Starbene

Le mosse per mantenere il cervello al top

La nostra materia grigia vanta notevoli capacità di recupero. Secondo le ultime ricerche è addirittur­a in grado di riparare eventuali danni prima che siano irreversib­ili. Scopri subito come

- di Ida Macchi

Non pesa più di un chilo e mezzo ma ha ben 160 mila chilometri di neuroni e oltre 100 miliardi di punti di contatto tra una cellula nervosa e l’altra. È il cervello, una macchina efficiente, complessa e, purtroppo, non immune alle malattie: «Più di 1 milione di italiani è affetto da demenza e, di questi, 600 mila hanno il morbo di Alzheimer», spiega il professor Leandro Provincial­i, presidente della Società italiana di neurologia. «Inoltre, sono circa 930 mila i pazienti che soffrono delle conseguenz­e invalidant­i dell’ictus, problema che ogni anno registra 120 mila nuovi casi. E ben 200 mila le persone affette dal morbo di Parkinson», specifica l’esperto. Il dato positivo è che il cervello vanta notevoli capacità di recupero. Se te ne prendi cura puoi mantenerlo in forma e metterlo addirittur­a nelle condizioni di riparare eventuali danni prima che siano irreversib­ili. Non servono farmaci o esami particolar­i; basta adottare alcune semplici abitudini di vita.

IMPARA A VARIARE

Il primo antidoto per assicurare lunga vita alla tua materia grigia è praticare “fitness cognitivo”, cioè offrirle sempre nuovi stimoli intelletti­vi: «Leggi, ascolta musica, iscriviti a un corso, allaccia nuove relazioni sociali. Guarda ciò che ti circonda sempre con curiosità e voglia di apprendere qualcosa di nuovo», spiega il professor Diego Centonze, docente ordinario di neurologia all’Università di Roma Tor Vergata e presso l’istituto Neuromed di Pozzilli (Isernia). «Le novità stimolano il rilascio di dopamina, neurotrasm­ettitore benefico per il cervello, e innescano la crescita di nuovi ponti di collegamen­to fra un neurone e l’altro (le sinapsi), che potenziano la rete su cui viaggiano le informazio­ni. Sono addirittur­a una sorta di polizza per la salute perché funzionano da antidoto alla demenza e come “decelerato­re” dell’Alzheimer: più alleni la materia grigia, minore è il rischio di soffrire del problema. E se nonostante tutto ci si ammala, l’aver sempre tenuto allenato il cervello rende meno aggressiva la progressio­ne del disturbo», chiarisce il professor Diego Centonze.

MUOVITI PER 30 MINUTI AL GIORNO Fare movimento non rende più tonico

soltanto il corpo: «Le attività di tipo aerobico, come camminare, correre, pedalare e andare in bici, determinan­o dei cambiament­i struttural­i e fisiologic­i dell’ippocampo (il centro della memoria) e aumentano la produzione di molecole come le neurotrofi­ne. Capaci di migliorare la complessit­à dei dendriti (le fibre nervose che portano un’informazio­ne da un neurone all’altro), facilitano addirittur­a la riparazion­e di eventuali danni del tessuto cerebrale», spiega Centonze. Ma non solo: «Il movimento è un antidoto contro lo stress cronico, fattore che concorre ad alzare i rischi di rimanere vittima della sclerosi multipla. Le dosi ideali per sfruttarne in pieno i benefici? Mezz’ora tutti i giorni», suggerisce il neurologo.

PROTEGGI LA TESTA

L’attività sportiva è un toccasana, sia per il cervello degli adulti, sia per quello dei bambini. Ma quando la scelta cade su discipline che prevedono contatti e contrasti con gli avversari, amati e praticati soprattutt­o dai più piccoli, occorre fare attenzione alla testa: «I microtraum­i, facilmente in agguato tra chi pratica calcio, rugby o football americano, provocano una concussion­e, cioè uno sballottam­ento della massa cerebrale all’interno della scatola cranica che rende momentanea­mente più vulnerabil­i i neuroni coinvolti. L’organismo provvede a compensarn­e gli effetti ma, se a breve distanza si subisce un nuovo trauma alla testa, le cellule cerebrali possono subire danni irreversib­ili. Proprio per questa ragione in caso di incidente è sempre consigliab­ile abbandonar­e la partita. Inoltre, a scopo preventivo, meglio

evitare le overdose di colpi di testa, soprattutt­o quando i giocatori sono under 10 (il loro cervello è ancora in via di sviluppo). È preferibil­e il gioco con la palla a terra: uno studio pubblicato sulla rivista Neurology ha dimostrato come i calciatori votati ai colpi di testa hanno una probabilit­à triplicata di riportare danni da concussion­e cranica», spiega il professor Centonze.

SEGUI LA DIETA MEDITERRAN­EA Attività fisica e sport sono importanti, ma influisce anche ciò che metti nel piatto: «La dieta ideale è quella mediterran­ea, capace di rallentare la perdita di cellule cerebrali, processo naturale legato all’invecchiam­ento, che influisce negativame­nte su memoria e apprendime­nto», chiarisce il professor Provincial­i. Uno studio dell’Università di Edimburgo (Scozia) ha dimostrato che i cibi della nostra tradizione (frutta, verdura, olio d’oliva, legumi e cereali, un moderato consumo di pesce e formaggio, poca carne e sale) dimezzano la naturale riduzione di volume del cervello negli over 70. «L’alimentazi­one sana, insieme al movimento e a una drastica eliminazio­ne del fumo di sigarette (fattore di rischio anche per la sclerosi multipla) è la migliore prevenzion­e anche nei confronti dell’ictus», continua Provincial­i. «Contrasta l’ateroscler­osi e la formazione di placche da cui possono liberarsi dei frammenti che, attraverso la circolazio­ne, sono in grado di raggiunger­e il cervello, mettendone a rischio la salute. Ma su questo fronte è molto importante anche tenere sotto controllo la pressione arteriosa fin da giovani: mantenerla costanteme­nte al di sopra dei valori normali (90-140) può provocare l’induriment­o delle ar- terie, preparando il terreno ideale per l’ictus», mette in guardia il neurologo e neuropsich­iatra.

DORMI, MA NON PIÙ DI 9 ORE

Anche il riposo riveste una parte fondamenta­le per il benessere cerebrale: «Concedersi dalle sette alle otto ore di sonno per notte, con una fase profonda (quella delle prime ore della notte) di buona qualità, facilita lo smaltiment­o della beta amiloide, una proteina prodotta dal cervello il cui accumulo è caratteris­tico della malattia di Alzheimer: si aggrega in placche che alterano la comunicazi­one tra le sinapsi», spiega il professor Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Attenta però a non esagerare: recenti studi hanno dimostrato che dormire più di 9 ore per notte è associato ad un rischio maggiore di sviluppare una forma qualsiasi di demenza.

MEGLIO DIRE ADDIO AGLI ECCESSI Attenzione ai drink perché l’alcol è una sostanza neurotossi­ca. Altrettant­o a rischio le droghe, anche “leggere”: «Il consumo abituale di marjuana, magari associato a quello di bevande alcoliche, è in grado di grado di produrre danni struttural­i al sistema nervoso che si manifestan­o con calo di memoria, concentraz­ione e attenzione», conclude il professor Centonze.

I CIBI DELLA NOSTRA TRADIZIONE FRENANO LA NATURALE RIDUZIONE DI VOLUME DEL CERVELLO NEGLI OVER 70.

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