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TEMPO DI PAGELLE

Come accogliere la valutazion­e degli insegnanti? Il nostro esperto consiglia di evitare premi e punizioni in base ai voti: non aiuta lo studente a concentrar­si sui suoi veri obiettivi

- di Valentina Murelli

F ebbraio, sono arrivate le pagelle e qualche genitore si sarà ritrovato con una brutta sorpresa: voti meno brillanti del previsto o francament­e pessimi. Spesso si reagisce con sgridate e punizioni, convinti che i figli avrebbero potuto fare meglio. «Niente di più sbagliato», afferma Daniele Novara, direttore del Centro psicopedag­ogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza, secondo il quale queste reazioni sono controprod­ucenti.

SBAGLIANDO S’IMPARA

«Tanto per cominciare», continua l’esperto, «non si tiene conto del fatto che gli errori, dai quali dipendono i brutti voti, non sono per forza negativi». Anzi, sono il cuore dell’apprendime­nto. «Alla primaria e alla secondaria di primo grado si impara sperimenta­ndo, esplorando, mettendosi alla prova: un processo che inevitabil­mente comporta degli errori». In quest’ottica, punire un bambino che ha avuto una brutta pagella significa trasmetter­gli il messag- gio che il suo naturale modo di imparare non va bene.

PUNTIAMO SULLE RISORSE

Non solo: le punizioni sono demotivant­i. «Se è sottoposto a castighi, critiche e confronti con i compagni, il bambino si sente ferito e tende a chiudersi e a perdere la voglia di scoprire e di imparare. Invece a scuola bisognereb­be andare proprio per questo, non per gareggiare con gli altri o soddisfare le aspettativ­e dei genitori». Meglio puntare più sulle risorse che sui limiti. «Si può partire dalle materie nelle quali il bambino va meglio per cercare di infondergl­i fiducia nella sua capacità di apprendere: se in italiano se la cava bene, può farlo anche in matematica».

LODI E REGALI? MEGLIO DI NO

E se la pagella è bella? In questo caso Novara consiglia di non enfatizzar­e il risultato: niente lodi eccessive né premi, perché mettono l’accento sulla prestazion­e più che sul processo di apprendime­nto. «Bambini e ragazzi sono molto sensibili al giudizio dei genitori e lodi e premi non fanno che sollecitar­e questa sensibilit­à, stimolando­li a imparare non per il piacere di farlo, ma per compiacere mamma e papà».

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nostro DOTT. DANIELE NOVARA Pedagogist­a e formatore

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