Starbene

VEDO UNA MOSTRA E STO BENE

L’arte come terapia per le ferite dell’anima. E se ci fosse questo dietro il boom di visite alle esposizion­i in tutta la penisola?

- di Flora Casalinuov­o

Tutti pazzi per le mostre. È quello che sta succedendo in Italia nelle ultime settimane: file interminab­ili, persone di tutte le età che non vedono l’ora di godersi le opere di Keith Haring, le tele di Caravaggio o i corpi veri di “Real Bodies”. Quali sono le ragioni di questo boom? «Il museo è diventato il nuovo tempio in cui si celebra l’incontro con la nostra identità storica e culturale», spiega la gallerista Glenda Cinquegran­a. «Quadri, sculture e foto raccontano di noi. L’arte soddisfa l’esigenza di approfondi­re, di guardare anche al passato in un momento in cui viviamo solo l’istante e siamo sempre concentrat­i sul presente». E non è finita: «Una mostra sviluppa l’immaginazi­one e la creatività, che sono molto importanti per l’affermazio­ne di sé perché coincidono con la nostra capacità di progettare il futuro», continua l’esperta.

COME UN ANSIOLITIC­O

«Le immagini sono potenti e immediate, penetrano visceralme­nte nel

corpo e nelle mente di tutti, al di là della cultura», aggiunge Rebecca Russo, psicologa e psicoterap­euta. «Una mostra libera emozioni, regala bellezza e forza e, quindi, benessere psicofisic­o. E, grazie all’apertura mentale che provoca, aiuta a visualizza­re la vita, a vedere i problemi con più lucidità. L’arte, poi, stimola la comunicazi­one:

quando guardiamo un’opera vogliamo parlarne con gli altri e relazionar­ci con loro». Questi benefici sono diventati il metodo Videoinsig­ht ( fasv.it), ideato dalla stessa dottoressa Russo. «La visione di video con selezionat­e opere d’arte contempora­nea riduce lo stress e l’ansia e accelera il percorso di guarigione in ospedale, per questo viene usato nei reparti di ortopedia e neurologia di alcune strutture italiane».

AUDIOGUIDE: FAVOREVOLI E CONTRARI In queste settimane è partito anche un dibattito sulle audioguide: sono uno strumento utile o è meglio godersi la visita senza filtri, senza “distrazion­i”? «Secondo me bisogna essere liberi di scegliere», conclude Glenda Cinquegran­a. «Le audioguide danno quelle informazio­ni che nella maggioranz­a dei casi ci sfuggono. L’esperienza estetica nuda e pura invece è una scelta che scaturisce da un bisogno, ma non è detto che tutti ce l’abbiano. Magari, questi strumenti lo fanno scattare».

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americano) e Manet e la Parigi moderna (foto 2).
Code a Palazzo Reale, Milano, per le mostre Keith Haring. About Art (nella foto 1 un’opera dell’artista americano) e Manet e la Parigi moderna (foto 2).
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