Anche gli adulti vanno dal logopedista
Per eliminare difetti di pronuncia e inceppamenti, correggere un modo di parlare troppo tumultuoso o semplicemente imparare a dosare bene la voce. Autostima e vita sociale ringrazieranno
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CLUTTERING “MANGI” LE PAROLE PER LA FRETTA
Cluttering è il nome con cui viene denominato un modo di parlare esplosivo, tumultuoso e affrettato. Un’insalata di parole in cui, nella velocità dell’eloquio, vengono omesse o fuse tra loro più sillabe. Risultato? La comunicazione diventa poco efficace perché l’interlocutore ha difficoltà di comprensione. E spesso chiede di ripetere ( “come?” “cosa?”) perché non afferra bene il discorso. Un problema che incide negativamente sulla qualità della vita sociale e professionale. «Ma si può essere rieducati a una produzione verbale più chiara, limpida e corretta», spiega la dottoressa Mirella Michielin, logopedista presso il Centro medico di foniatria di Padova. «La terapia mira al raggiungimento di obiettivi variabili da persona a persona. Tra questi, rafforzare la consapevolezza del proprio modo di parlare: molti, infatti, non si rendono neppure conto di “mangiarsi” le parole. Vengono inoltre insegnate tecniche di rallentamento della velocità (per esempio, introducendo pause ad hoc) ed esercizi specifici per ritrovare l’accuratezza nell’emissione dei suoni». Così la comunicazione torna a essere più efficace.
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BALBUZIE TI INCEPPI IN CONTINUAZIONE
È il disturbo più diffuso e comporta continue interruzioni nella fluidità dell’eloquio. Si manifesta con blocchi, prolungamenti e ripetizioni di una parte della parola (in genere quella iniziale), come un disco inceppato. «Una sola ripetizione non viene considerata balbuzie, ma quando si ripete la sillaba più di una volta sì», puntualizza la dottoressa Mirella Michielin. «Il disturbo si manifesta nell’infanzia e può persistere fino all’età adulta. La terapia utilizza un approccio globale diviso in tre fasi. La prima è la valutazione del disturbo e dei fattori che ne determinano il mantenimento. La seconda prevede esercizi tesi a modificare il proprio comportamento verbale e a favorire la fluenza. Seduta dopo seduta, si impara a rendere più brevi e più facili da gestire le interruzioni attraverso la progressiva riduzione dello sforzo a esse associato». La fase conclusiva (e più critica) dell’intervento della logopedista consiste nell’aiutare la persona, che ha appreso nuovi “modelli comportamentali” per parlare in modo più fluente, a trasferirli nella vita di tutti i giorni e a mantenerli nel tempo.
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DISFONIA HAI SPESSO LA VOCE ROCA O “SOFFIATA”
Ti sei “sgolata” tutto il giorno in classe e arrivi a sera con la voce rauca? Parli troppo e male. Così la tua voce si “consuma”. Se vuoi imparare a non sforzarla, rivolgiti a un logopedista. «La disfonia, cioè la frequente comparsa di una voce roca o soffiata (quando il suono non è più limpido ed è emesso a fatica) va trattata adeguatamente perché lo sforzo, a lungo andare, può creare lesioni alle corde vocali» spiega la dottoressa Annalisa Noventa, logopedista presso il Centro medico di foniatria di Padova. «Tipica di insegnanti, cantanti, animatori ma anche di medici, avvocati, informatori
medico-scientifici è la comparsa di noduli alle corde vocali, volgarmente chiamati callosità. Chi per lavoro deve parlare a lungo e ad alta voce, infatti, compie uno sforzo vocale prolungato che può imparare a gestire, apprendendo il funzionamento dell’apparato vocale e migliorando la coordinazione tra la respirazione, la vibrazione delle corde vocali e le cavità che fungono da “cassa di risonanza” (nasali, orali e faringee) perché amplificano la voce». La strategia vincente? È la rieducazione a un “gesto vocale” senza sforzo, e quindi più economico, attraverso l’apprendimento di esercizi specifici. Oltre a usare bene la voce e a moderare tono e volume, la persona frequentemente affetta da disfonia impara a riconoscere tutte le situazioni di “abuso vocale” cui va incontro nella sua vita professionale, in modo da modificare il comportamento a proprio vantaggio. Così, grazie a dei piccoli stratagemmi (respirazione, postura, vocalizzi, coordinazione pneumofonica), evita che la voce finisca in cantina.
4 DEGLUTIZIONE ATIPICA ARTICOLI MALE LE CONSONANTI
Chiamata anche deglutizione deviata, è uno squilibrio muscolo-facciale dovuto a movimenti scorretti della lingua che continua a seguire la modalità di deglutizione della primissima infanzia, quando si succhiava il latte dal seno materno o dal biberon. «Dai 18 ai 28 mesi, con le pappe liquide, si ha una fase di transizione, ma dopo i 28 mesi (con la fine dello svezzamento e il completamento della dentizione) si deve passare a una deglutizione adulta», avverte il dottor Antonio Milanese, logopedista a Bologna. «Se la lingua non compie un movimento corretto, si altera tutto l’equilibrio muscolare della bocca. Con conseguenze negative sui denti, sull’articolazione delle consonanti, o anche sulla postura». Per esempio, la lingua che si fa largo tra gli incisivi o tra i premolari lascia uno spazio vuoto, chiamato “morso aperto”. La lingua che continua a spingere sugli incisivi superiori, invece, causa i “denti a coniglietto”. La lingua bassa, invece, favorisce il prognatismo, spostando la mandibola in avanti. «Per quanto riguarda l’articolazione, si possono pronunciare male la “ci”, la “gi”, la “z”, la “gn”, la “gl” e la “s”. Quest’ultima diventa interdentale assomigliando a una “f”», prosegue il dottor Milanese. «Qualunque sia lo squilibrio provocato dalla deglutizione atipica, l’apparecchio ortodontico è insufficiente se non si corregge a monte il problema perché le alterazioni prima o poi si ripresenteranno. Grazie a 10-15 sedute, si eliminano le abitudini errate, si corregge la posizione e il movimento della lingua anche a riposo (deglutiamo inconsapevolmente la saliva 1000 volte al giorno!) e si tonificano le labbra e il corpo linguale. In che modo? Con esercizi che utilizzano materali quali elastici, fili e bottoni». Per abbandonare del tutto la deglutizione atipica e passare a quella adulta, in modo che diventi un automatismo, occorrono 6-12 mesi.
I VOCALIZZI ALLO SPECCHIO SONO UNO DEI TANTI ESERCIZI CHE SERVONO A RIEDUCARE ALLA CORRETTA PRONUNCIA DI SILLABE E CONSONANTI.