LE CARIE OGGI SI CURANO COSÌ
Sedute brevi, dolori quasi annullati, materiali che replicano esattamente il colore naturale dello smalto. Ora non hai più scuse per rimandare l’appuntamento con il dentista
L’80% degli italiani già a 25 anni si trova a fare i conti con almeno una carie, secondo il Ministero della Salute. Un dato che fa di questo problema la patologia dei denti e della bocca più diffusa nel nostro Paese, come succede, del resto, in tutti gli stati industrializzati. Per combatterla, la ricerca scientifica è impegnata a individuare soluzioni sempre più efficaci e sicure. La più recente si deve a uno studio del King’s College di Londra, secondo cui un farmaco sarebbe capace di attivare le cellule staminali della polpa, rigenerando la parte danneggiata dalla carie. Basterebbe usarlo al posto dei compositi, per indurre la produzione di tessuto sano da parte del dente. Al momento, però, la cura è ancora in fase di sperimentazione. Bisogna quindi continuare a ricorrere alla terapia classica. Ma anche in questo campo si sono fatti grossi passi avanti.
L’ARIA COMPRESSA DIMEZZA I TEMPI «Sono cambiate molte cose da quando si usavano solo trapano e cemento. Accanto alla metodica tradizionale per “scavare” il dente, rimuovere la dentina danneggiata e sostituirla con materiale ad hoc, oggi c’è una tecnica che permette di fare a meno del trapano», fa notare il professor Gianfranco Aiello, odontoiatra a Milano e presidente dell’Accademia di estetica dentale italiana. «Si chiama Air Abrasion e consiste nell’indirizzare contro la carie un getto di aria compressa, mescolata a minuscoli granuli abrasivi, in modo da volatilizzarla. L’anestesia è sempre necessaria, ma il paziente si risparmia il tipico rumore sibilante e soprattutto la sgradevole sensazione provocati dal trapano», specifica il professor Aiello. Subito dopo il dentista stende sul dente una particolare colla su cui applica una miscela di resina e cristalli di quarzo: «Questa tecnica è efficace soprattutto per le carie più piccole, che sono anche le più frequenti, e consente di dimezzare i tempi: 20 minuti circa per ogni dente, contro i 40 minuti necessari soprattutto per gli interventi tradizionali sulle carie più estese», precisa Aiello. Il costo? Circa 80 € per dente.
CON IL LASER NON SERVE ANESTESIA Ma non c’è solo l’aria compressa a fare da alternativa al trapano. «Quando la carie non è arrivata a lesionare il nervo, si può intervenire con il laser», suggerisce il dottor Giuseppe Macche-
roni, odontoiatra a Seregno (Monza e Brianza) specializzato in laserterapia. Si tratta di un particolare tipo di luce, chiamata Erbium-Yag, usata anche per lo sbiancamento e le malattie della gengiva. I suoi vantaggi? «Nel 70% dei casi non richiede anestesia, perché è totalmente indolore: annullati, dunque, i rischi che questa porta con sé (per esempio per i cardiopatici oppure per chi soffre di allergie a certi farmaci) e le conseguenze meno serie, ma pur sempre sgradevoli, come il gonfiore della bocca», spiega Maccheroni. Non solo: «Grazie alla sua maggiore precisione rispetto al trapano, il laser agisce in modo selettivo vaporizzando le singole cellule malate del dente, senza intaccarne il tessuto sano tutto intorno. Inoltre, vanta un’efficacia antibatterica e antivirale che esclude ogni rischio di recidiva», continua Maccheroni. Il paziente ci guadagna anche dal punto di vista dei tempi: «Diminuiscono fino al 50-60% sia quelli necessari per il trattamento, che si aggirano attorno ai 15-20 minuti per dente, sia quelli di recupero dopo l’intervento», continua il medico. Inoltre, non ci sono controindicazioni: «È sufficiente che sia stata fatta un’accurata pulizia dei denti. L’unica vera accortezza è che il paziente, così come fa il dentista, durante il trattamento indossi un paio di occhialini di protezione dalla luce che gli viene proiettata in bocca». Subito dopo l’uso del laser si procede alla normale otturazione. Il costo per un singolo dente oscilla tra i 100 e i 200 €.
OTTURAZIONI INVISIBILI CON LA RESINA Si sono evoluti molto anche i materiali usati per le otturazioni: «Rispetto a pochi anni fa sono sempre più simili al dente vero e proprio», sottolinea Aiello. «Prima di tutto per l’aspetto: i nuovi compositi in resina sono materiali mimetici, cioè ormai quasi identici nel colore. E poi anche per la durezza, la resistenza e la durata. Insomma: fatta l’otturazione è davvero molto difficile notare la differenza con i denti sani», spiega l’esperto.
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