Parli da sola? Migliori te stessa
Tranquilla, non è un segno di squilibrio. Un’esperta ti spiega tutti i vantaggi che puoi avere quando segui i tuoi pensieri a voce alta
Parlare da soli è un’attività molto diffusa e studiata. Uno dei massimi esperti di self talk è lo psicologo britannico Charles Fernyhough. Nel suo nuovo libro, The Voices Within (ed. Basic), conferma: «Il dialogo con noi stessi è una pratica positiva e per molti è un modo irrinunciabile per organizzare i pensieri. Può apparire bizzarro, ma ha funzioni importanti. Non a caso è utilizzato molto dagli sportivi». Per scoprirne di più abbiamo intervistato Stefania Ortensi, mental trainer e responsabile del master di Psicologia dello sport di Psicosport ( psicosport.it).
Dottoressa, perché lo facciamo?
Tutti hanno pensieri interiori rivolti a se stessi. Quello che cambia è il contenuto, che può essere fatto di immagini o di parole, a seconda dello stile cognitivo di ognuno di noi. I visualizzatori useranno di più le immagini e il dialogo rimarrà nella loro testa. I verbalizzatori, invece, preferiranno le parole e, quindi, saranno portati a pensare ad alta voce. Anche se la maggior parte delle persone lo considera “strano”, il self talk è sintomo di consapevolezza, di un confronto con se stessi, di ricerca di equilibrio.
Cosa ne ricaviamo di buono?
Pensare ad alta voce è un modo per allenare la memoria e fissare i ricordi, perché attraverso la voce tracciamo un promemoria psicologico. Il self talk ci aiuta poi ad avere il controllo della situazione e a farci sentire più sicuri e competenti. Pensiamo, per esempio, a quando valutiamo i pro e i contro di una decisione da prendere o ripassiamo gli impegni della giornata. O quando prepariamo i passaggi di un discorso. Gli sportivi, per esempio, prima di ogni
di Barbara Gabbrielli gara si ripetono i movimenti da compiere: far accadere le cose nella mente è un modo efficace di prepararsi a ogni tipo di sfida.
Può essere un segnale di stress?
Quando siamo sotto pressione, è normale che il dialogo interiore si intensifichi, però nei momenti no il suo contenuto potrebbe riempirsi di negatività. Così, invece di servirci a controllare le emozioni, a incoraggiarci, a evitare automatismi, ci porta su tutt’altra strada e condiziona le nostre possibilità di riuscita. In questi casi dobbiamo riorientarlo per renderlo positivo ed efficace.