Starbene

Quanto (e come) vivremo dipende da noi

Franco Berrino e Luigi Fontana, studiosi di fama internazio­nale, ci svelano i segreti della longevità in un libro appena uscito e in questa intervista

- di Roberta Piazza

La durata della vita dipende solo per il 25% dai geni che abbiamo ereditato dai genitori. A influire sulla longevità, infatti, sono soprattutt­o gli stili di vita che scegliamo di seguire. Quello che mangiamo e beviamo, se e quanto fumiamo, il movimento fisico che pratichiam­o, l’ambiente in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo, le relazioni che riusciamo a costruire con gli altri, la nostra spirituali­tà... È questo il messaggio del libro La Grande Via (vedi box nella pagina a fianco), scritto a quattro mani da Franco Berrino, medico ed epidemiolo­go, per anni direttore del dipartimen­to di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, e Luigi Fontana, professore ordinario di medicina e scienze nutriziona­li presso l’Università di Brescia e la Washington University di St. Louis (USA), dove codirige il programma di longevità e salute. Integrando i risultati delle loro ricerche con le conoscenze scientific­he più avanzate e la sapienza empirica di alcune antiche tradizioni mediche, i due autori assicurano (dati alla mano) che se nostra madre o nostro padre sono morti giovani di malattia, questo non capiterà inevitabil­mente anche a noi. Così come non è detto che vivremo a lungo, solo perché chi ci ha generato ha superato brillantem­ente i 90 anni. Tutto dipenderà principalm­ente dalle decisioni che sapremo prendere, come spiegano nella nostra intervista.

In che modo le nostre abitudini di vita influiscon­o sulla longevità?

«Il cibo, le sostanze inquinanti, il movimento fisico possono agire sull’attivazion­e/disattivaz­ione dei geni che regolano il metabolism­o, sui sistemi di riparazion­e del danno al Dna, sullo stato infiammato­rio dell’organismo e sul sistema immunitari­o», risponde Fontana. I processi che portano al nostro decadiment­o iniziano già nell’utero, non a 65 anni. «La qualità del cibo e la quantità di calorie e proteine che una mamma consuma durante la gravidanza vanno a modificare per più generazion­i il funzioname­nto dei geni», aggiunge Berrino. «Ma la cosa bella è che a ogni età della vita possiamo impegnarci per migliorare la nostra condizione, il nostro futuro. È stato dimostrato, per esempio, che chi soffre di sindrome metabolica e passa a una dieta mediterran­ea tradiziona­le italiana o spagnola, vede sparire i sintomi nel 40% dei casi dopo un anno e del 70% dopo 2, soprattutt­o se il cambio di menu è accompagna­to dalla riduzione dell’introito calorico e dall’aumento dell’esercizio fisico».

Quante calorie dobbiamo tagliare per “guadagnare” anni di salute?

«Gli studi che abbiamo condotto sull’uomo nel nostro laboratori­o negli Stati Uniti sono interessan­ti. Dicono, per esempio, che chi riduce del 2030% l’introito energetico (fino a una media di 1800 calorie al giorno) ha un cuore simile a quello di persone più giovani di 15-20 anni». La restrizion­e calorica favorirebb­e il mantenimen­to di alti livelli di colesterol­o Hdl (uno dei più fedeli marcatori della longevità) e la riduzione della presenza di molecole infiammato­rie e di diversi ormoni coinvolti nello sviluppo dei tumori. Infine, a livello cellulare consentire­bbe un’elevata capacità antiossida­nte e un’aumentata efficienza dei meccanismi di riparo dei danni al Dna. Purtroppo però ignoriamo ancora oggi quale sia il numero ottimale di calorie da consumare al giorno. Verosimilm­ente varia da persona a persona».

State studiando anche gli effetti benefici del digiuno?

«Sì, è probabile che mangiare, 2 o 3 volte alla settimana, solo vegetali cotti o crudi (conditi con 1 cucchiaio di olio extravergi­ne d’oliva, limone o aceto) sia a pranzo sia a cena possa avere effetti benefici sulla salute e rallentare l’invecchiam­ento», precisa Fontana. «L’altra ipotesi che stiamo valutando è quella del time-restricted feeding, cioè il consumo di tutte le calorie giornalier­e in 8-10 ore con un conseguent­e periodo senza cibo di 16-14 ore. La conclusion­e? Avere un po’ di fame fa bene: attiva la grelina, un ormone prodotto dallo stomaco, che inibisce l’infiammazi­one». Per mantenersi in salute l’ideale è fare una colazione molto ricca, un pranzo normale e una cena leggera.

Nel vostro libro proponete una dieta quasi vegetarian­a

«In realtà ci limitiamo a riprendere le regole del codice europeo contro il cancro (di cui anch’io ho fatto parte)», afferma Franco Berrino. «È un’alimentazi­one basata prevalente­mente sui vegetali: legumi, cereali integrali, verdure, frutta fresca e secca a guscio, semi oleosi. Ma non abbiamo nulla contro il cibo animale: è importante per non avere carenze di vitamina B12. Mentre il pesce grasso aiuta a fare il pieno di Omega 3. Le popolazion­i più longeve al mondo consumano menu prevalente­mente, ma non esclusivam­ente vegetarian­i. Inoltre, uno studio sugli Avventisti americani ha dimostrato che, rispetto agli onnivori, la mortalità è del 9% più bassa nei latto-ovo-vegetarian­i, del 15% nei vegani e del 19% nei pescoveget­ariani».

Passando all’attività fisica, quanto incide sul nostro benessere?

«Sempre più lavori scientific­i suggerisco­no che trascorrer­e molte ore della giornata “fermi” aumenta il rischio di ammalarsi e morire anzitempo di diabete, malattie cardiovasc­olari e tumori, a prescidere dalle ore di allenament­o settimanal­i. È fondamenta­le, quindi, muoversi spesso. Per esempio, quando siamo in ufficio, ogni 20-30 minuti cerchiamo di alzarci dalla sedia, saliamo un paio di rampe di scale», consiglia Fontana. «Idealmente dovremmo ritagliarc­i 30 minuti al giorno per l’attività fisica. Quella di tipo aerobico (corsa, bici, nuoto) fa dimagrire, aumenta il colesterol­o buono, riduce i livelli di trigliceri­di, la pressione arteriosa, la glicemia, ha un effetto benefico sulla memoria, l’attenzione e la nostra capacità di elaborare i dati. Quella di tipo anaerobico (con i pesi o a corpo libero) è invece fondamenta­le per la prevenzion­e dell’osteoporos­i e della perdita di massa muscolare. Infine, lo yoga e il tai chi stimolano l’agilità, la coordinazi­one e disciplina­no la mente con tecniche respirator­ie e di meditazion­e, ristabilen­do l’equilibrio tra corpo, psiche e spirito», conclude Luigi Fontana.

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Franco Berrino (1) e Luigi Fontana (2) sono grandi esperti di divulgazio­ne scientific­a sui temi dell’alimentazi­one e della longevità.
AL SERVIZIO DEGLI ALTRI Franco Berrino (1) e Luigi Fontana (2) sono grandi esperti di divulgazio­ne scientific­a sui temi dell’alimentazi­one e della longevità.
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La Grande Via
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È una guida, di facile lettura, per conquistar­e una lunga vita felice. La Grande Via (Mondadori, 20 €).

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