Starbene

Mi fido dei filler low cost?

Meglio di no: materiali poco sicuri e pratiche scorrette possono portare a conseguenz­e gravi

- di Claudia Bortolato

Il caso che ha suscitato più clamore è quello dell’americana Carol Bryan, sfigurata e diventata cieca all’occhio destro a causa di due iniezioni di filler su fronte e zigomi, di cui uno al silicone (vietato in Italia dal ‘92): la donna ora è impegnata in una campagna di sensibiliz­zazione proprio sui pericoli delle “punturine” non eseguite in sicurezza, in collaboraz­ione con l’associazio­ne Face2Faceh­ealing. Un esito così grave è raro, ma risolleva un tema di grande attualità specialmen­te nel nostro Paese, dove i filler sono diffusissi­mi e non di rado offerti a prezzi stracciati.

I RISCHI SONO CONCRETI

Le fiale a basso costo, per esempio a meno di 50 euro, possono nascondere materiali e sostanze di dubbia qualità, non sufficient­emente purificati o con conservant­i scadenti. I rischi? « Infezioni, granulomi, nodosità e nei casi più severi ulcere con esiti cicatrizia­li importanti», spiega il dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico a Como, presidente dell’Aicpe, Associazio­ne italiana chirurgia plastica estetica. « Con filler “garantiti” i problemi sono molto meno frequenti e di solito si limitano a lievi fastidi transitori: arrossamen­ti, gonfiori, lividi » .

LE CAUTELE DA PRENDERE

Per avere la garanzia che il prodotto iniettato sia di qualità, oltre a diffidare dei prezzi troppo bassi, fatti mostrare la confezione e assicurati che sia registrato in Italia. « A fine seduta, il medico deve conservare il cartellino del filler in modo da potertelo fornire in qualsiasi momento. È utile chiedere copia dei trattament­i effettuati, una sorta di passaporto estetico grazie al quale si potrà sempre risalire alle sostanze che sono stati utilizzate e in quale parte del corpo » , avverte l’esperto. « Per prevenire i rischi di possibili migrazioni, infezioni e incapsulam­enti il prodotto deve essere totalmente riassorbib­ile. Se in passato hai utilizzato filler permanenti è meglio non fare più “punturine” nelle stesse zone, perché anche il semplice trauma dell’ago potrebbe scatenare un’infiammazi­one con formazione di granulomi » , spiega il dottor Gandolfi.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy