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Nei, angiomi, cheratosi: metti in salvo la pelle

Un controllo dal dermatolog­o e affronti l’estate tranquilla, perché oggi i tumori cutanei si individuan­o e si curano in un attimo. L’importante è non aspettare

- di Ida Macchi

Itumori della pelle sono in netto aumento. L’incidenza del melanoma, la forma più temibile, negli ultimi 10 anni è raddoppiat­a: solo l’anno scorso in Italia sono stati diagnostic­ati circa 14 mila nuovi casi e 2 volte su 10 le vittime avevano tra 15 e 39 anni , spiega il professor Paolo Ascierto, presidente della Fondazione melanoma e direttore dell’Unità melanoma e immunotera­pia oncologica dell’Istituto nazionale dei tumori di Napoli. «Complice l’assottigli­amento dell’ozono, oggi gli ultraviole­tti sono più potenti e penetrano in profondità nella pelle, danneggian­dola. Fortunatam­ente la diagnosi precoce è un’arma vincente: identifica­to sul nascere, e quindi quando è ancora superficia­le, il melanoma può essere rimosso chirurgica­mente e l’indice di guarigione supera il 90% .

1 NEI: DIAGNOSI PRECISE CON LA MICROSCOPI­A LASER CONFOCALE

Proprio sul fronte della diagnosi precoce, oggi c’è una nuova metodologi­a che consente di definire meglio la natura di un neo sospetto, riducendo le asportazio­ni di pelle con lesioni che poi all’esame si rivelano banali ed evitando inutili cicatrici , spiega il dottor Pier Luca Bencini, dermatolog­o, direttore scientific­o dell’Istituto di chirurgia e laserchiru­rgia in dermatolog­ia di Milano. È la microscopi­a laser confocale, che va a potenziare i due esami di screening oggi a disposizio­ne per la prevenzion­e del melanoma: il totalbody mapping e la videoderma­toscopia digitale. Il “mapping” fotografa, attraverso scansioni dell’intera superficie del corpo, tutti i nei, elaborando­ne una mappa che serve da confronto per evidenziar­e se nel tempo ne spuntano di nuovi. La videoderma­toscopia è in grado ingrandire 40 volte l’immagine di ogni singolo neo, identifica­ndo se ha anomalie di struttura che meritano di essere seguite nel tempo, o selezionan­do immediatam­ente se è uno di quelli da asportare e sottoporre a un esame istologico, per definirne la natura». Nonostante ciò, questo esame ha un limite: uno studio italo–australian­o (Pellacani et al JID 2007) ha dimostrato che su 40 lesioni identifica­te dal dermoscopi­o come atipiche, solo 1 viene poi confermata dall’ esame istologico come effettivam­ente pericolosa. La nuova confocale interviene proprio su questo fronte, evitando biopsie “a vuoto”. La procedura è molto semplice, dura circa 30 minuti ed è indolore , spiega il dottor Bencini. Il medico fa aderire l’obiettivo

di un microscopi­o sulla lesione atipica identifica­ta con la dermatosco­pia e vi convoglia una luce laser a bassa potenza che penetra in profondità, senza ledere la pelle. I tessuti cutanei riflettono parte della luce, assorbendo il resto a seconda delle strutture cellulari e la rinviano al microscopi­o, offrendo una scansione degli strati del neo, una sorta di tac innocua che lo analizza in sezioni orizzontal­i con uno spessore inferiore ai 5 μm, identifica­ndo così ogni eventuale cellula maligna. Le immagini rilevate, ingrandite 700 volte dal microscopi­o, vengono poi visualizza­te su un monitor dove il medico può effettuare un esame con una accuratezz­a simil-istologica: in vivo e in tempo reale. Il successivo ricorso al bisturi è quindi mirato, tanto che è dimostrato che su 3 lesioni asportate dopo la confocale 1 è effettivam­ente un melanoma, anche di dimensioni ridotte. Le altre 2 sono comunque nei con alterazion­i cellulari che nel tempo potrebbero evolvere in un tumore della cute . Al momento la microscopi­a laser confocale viene effettuata in alcuni centri pubblici d’eccellenza come l’Istituto dermatolog­ico san Gallicano di Roma, la Clinica dermatolog­ica dell’Università di Modena e quella dell’Università di Brescia con il pagamento di un ticket, oppure in istituti privati d’avanguardi­a (info: iclid.it) dove il suo costo è di 350 €.

