LA RIVOLUZIONE DEI TELOMERI È GIÀ REALTÀ
In queste minuscole porzioni di Dna è racchiuso il segreto della longevità. E, come spiega un premio Nobel, il nostro stile di vita è fondamentale per mantenerle (e mantenerci) in salute
Vivere sino a cent’anni: oggi è possibile e una rivoluzionaria scoperta scientifica ha identificato dov’è racchiuso il segreto della longevità. Tutto dipende da come riescono ad ammortizzare il passar degli anni i nostri telomeri, minuscole porzioni di Dna che rivestono le estremità dei cromosomi di ogni cellula e che li proteggono dal deterioramento del materiale genetico. La scoperta ha avuto come protagonista la biologa molecolare Elizabeth Blackburn, premio Nobel per la medicina e autrice, insieme alla psicologa della salute Elissa Epel di La scienza che allunga la vita. La rivoluzione dei telomeri, appena pubblicato da Mondadori). Il libro è un affascinate viaggio alla scoperta di questa sorta di orologi biologici, ma anche un manuale per la loro “sopravvivenza” da cui dipende proprio il fatto di vivere il più a lungo possibile, in salute e in forma.
L’ENZIMA DELLA GIOVINEZZA
«I telomeri intervengono a ogni ricambio cellulare quando, come succede ciclicamente, ossa, pelle, intestino e moltissimi altri tessuti dell’organismo si rinnovano», spiega il dottor Fabrizio d’Adda di Fagagna , a capo di un team di ricercatori del Cnr e dell’Ifom che studia le funzioni dei nostri orologi biologici. «A ogni turn over, le cellule hanno bisogno di istruzioni genetiche intatte per rinnovarsi e queste particelle di Dna provvedono a consegnargliele. A ogni replicazione, però, i telomeri si accorciano, sinché raggiungono un punto di crisi che induce la cellula a far scattare un allarme molecolare che la obbliga a smettere di proliferare: termina il suo ciclo vitale, aprendo così la strada all’invecchiamento. Nonostante ciò, esiste un’enzima prodotto dal nostro organismo che può rallentare questo processo: è la telomerasi che, a ogni replicazione, aggiunge nuovo Dna alla cellula, allungandogli la vita». La
SONO “CAPPUCCI” CHE PROTEGGONO LE PUNTE DEI CROMOSOMI, PRESERVANDONE L’INTEGRITÀ.
novità più interessante è che questo processo è strettamente legato alle nostre abitudini e con quelle giuste possiamo rallentare , o addirittura invertire la senescenza, impedendo alle cellule di invecchiare precocemente.
IL CORTISOLO: L’ORMONE CHE MANDA IN CRISI IL TUO OROLOGIO BIOLOGICO
Il primo step per riuscirci: combattere lo stress emotivo, sia cronico sia percepito. «Anche se non è ancora chiaro quale meccanismo molecolare inneschi, uno studio dell’Università della California di San Francisco ha dimostrato che induce un invecchiamento “addizionale” dei nostri orologi biologici di ben 10 anni e, nei casi più seri, addirittura di 17», commenta il dottor d’Adda di Fagagna. Nulla a che vedere, però, con le piccole dosi di stress cui siamo sottoposti un po’ tutti, i classici alti e bassi della quotidianità, spiega Elizabeth Blackburn. Ciò che fa male ai telomeri sono gli stress prolungati come quelli legati al prendersi cura di un famigliare malato, il burnout indotto dallo stress lavorativo, o le tensioni emotive, oggi purtroppo frequenti, legate alla violenza domestica o al bullismo: mantengono alto il cortisolo, influenzando il lavoro del sistema immunitario e sopprimendo la capacità di produrre telomerasi. «Infatti, accelerano i processi biologici dell’invecchiamento, aprendo la strada a malattie cardiovascolari e a uno stato infiammatorio cronico che ci rende più vulnerabili ai comuni raffreddori, ma anche alle malattie degenerative della terza età», conferma il dottor d’Adda di Fagagna.
LE STRATEGIE PER ALLUNGARE I TELOMERI L’attività fisica, invece, è una medicina allungatelomeri: «Riduce lo stress ossidativo e
l’infiammazione ed è addirittura in grado di aumentare la telomerasi durante la replicazione cellulare», spiega il dottor d’Adda di Fagagna. Un esercizio fisico non vale però l’altro e una ricerca dell’Università del Saarland di Hombrug, in Germania, ha identificato che quelli antiaging sono l’attività aerobica moderata che, in 6 mesi, raddoppia addirittura l’attività della telomerasi, e l’hight intensity interval training (HIIT) che alterna brevi periodi di intensa attività di potenza muscolare a periodi di recupero attivo. Per mantenere al top le funzioni dei nostri orologi biologici è però importante anche quel che si mette in tavola: «Molte delle malattie degenerative della vecchiaia sono proprio facilitate da cattive abitudini alimentari e le ricerche dimostrano che più del 35% delle neoplasie sono proprio riconducibili a una dieta sbagliata», sottolinea il dottor d’Adda di Fagagna. Ridurre la carne rossa (specie quella lavorata di salumi e insaccati), cibi e bibite zuccherate e alcolici sono misure antinvecchiamento, sottolinea la dottoressa Blackburn, mentre è inutile ridurre ciclicamente al minimo le calorie: i periodi di restrizione al momento non hanno dimostrato di avere effetti positivi sui telomeri. Un buon sonno, invece, li ha. Però non è importante solo il numero di ore (in genere 7) che passiamo a letto, ma anche la qualità del riposo e il ritmo: la biologa americana suggerisce perciò di andare a dormire e di svegliarsi a orari sempre regolari. Insomma, la scienza ci allunga la vita, ma le armi per riuscirci, in barba al tempo che passa, stanno proprio nelle nostre mani: per garantirci una medicina antiaging, basta utilizzarle.