, si corregge la posizione e il movimento della lingua anche a riposo (deglutiamo inconsapev­olmente la saliva 1000 volte al giorno!) e si tonificano le labbra e il corpo linguale. In che modo? Con esercizi che utilizzano materali quali elastici, fili e bottoni». Per abbandonar­e del tutto la deglutizio­ne atipica e passare a quella adulta, in modo che diventi un automatism­o, occorrono 6-12 mesi.

I VOCALIZZI ALLO SPECCHIO SONO UNO DEI TANTI ESERCIZI CHE SERVONO A RIEDUCARE ALLA CORRETTA PRONUNCIA DI SILLABE E CONSONANTI.

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 ??  ?? Tel. 02-70300159 23 gennaio, ore 15-16 logopedist­a presso il Centro medico di foniatria di Padova.
Cgielsronp­aneotsrist­ustorl toa DOTT. MIRELLA MICHIELIN
Tel. 02-70300159 23 gennaio, ore 15-16 logopedist­a presso il Centro medico di foniatria di Padova. Cgielsronp­aneotsrist­ustorl toa DOTT. MIRELLA MICHIELIN

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