LE APP PER STARE IN FORMA FUNZIONANO?
C’è l’orologio che calcola le ore di sonno profondo, l’anello che misura la quantità di grassi e proteine ingerite, l’app che conta i passi, gli auricolari che controllano il battito cardiaco e il braccialetto che misura la pressione. La tecnologia dedicata al benessere è in pieno boom. Ciò significa che abbiamo a disposizione un’incredibile quantità di dati sul nostro corpo e sulle nostre abitudini impensabile fino a qualche anno fa. Il punto è: come utilizzarli? Alcuni studiosi hanno suddiviso un gruppo di persone con l’obiettivo di dimagrire tra chi aveva un braccialetto per misurare l’attività fisica e chi un programma di attività fornito da uno specialista. Ebbene, questi ultimi sono dimagriti di più. Quindi i fitness tracker non servono a nulla? Gli alert che ci avvisano di andare a letto per completare le nostre 8 ore di sonno sono del tutto inutili? Il calcolo delle calorie tramite codice a barre dei prodotti che mangiamo è fatica sprecata? Ne ho parlato davanti a un caffè con due superesperti. L’atleta di triathlon e fisioterapista Francesca Mei mi ha raccontato che, grazie al monitoraggio del sonno, ha scoperto tante cose. Per esempio che la qualità del suo riposo peggiorava dopo un bicchiere di vino, benché le sembrasse il contrario. Luca Conti, il nostro esperto di salute hi-tech, mi ha spiegato che usa gli strumenti digitali solo come facilitatori della sua routine quotidiana, dalla meditazione del mattino con l’app Calm al controllo dei supercibi ingeriti ogni giorno con l’app Daily Dozen.
Per entrambi, insomma, il segreto consiste nel non delegare alla tecnologia il nostro benessere, ma nell’utilizzarla come strumento di consapevolezza e analisi delle nostre abitudini. Un obiettivo che si raggiunge ancora di più se si condividono le proprie “performance” con gli amici: dalle ore di sonno al menu giornaliero. Saranno loro a correggerci e a metterci sulla buona strada!