ACIDO IALURONICO PRESERVALO COSÌ
È il segreto di una pelle turgida, distesa, luminosa. Gli anni lo intaccano, ma abbiamo gli strumenti per conservarne una scorta
Il primo beauty comandamento per esibire una pelle radiosa, tonica, compatta e uniforme? Disporre di un’adeguata quantità nel derma di uno dei suoi componenti principali. Vale a dire: dell’acido ialuronico. La definizione chimica è per addetti ai lavori: la molecola è formata da una lunga catena non ramificata costituita dall’alternanza di unità zuccherine di acido glucuronico e di Nacetilglucosamina (ammino-zucchero derivato dal glucosio). Tradotto in termini di funzionalità e bellezza cutanee, insieme ad altre sostanze di natura proteica (i proteoglicani), l’acido ialuronico svolge un ruolo fondamentale nella costruzione di una pelle giovane e sana, oltre che in altre funzioni fondamentali di tutto l’organismo (tra l’altro, è uno dei costituenti, insieme all’acqua, dell’umor vitreo dell’occhio).
UN ELISIR DI GIOVINEZZA...
Immaginate l’acido ialuronico come una spugna che assicura cospicue scorte idriche all’epidermide. «Regola la quantità d’acqua presente nei vari strati della pelle, con un enorme potere idratante. Ma favorisce anche la funzione di sostengo della cute e il trasporto dell’ossigeno e delle sostanze nutritive alle cellule, assicurando così turgore e resistenza ai tessuti», spiega la dermatologa Pucci Romano, presidente Skineco (Associazione internazionale di ecodermatologia, skineco.org). Non basta: le molecole di acido ialuronico, grazie alla loro lunghezza e all’alto potere idratante, si organizzano nel derma in una struttura di tipo reticolare che, oltre a dare tono e forma ai tessuti, agisce da filtro contro la diffusione di sostanze potenzialmente tossiche, inquinanti, componenti da degradazione di virus e batteri. «Inoltre, è un antietà, poiché ha proprietà antinfiammatorie e, favorendo la produzione di nuovo collagene, stimola la cicatrizzazione e i processi di riparazione dei tessuti», spiega la dottoressa Pucci Romano.
...CHE DIMINUISCE CON L’ETÀ
Dopo i 30 anni circa, il derma inizia a subire progressivamente una serie di cambiamenti e alterazioni: le sue cellule, i fibroblasti, rallentano progressivamente la capacità di produrre e di rimpiazzare l’acido ialuronico endogeno. «Una giovane donna che pesa circa 70 Kg dispone di circa 15 gr di acido ialuronico, di cui un terzo viene quotidianamente degradato da un enzima, la ialuronidasi, e poi risintetizzato. Ma, nel corso degli anni, questo fisiologico ricambio perde in efficienza e così questa molecola nella pelle diminuisce progressivamente: a 50 anni, per esempio, ne resta solo la metà del capitale genetico originale», spiega la dermatologa. Man mano che l’acido ialuronico si riduce, la pelle perde la capacità di trattenere acqua nei suoi vari strati e pure di ossigenarsi: per questo la cute invecchiata diventa asfittica, ovvero spenta e opaca, e tende a essere più secca, oltre che a segnarsi con grinze e rughe profonde.
DIFENDILO CON DIETA E INTEGRATORI
Fortunatamente, alcune sostanze aiutano a preservare l’acido ialuronico endogeno: per esempio sono utili gli integratori specifici che riducono la ialuronidasi e quelli a base di glucosamina, manganese, selenio e altre,
come courcumina, antinfiammatoria, acido lipoico e Q10, antiossidanti (si consigliano cicli di 2-3 mesi). Anche a tavola puoi proteggere la preziosa molecola inserendo nei menu i cibi a base di soia fermentata, per esempio miso e tempeh. «La soia, come altri legumi, contiene fitoestrogeni, e isoflavoni in particolare, che contribuiscono a stimolare e conservare l’acido ialuronico endogeno. Buone percentuali di fitoestrogeni si trovano anche nei semi di lino, nel pomodoro, nei finocchi e nelle patate dolci», osserva la dermatologa Pucci Romano. L’ideale è consumare almeno 3-4 porzioni di questi alimenti a settimana, nell’ambito di una dieta completa ed equilibrata, limitando nel contempo l’apporto di alimenti che favoriscono i meccanismi ossidativi e la glicazione, nemici dell’acido ialuronico, ovvero grassi saturi e zuccheri raffinati.
INIETTALO CON LA MEDICINA ESTETICA
L’acido ialuronico è tuttora il leader indiscusso dei filler, con circa 265 mila procedure eseguite ogni anno nel nostro Paese (fonte: AICPE, Associazione italiana di chirurgia plastica estetica). «In formulazione più fluida si utilizza per riempire le rughe più o meno sottili, ma anche per colmare le piccole cicatrici, per esempio quelle causate dall’acne. In forma più viscosa viene iniettato per volumizzare le aree carenti per l’età o per costituzione, come gli zigomi o un mento un po’ sfuggente, e per rimodellare il profilo del volto», spiega Maria Grazia Caputo, medico estetico a Roma (come antirughe: durata dei risultati 4-6 mesi, costo 280 euro a seduta; come volumizzante durata dei risultati 6-8 mesi, costo da 320 a 360 euro a seduta). Per idratare in profondità e rendere più liscia e morbida la pelle di tutto il viso, senza però “riempirlo”, si può ricorrere alla biorivitalizzazione. «Si usa acido ialuronico non cross-linkato, spesso associato a vitamine, aminoacidi, minerali a effetto ridensificante sulla cute e di stimolo del collagene e dell’elastina e dell’acido ialuronico endogeno. Occorrono 3 sedute, distanziate di un mese l’una dall’altra, e un richiamo dopo 6 mesi dall’ultima seduta. Costo a seduta: 150-200 euro», continua il medico estetico. Tra gli utilizzi più frequenti c’è anche l’effetto ringiovanente o volumizzante delle labbra. «Se l’obiettivo è un semplice refreshing si utilizzano i cosiddetti skinbooster, particolari formulazioni di acido ialuronico Nasha, che idratano in profondità e proteggono dai radicali liberi, riducendo grinze e rugosità. Con microiniezioni di una formulazione piuttosto viscosa eseguite sotto gli angoli della bocca si può rialzare il sorriso, mentre con formulazioni specifiche iniettate nel vermiglio e nelle labbra si dà turgore si ridisegnano i contorni», conclude la dottoressa Caputo (durata: da 4-6 mesi circa; costo da 250 euro).