Gli opposti che si attraggono
Ci sono coppie che, viste dall’esterno, risultano incomprensibili: come fanno due persone così diverse a stare insieme? Eppure funzionano. Ecco perché
Diversi, agli antipodi, improbabili, sbilanciati, eppure così innamorati. Differenze sociali, culturali, ideologiche, ma anche di età, temperamento, stile di vita: certe relazioni, quando sbocciano, sfidano tutte le regole dell’affinità, suscitando l’incredulità di amici e parenti. “Come fanno a stare insieme? Sono troppo diversi, non può funzionare”: la sentenza non concede neppure l’onere della prova. Ma l’innamoramento è quanto di più irrazionale si possa immaginare. È l’attimo in cui l’inconscio sceglie per noi. E ha le sue ragioni, o perlomeno soddisfa i bisogni di quel momento. Ecco perché alcune relazioni “ben assortite” falliscono a sorpresa, mentre certe coppie “strane” funzionano e durano nel tempo.
NON MISURARE CON IL TUO METRO
«Una coppia formata da due partner fatti l’uno per l’altra è solo un’idea romantica che non corrisponde alla realtà», esordisce la psicoterapeuta Monica Morganti. «Tutte le relazioni nascono da un sentimento che fa scattare l’attrazione fisica. A volte sono le affinità che ci mettono in connessione, altre volte le differenze». Perché allora certe unioni, più di altre, suscitano dubbi e critiche? «Accade perché il giudizio è sempre nell’occhio di chi guarda, non è mai oggettivo», spiega l’esperta. «Se io, nella relazione, prediligo il fare insieme, il senso di appartenenza e di vicinanza all’altro, è chiaro che guarderò con preoccupazione all’amica espansiva e socievole che si è messa con un uomo che non uscirebbe mai di casa. Ma se, al contrario, sono attratta dall’alterità e dal brivido della scoperta, mi appariranno noiose quelle coppie che fanno tutto insieme e non hanno mai occasione di discutere».
LA COMFORT ZONE A VOLTE È NOIOSA
Ma che cosa ci spinge a innamorarci di chi sembra appartenere a un pianeta distante dal nostro? «Le regole dell’attrazione sono molto complesse e sempre in evoluzione», spiega Morganti. «In genere, soprattutto in certe fasi della vita, tendiamo ad avvicinarci e a trovare interessanti le persone che hanno qualcosa in comune con noi. Così facendo rispondiamo a un desiderio di stabilità e di affinità, assestandoci in una comfort zone in cui non ci sono sorprese, ma solo condivisione». Talvolta, invece, sentiamo la necessità di lasciare i modelli familiari, già noti, per qualcosa di completamente nuovo. «Ecco allora che l’innamoramento scatta verso chi soddisfa questa curiosità, verso un partner che con le sue idee, le sue abitudini, la sua vita, possa traghettarci in una dimensione sconosciuta e per questo tanto affascinante», prosegue Morganti.
L’EBBREZZA DI ESPLORARE MONDI SCONOSCIUTI La diversità, infatti, ha una funzione specifica: ci fa crescere, ci fa evolvere. «Osserviamo i bambini», suggerisce Morganti. «Ci stupiscono nella scelta degli amichetti del cuore. Perché quasi sempre prediligono chi ha caratteristiche, abilità e predisposizioni diverse da quelle che hanno loro. Istintivamente i più piccoli sono attratti da chi può fornire loro la possibilità di esplorare modi diversi di essere. Ed è proprio grazie al confronto che accrescono e formano la loro personalità». Diventando adulti, applichiamo questa
«GUARDA I BAMBINI: SPESSO SCELGONO AMICI CON CARATTERISTICHE, ABILITÀ E PREDISPOSIZIONI DIFFERENTI DALLE LORO. GRAZIE AL CONFRONTO CRESCONO».
stessa modalità alle relazioni, anche a quelle sentimentali. «Il partner di cui ci innamoriamo rappresenta un’opportunità: quella di insegnarci a essere diversi, di far emergere le potenzialità che ancora non abbiamo espresso. Ma per far sì che la coppia “mal assortita” diventi un’opportunità e non un terreno di scontro, la diversità non deve trasformarsi in distanza incolmabile.
SERVE UN PUNTO D’INCONTRO
«Una relazione funziona quando gli opposti sono complementari», spiega la psicoterapeuta. «Quando cioè le rispettive caratteristiche consentono ai due membri della coppia di integrarsi e completarsi a vicenda. Se manca questo scambio e, soprattutto, se non si arriva mai a un punto d’incontro, allora la diversità diventa opposizione e la famosa sentenza “tanto non durerà” si realizza veramente. In queste condizioni la storia, magari nata tra fuochi d’artificio erotici, passione e promesse d’amore eterno, perde la sua leggerezza e diventa una zavorra insostenibile. «Può capitare che il fascino per un uomo tanto, troppo diverso da noi si trasformi a mano a mano in fastidio e renda impossibile la relazione», spiega Monica Morganti.
LE STORIE CHE NON FUNZIONANO
Come riconoscere un opposto patologico? «Quando la diversità è disfunzionale rispetto al nostro schema di vita, ma anche rispetto ai tempi e agli obiettivi che ci siamo dati per la nostra realizzazione personale», risponde l’esperta. «Quando sentiamo che l’uomo che ci ha attratte non riuscirà mai a capirci fino in fondo o a comprendere le nostre scelte. E noi, ugualmente, non siamo disposte a sintonizzarci sulle sue frequenze». Come due colori che non stanno bene insieme. «Per esempio, una professionista con molte responsabilità difficilmente potrà avere un futuro con un uomo che non si è mai posto una meta. Non solo non si sentirà capita, ma percepirà in lui un vero e proprio ostacolo», aggiunge Morganti. Questo non significa che non ci si possa concedere una storia, solo che occorre prendere alcune precauzioni. «Intanto, facciamo attenzione all’attrazione erotica, in questi casi sempre molto alta: funziona da collante, ma non a lungo», consiglia Morganti. «Meglio chiarire a se stesse che cosa vogliamo da una relazione. Anche per evitare un altro grande errore: tentare di cambiare il partner. Non funziona, lui non diventerà mai come lo vorremmo».
«TENTARE DI CAMBIARE IL PARTNER È SEMPRE UN ERRORE: NON FUNZIONERÀ. SE È L’ATTRAZIONE EROTICA A UNIRVI, MEGLIO RICORDARE CHE NON DURA A LUNGO».