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Perché un giovane uomo si butta tra le braccia di una donna che ha il doppio dei suoi anni? «I modelli relazionali attuali tra i due sessi hanno messo a dura prova il classico schema dell’uomo forte e autoritario e della donna debole e remissiva», spiega il dottor Alessandro Monno, psicologo e psicoterapeuta a Bari. «Nella società odierna, e soprattutto nelle nuove generazioni, è facilmente visibile per tutti una maggiore eterogeneità di ruoli tra maschi e femmine». Le donne, ormai da tempo, rivendicano il loro diritto di essere appagate sessualmente, di essere competitive sul lavoro, di ambire a una realizzazione personale che non sia solo legata al loro ruolo di mamma e/o moglie. L’uomo non è più automaticamente al comando, è messo in discussione in campi dove prima non esisteva un termine di paragone (denaro, carriera, esperienza sessuale). La crisi economica, con le difficoltà lavorative che si porta annesse,
ha fatto crollare quello che sembrava un assunto di base: l’uomo mostra la sua “potenza” attraverso lo status economico e sociale. «Oggi un giovane under30 ha spesso meno capacità economiche ed impegni lavorativi di una donna con figli di 35-50 anni, e quelli che prima costituivano dei punti di forza per la propria autostima, sono ora tasti dolenti», continua lo psicologo. Il principale elemento di cambiamento riguarda quindi il rapporto di potere tra i sessi, che produce, tra le tante, due principali conseguenze. L’uomo si sente insicuro, minacciato, con poche risorse personali, e cerca conforto, più che confronto, tra le braccia di donne più grandi, che ricoprano concretamente il ruolo di mamma e che, magari, lo guidino nella sua esperienza di vita, anche nel sesso. La donna? Beh, forse stanca del classico maschio alfa, il leader che comanda, spesso conosciuto da molto vicino perché sposata o figlia di un uomo che corrisponde a questo modello, è felice di poter avere una relazione in cui i ruoli sono diversi, e in cui può esprimere parti si sé che ha tenuto represse.