Starbene

Dormire bene

Se un incubo ti paralizza

- di Adriana Amedei

L a giovane modella Kendall Jenner l’ha confessato in una recente puntata del reality americano Al passo con le Kardashian: in piena notte si sveglia di soprassalt­o e non riesce a muovere un muscolo, è paralizzat­a. La sensazione è talmente angosciant­e che ormai, racconta la ragazza, ha paura ad addormenta­rsi. La cosiddetta paralisi ipnagogica è un fenomeno che si verifica se ci si sveglia all’improvviso durante la fase Rem del sonno, quando i muscoli sono inattivi e i sogni particolar­mente vividi. Si cade in preda al panico, con un caratteris­tico senso di oppression­e al torace e magari ancora invischiat­i in un incubo, capaci di muovere solo gli occhi. Ma perché avviene? Ce lo spiega Luca Scaramagli, dottore in psicologia cognitiva applicata e collaborat­ore del web journal stateofmin­d.it.

PERCHÉ SUCCEDE

«Le cause principali», esordisce l’esperto, «sono stress, ritmo del sonno irregolare – quando ci si sveglia e ci si addormenta in orari sempre diversi – e la mancanza di riposo». Per quanto l’esperienza sia angosciant­e, non richiede l’intervento di uno specialist­a perché non è un evento patologico. «Non esiste una casistica di disturbi veri e propri da paralisi del sonno», conferma il dottor Scaramagli. «Non si tratta infatti di un sintomo, ma della conseguenz­a di un periodo difficile».

A QUANTI CAPITA

Solo una minoranza la sperimenta: «È un evento più unico che raro per la maggior parte delle persone, anche se alcuni ne sono vittime ripetutame­nte: il Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazio­ni sulle pseudoscie­nze) riferisce che il problema riguarda l’8% della popolazion­e, altri dati (un recente studio inglese pubblicato sul

Journal of Sleep research) indicano circa il 30%».

COME RITROVARE LA CALMA

Superare il panico e il senso di oppression­e non è facile. «Riprenders­i velocement­e è molto più semplice se si ha la fortuna di avere qualcuno vicino che ti chiama o ti tocca. In quel caso la paralisi si spezza immediatam­ente», rivela Scaramagli. «Se invece si è soli, conviene cercare di regolare il respiro per mantenere la calma in attesa che i muscoli tornino a funzionare».

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