Starbene

Troppo computer. E spunta una nuova patologia

La sua sigla è Cvs. Comprende una serie di disturbi che vanno dall’affaticame­nto visivo alle tensioni muscolari

- di Rossella Briganti

Ore e ore davanti allo schermo? A stressarsi non è solo la mente, ma anche gli occhi e la colonna vertebrale, costretta ad assumere posizioni innaturali. Tant’è che è stato coniato un termine per definire questa patologia emergente: Computer Vision Syndrome (Cvs). Comprende i sintomi dovuti all’abuso di dispositiv­i digitali quali pc, smarthpone e tablet: bruciore agli occhi, secchezza congiuntiv­ale, difficoltà a mettere a fuoco le immagini, tensione alle tempie, cefalea, dolori al collo e alle spalle, persino insonnia. La luce blu dei dispositiv­i digitali, usati anche di notte per inseguire l’ultima notifica su Facebook, non solo danneggia la macula (la parte centrale della retina) ma inibisce anche il rilascio della melatonina, che fa scivolare nel sonno e viene secreta dalla ghiandola pineale solo al buio.

LE STRATEGIE PER PREVENIRLA

«La sindrome si può evitare grazie a trucchi da adottare in ufficio e anche dopo, a casa, se si passa la serata incollati allo schermo della tv o del cellulare», spiega Luigi Marino, oculista, docente all’Università di Milano e direttore dell’Istituto europeo occhio secco. «Innanzitut­to occorre controllar­e la distanza dallo schermo: non deve essere inferiore a 30-35 cm per telefonini e tablet e a 60 cm per il monitor del computer. Seduti alla scrivania, bisogna distanziar­e la tastiera quel tanto che basta per riuscire ad appoggiare gran parte dell’avambracci­o. Oltre a utilizzare una poltrona da ufficio ergonomica, è bene scaricare le tensioni del corpo su un poggiapied­i inclinato». Inoltre, anche se il lavoro ci assorbe, dovremmo fare una pausa ogni ora: staccarci dal pc, chiudere gli occhi, “sciogliere” le spalle e fare lo stretching dei muscoli del collo ruotando lentamente la testa a destra, a sinistra, indietro e avanti. Utile, per un breve relax oculare, è anche il cosiddetto “palming”: gomiti sulla scrivania, si massaggian­o gli occhi chiusi con la parte inferiore del palmo delle mani, disegnando piccoli cerchi. Quindi, si spinge lo sguardo altrove, osservando il punto più distante oltre la finestra: serve a favorire il cambio di focus “vicino-lontano” e ad allenare il muscolo ciliare, quello che irrigidend­osi spiana la strada alla presbiopia.

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Cgnrooastn­tsriuso l itela sperto PROF.LUIGI MARINO Oculista, docente all’Università di Milano Tel. 02-70300159 9 maggio ore 9.30-10.30

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