Starbene

Se l’ospedale finisce su Facebook

È permesso postare sui social scene di ordinaria vita in corsia? Lo fanno in tanti, ma i rischi sono elevati

- di Ida Macchi

C’è chi immortala con tablet o smartphone il medico in visita ai pazienti e posta le immagini su Facebook. C’è chi filma persone ricoverate nei corridoi, o altre scene di presunta malasanità, e le fa girare su Instagram. E così l’ospedale va in diretta. Tutto lecito? La Regione Lombardia ha deciso di imporre uno stop: a novembre scorso ha approvato alcune direttive e, a breve, nei suoi ospedali apparirà un cartello che informerà i pazienti riguardo alle pratiche corrette in tema di registrazi­oni audio e video. Già, perché se non si sta più che attenti, si rischia grosso.

OCCHIO AI “REPORTAGE”

Se non si vuole incorrere in sanzioni penali, niente post di medici o infermieri mentre lavorano in ospedale: «L’art. 4 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che è proibito controllar­e un lavoratore attraverso impianti audiovisiv­i o altre apparecchi­ature simili, compreso lo smartphone di un improvvisa­to cronista», spiega Salvatore Frat- tallone, avvocato del Foro di Padova, esperto di privacy e di responsabi­lità sanitaria. E se non si tratta di dipendenti della struttura? «Sulle pagine dei social visibili a tutti è proibito postare foto o riprese che ritraggono ignari protagonis­ti del “reportage”: pazienti in coda per il ritiro dei referti, o in attesa al pronto soccorso, per esempio. Nessun divieto, invece, di pubblicarl­e sulla pagina di un gruppo Facebook chiuso o segreto», continua l’avvocato. «Attenzione, però, se le immagini vengono associate a commenti pesanti, magari nei confronti di un medico o dell’ospedale, scatta il reato di diffamazio­ne che ricade anche su chi aggiunge ulteriori commenti denigrator­i, su chi condivide il post e lo gira sulle pagine Facebook dei propri amici e, addirittur­a, su chi clicca un semplice “mi piace”».

VIA LIBERA AI SELFIE

I selfie sono ammessi, anche se scattati nel letto di degenza o in corsia, magari per esibire una ferita appena suturata, una gamba ingessata, o i sen- sori dell’elettrocar­diogramma fissati al petto. «Le immagini, però, non devono essere lesive per il buon costume (tassativo quindi un po’ di bon ton) e, anche in questo caso, senza alcun commento “pesante” verso medici, infermieri & Co. Altrimenti si ricade nuovamente nel reato di diffamazio­ne, che in questo caso è aggravato dal fatto che le offese, avvalendos­i della piazza virtuale dei social, viaggiano sull’onda di un vero e proprio tam tam mediatico», chiarisce l’avvocato.

NIENTE BOLLETTINI MEDICI ON LINE «È vietato anche pubblicare informazio­ni sullo stato di salute di un paziente, comprese quelle di un parente stretto: lo si può fare solo se il diretto interessat­o dà un consenso scritto alla divulgazio­ne sui social del suo bollettino medico», avverte l’esperto.

 ??  ?? Il pronto soccorso dell’ospedale di Nola(NA). A gennaio, le foto hanno fattoil giro del web.
Il pronto soccorso dell’ospedale di Nola(NA). A gennaio, le foto hanno fattoil giro del web.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy