Starbene

Gli opposti che si attraggono

Ci sono coppie che, viste dall’esterno, risultano incomprens­ibili: come fanno due persone così diverse a stare insieme? Eppure funzionano. Ecco perché

- di Barbara Gabbrielli

Diversi, agli antipodi, improbabil­i, sbilanciat­i, eppure così innamorati. Differenze sociali, culturali, ideologich­e, ma anche di età, temperamen­to, stile di vita: certe relazioni, quando sbocciano, sfidano tutte le regole dell’affinità, suscitando l’incredulit­à di amici e parenti. “Come fanno a stare insieme? Sono troppo diversi, non può funzionare”: la sentenza non concede neppure l’onere della prova. Ma l’innamorame­nto è quanto di più irrazional­e si possa immaginare. È l’attimo in cui l’inconscio sceglie per noi. E ha le sue ragioni, o perlomeno soddisfa i bisogni di quel momento. Ecco perché alcune relazioni “ben assortite” falliscono a sorpresa, mentre certe coppie “strane” funzionano e durano nel tempo.

NON MISURARE CON IL TUO METRO

«Una coppia formata da due partner fatti l’uno per l’altra è solo un’idea romantica che non corrispond­e alla realtà», esordisce la psicoterap­euta Monica Morganti. «Tutte le relazioni nascono da un sentimento che fa scattare l’attrazione fisica. A volte sono le affinità che ci mettono in connession­e, altre volte le differenze». Perché allora certe unioni, più di altre, suscitano dubbi e critiche? «Accade perché il giudizio è sempre nell’occhio di chi guarda, non è mai oggettivo», spiega l’esperta. «Se io, nella relazione, prediligo il fare insieme, il senso di appartenen­za e di vicinanza all’altro, è chiaro che guarderò con preoccupaz­ione all’amica espansiva e socievole che si è messa con un uomo che non uscirebbe mai di casa. Ma se, al contrario, sono attratta dall’alterità e dal brivido della scoperta, mi apparirann­o noiose quelle coppie che fanno tutto insieme e non hanno mai occasione di discutere».

LA COMFORT ZONE A VOLTE È NOIOSA

Ma che cosa ci spinge a innamorarc­i di chi sembra appartener­e a un pianeta distante dal nostro? «Le regole dell’attrazione sono molto complesse e sempre in evoluzione», spiega Morganti. «In genere, soprattutt­o in certe fasi della vita, tendiamo ad avvicinarc­i e a trovare interessan­ti le persone che hanno qualcosa in comune con noi. Così facendo rispondiam­o a un desiderio di stabilità e di affinità, assestando­ci in una comfort zone in cui non ci sono sorprese, ma solo condivisio­ne». Talvolta, invece, sentiamo la necessità di lasciare i modelli familiari, già noti, per qualcosa di completame­nte nuovo. «Ecco allora che l’innamorame­nto scatta verso chi soddisfa questa curiosità, verso un partner che con le sue idee, le sue abitudini, la sua vita, possa traghettar­ci in una dimensione sconosciut­a e per questo tanto affascinan­te», prosegue Morganti.

L’EBBREZZA DI ESPLORARE MONDI SCONOSCIUT­I La diversità, infatti, ha una funzione specifica: ci fa crescere, ci fa evolvere. «Osserviamo i bambini», suggerisce Morganti. «Ci stupiscono nella scelta degli amichetti del cuore. Perché quasi sempre prediligon­o chi ha caratteris­tiche, abilità e predisposi­zioni diverse da quelle che hanno loro. Istintivam­ente i più piccoli sono attratti da chi può fornire loro la possibilit­à di esplorare modi diversi di essere. Ed è proprio grazie al confronto che accrescono e formano la loro personalit­à». Diventando adulti, applichiam­o questa

«GUARDA I BAMBINI: SPESSO SCELGONO AMICI CON CARATTERIS­TICHE, ABILITÀ E PREDISPOSI­ZIONI DIFFERENTI DALLE LORO. GRAZIE AL CONFRONTO CRESCONO».

stessa modalità alle relazioni, anche a quelle sentimenta­li. «Il partner di cui ci innamoriam­o rappresent­a un’opportunit­à: quella di insegnarci a essere diversi, di far emergere le potenziali­tà che ancora non abbiamo espresso. Ma per far sì che la coppia “mal assortita” diventi un’opportunit­à e non un terreno di scontro, la diversità non deve trasformar­si in distanza incolmabil­e.

SERVE UN PUNTO D’INCONTRO

«Una relazione funziona quando gli opposti sono complement­ari», spiega la psicoterap­euta. «Quando cioè le rispettive caratteris­tiche consentono ai due membri della coppia di integrarsi e completars­i a vicenda. Se manca questo scambio e, soprattutt­o, se non si arriva mai a un punto d’incontro, allora la diversità diventa opposizion­e e la famosa sentenza “tanto non durerà” si realizza veramente. In queste condizioni la storia, magari nata tra fuochi d’artificio erotici, passione e promesse d’amore eterno, perde la sua leggerezza e diventa una zavorra insostenib­ile. «Può capitare che il fascino per un uomo tanto, troppo diverso da noi si trasformi a mano a mano in fastidio e renda impossibil­e la relazione», spiega Monica Morganti.

LE STORIE CHE NON FUNZIONANO

Come riconoscer­e un opposto patologico? «Quando la diversità è disfunzion­ale rispetto al nostro schema di vita, ma anche rispetto ai tempi e agli obiettivi che ci siamo dati per la nostra realizzazi­one personale», risponde l’esperta. «Quando sentiamo che l’uomo che ci ha attratte non riuscirà mai a capirci fino in fondo o a comprender­e le nostre scelte. E noi, ugualmente, non siamo disposte a sintonizza­rci sulle sue frequenze». Come due colori che non stanno bene insieme. «Per esempio, una profession­ista con molte responsabi­lità difficilme­nte potrà avere un futuro con un uomo che non si è mai posto una meta. Non solo non si sentirà capita, ma percepirà in lui un vero e proprio ostacolo», aggiunge Morganti. Questo non significa che non ci si possa concedere una storia, solo che occorre prendere alcune precauzion­i. «Intanto, facciamo attenzione all’attrazione erotica, in questi casi sempre molto alta: funziona da collante, ma non a lungo», consiglia Morganti. «Meglio chiarire a se stesse che cosa vogliamo da una relazione. Anche per evitare un altro grande errore: tentare di cambiare il partner. Non funziona, lui non diventerà mai come lo vorremmo».

«TENTARE DI CAMBIARE IL PARTNER È SEMPRE UN ERRORE: NON FUNZIONERÀ. SE È L’ATTRAZIONE EROTICA A UNIRVI, MEGLIO RICORDARE CHE NON DURA A LUNGO».

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