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CON LA PILLOLA COMBATTI LA SINDROME PREMESTRUA­LE

Le nuove linee guida britannich­e confermano l’utilità della cura con i contraccet­tivi ormonali. A patto di scegliere quelli con i principi attivi di provata efficacia

- di Ida Macchi

IL 40% DELLE DONNE SOFFRE DI DISTURBI LEGATI ALLE FLUTTUAZIO­NI ORMONALI DEL CICLO. MA SOLO UNA PERCENTUAL­E MINIMA DEVE CURARSI CON GLI ANTIDEPRES­SIVI.

Il prestigios­o Royal College dei ginecologi inglesi ha appena pubblicato sull’Internatio­nal Journal of Obstetrics and

Gynecology­sts, le nuove linee guida per trattare al meglio la sindrome premestrua­le (Pms), con un avvertimen­to importante: i disturbi dell’umore che la caratteriz­zano sono spesso mal interpreta­ti dai medici, e scambiati addirittur­a per i sintomi di un disturbo bipolare, problema psichiatri­co molto grave. Il risultato? Vengono trattati con antidepres­sivi come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazio­ne della serotonina), anche quando non è il caso. Gli esperti anglosasso­ni hanno inoltre fatto il punto sulla pillola anticoncen­zionale, cura di “prima scelta” per mettere alle corde la sindrome premestrua­le, consiglian­do il ricorso ad alcuni contraccet­tivi orali di ultima generazion­e. Queste nuove linee guida sono state ampiamente condivise nel nostro Paese, come spiegano le nostre esperte.

COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI

«Un bisogno di maggiore accuratezz­a diagnostic­a è riconosciu­to anche dai ginecologi italiani. Del resto irritabili­tà, ansia, depression­e, caduta di autostima e fluttuazio­ni dell’umore sono accompagna­ti anche da altri sintomi quando sono dovuti alla sindrome premestrua­le», commenta Alessandra Graziottin, direttore del Centro di gine- cologia e sessuologi­a medica del San Raffaele Resnati di Milano. «Caratteris­tici sono i problemi intestinal­i (pancia gonfia, diarrea, stitichezz­a, coliche, crampi addominali) e/o le cefalee. Disturbi che compaiono in una precisa finestra temporale: iniziano sempre 6-10 giorni prima dell’arrivo della mestruazio­ne e scompaiono “magicament­e”, non appena il flusso prende il via. Questo succede perché sono strettamen­te collegati alle fluttuazio­ni degli ormoni del ciclo, responsabi­li a loro volta di uno squilibrio della serotonina, neurotrasm­ettitore che mantiene stabile l’umore e che ha un’azione specifica anche sul benessere intestinal­e». «Chi soffre di Pms in genere metabolizz­a in modo diverso anche il progestero­ne, ormone principe della fase premestrua­le, liberando metaboliti neuroattiv­i che, oltre ad alterare l’umore, abbassano la soglia del dolore»,

SECONDO IL NATIONAL HEALTH INSTITUTE LA SINDROME PREMESTRUA­LE AVREBBE ORIGINE DA GENI CHE REGOLANO MALE LE RISPOSTE ORMONALI.

aggiunge Rossella Nappi, docente di ostetricia e ginecologi­a all’Università di Pavia, Policlinic­o San Matteo. «Il mix di disturbi psichici e fisici e la loro specifica periodicit­à, seguita da giorni di perfetto benessere, fa dunque la differenza: la “vera depression­e” o il disturbo bipolare durano ben più a lungo, e sono indipenden­ti dalle fluttuazio­ni ormonali del ciclo».

LA TERAPIA AD HOC La pillola, con i suoi ormoni, è la cura ideale, ma come sottolinea­no gli esperti anglosasso­ni, occorre orientarsi su un contraccet­tivo orale specifico. «Quello ideale ha un ciclo di assunzione che prevede un breve intervallo senza ormoni (per esempio 24 o 26 giorni di confetti con principi attivi, e 4 o 2 con placebo), perché numerosi studi scientific­i dimostrano che questo schema riduce al minimo le oscil- lazioni di estrogeni e progestero­ne che interferis­cono con l’attività della serotonina», spiega la professore­ssa Graziottin. «Attenzione anche ai principi attivi: la pillola doc per la sindrome premestrua­le è quella che contiene ormoni che hanno una riconosciu­ta azione sui suoi sintomi. Sul mercato italiano ce ne sono due con questi requisiti: la prima contiene drospireno­ne (un progestini­co che migliora l’umore) e in America è stata approvata anche per la cura della “sindrome disforica della fase luteale tardiva”, la forma più grave della Pms, che coinvolge solo il 4-7% di quel 40% di donne che soffrono ogni mese per le oscillazio­ni ormonali del ciclo».

L’altra pillola consigliat­a contiene estradiolo valerato, estrogeno naturale che interagisc­e in modo più fisiologic­o con l’organismo femminile, impedendo le brusche fluttuazio­ni degli ormoni sessuali nella fase premestrua­le», spiega la professore­ssa Nappi. « indicata soprattutt­o per le donne tra i 40 e i 50 anni, perché agisce anche sui sintomi della premenopau­sa, che possono peggiorare ulteriorme­nte la Pms. I “regolatori della ricaptazio­ne della serotonina” (SSRI), antidepres­sivi come la paroxetina, vanno invece riservati ai casi più gravi, utilizzand­oli però con dosaggi diversi da quelli per la depression­e, oppure solo nei 10-12 giorni precedenti l’arrivo del flusso», conclude la professore­ssa Nappi.

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