QUANDO IL BIMBO SCOTTA
La febbre è un meccanismo di difesa e non va combattuta a tutti i costi. Ecco i segnali da tenere d’occhio per capire se è il caso di entrare in azione
L’ETÀ È IMPORTANTE
«Se il bambino ha meno di un mese e la temperatura supera i 38.5 °C va portato al pronto soccorso; sotto l’anno, se è in buone condizioni generali, basta fissare una visita in giornata dal pediatra. Magari non è nulla, ma bisogna escludere infezioni gravi, come polmonite o meningite», spiega Gian Luigi Marseglia, direttore della clinica pediatrica dell’Università di Pavia. Se invece il bambino è più grande lo si può tenere in osservazione. «Di solito a provocare la febbre sono malattie poco rilevanti, sostenute da virus tipici del periodo invernale (influenzali, parainfluenzali, adenovirus, rhinovirus) o, più raramente, da batteri», spiega Marseglia. «Spesso in questi casi un po’ di riposo è sufficiente e la febbre dovrebbe passare in 3-4 giorni, anche senza l’antipiretico. Anzi: secondo le linee guida sulla gestione della febbre della Società italiana di pediatra, l’antifebbrile va usato solo in caso di malessere generale».
I CAMPANELLI D’ALLARME
In alcuni casi è meglio non aspettare. Per esempio se il bambino si mostra particolarmente sofferente (è lamentoso, non riesce ad alzarsi dal letto, rifiuta il cibo) oppure presenta altri sintomi come una tosse insistente che disturba il sonno, possibile spia di bronchite o polmonite, oppure vomito e diarrea, in genere segni di gastroenterite. Febbre, vomito, mal di testa, confusione mentale, irrigidimento della nuca e fotofobia potrebbero segnalare una meningite, pericolosa ma per fortuna rara. «In ogni caso, meglio prevenirla con la vaccinazione», sottolinea l’esperto. Il pediatra va sentito anche se dopo 3-4 giorni la febbre resta alta: potrebbe essere provocata da infezioni più rare o malattie infiammatorie o autoimmuni, come quelle reumatiche.
FARMACI: QUALI SÌ, QUALI NO
I medicinali consigliati sono paracetamolo oppure ibuprofene (mai insieme), ricordando che nei bambini a rischio di convulsioni gli antipiretici non servono a evitarle: la febbre si abbassa, ma la possibilità di un attacco resta. No ad acido acetilsalicilico e cortisonici. I farmaci vanno somministrati per bocca, ma in caso di vomito meglio ricorrere alla via rettale.
DAL DOTTORE SENZA RISCHI
Il bambino con la febbre può essere accompagnato in ambulatorio: non solo le sue condizioni non si aggravano per questo, ma c’è il vantaggio che il medico ha sottomano gli strumenti necessari per una prima diagnosi (tampone faringeo, esame delle urine, micro prelievo di sangue). Solo se la febbre supera i 39 °C, non risponde ai farmaci e le condizioni generali sono tali da non consentire lo spostamento (per esempio in caso di vomito frequente), può essere utile la visita domiciliare.