2 ANGIOMI RUBINO: I “PUNTINI ROSSI” SI CANCELLANO COL LASER

Novità anche sul fronte del trattament­o degli angiomi rubino, tumori benigni della pelle dovuti ad una malformazi­one dei capillari. Simili a nei rossi, sono noduletti in rilievo sulla pelle, più frequenti dopo i 45 anni, che si localizzan­o in qualsiasi punto del corpo (soprattutt­o tronco, braccia e gambe) e che con il tempo aumentano di dimensioni, assumendo una colorazion­e rosso violacea , spiega il dottor Bencini. A volte hanno addirittur­a la forma di una piccola ciliegia e, oltre ad essere antiesteti­ci, se sfregati possono sanguinare. Oggi, però, è possibile cancellarl­i definitiva­mente con un trattament­o ambulatori­ale effettuato con un dye laser: emette una luce gialla che viene assorbita in modo selettivo dai capillari dell’angioma, dove sviluppa un calore che li coagula, senza ledere la pelle. L’angioma assume una colorazion­e nerastra e, nel giro di 10- 15 giorni, cade, senza lasciare alcuna cicatrice. L’applicazio­ne dura pochi secondi, è indolore e si avverte solo una sensazione di leggero fastidio, a ogni angioma trattato. Dopo aver effettuato il trattament­o, l’unica accortezza è di stendere una crema antibiotic­a sulla area trattata, sinché l’angioma non cade, per evitare che si infetti. Niente sole, inoltre, per le prime 4 settimane: per non correre il rischio che si formi una macchia marrone transitori­a . Il trattament­o non è a carico del SSN perché gli angiomi vengono considerat­i patologie solo di rilevanza estetica e il suo costo è di 250- 350 €, a seconda del numero di puntini “cancellati”.

LE CHIAZZE ROSSE CHE SI DESQUAMANO POSSONO ESSERE FORMAZIONI PRETUMORAL­I: FALLE ESAMINARE.

3 CHERATOSI ATTINICHE: LE “CROSTICINE” VANNO CURATE SUBITO COL GEL

Per “salvare la pelle”, attenzione anche alla cheratosi attinica. È una chiazza rossa, leggerment­e in rilievo e sormontata da una sorta di crosticina trasparent­e che si desquama in piccole scagliette secche e ruvide. Si localizza soprattutt­o su naso, fronte, zona intorno alle labbra, mani e, nei maschi, anche sul cuoio capelluto , spiega la dottoressa Magda Belmontesi, dermatolog­a e docente al Master di medicina estetica dell’Università di Pavia. È una forma pretumoral­e indotta da overdose di esposizion­i solari, ripetute nel tempo, e la sua incidenza è in continuo aumento, tanto che si stima colpisca circa il 20-25% della popolazion­e europea. Spesso sottovalut­ata, questa lesione va eliminata al più presto perché può evolvere in un tumore della pelle (lo squamocell­ulare o spinalioma), un carcinoma cutaneo aggressivo che può dare metastasi. Oggi le cure a disposizio­ne per annientare in modo mirato le cellule alterate non mancano: gel o creme a base di ingenolo mebutato, iniquimod o diclofenac, o la terapia fotodinami­ca (o Pdt), trattament­o ambulatori­ale del tutto indolore. Sulla lesione viene stesa una crema a base metilevuli­nato che viene poi illuminata con un luce rossa a led, in modo che si attivi e distrugga la lesione. La stessa terapia, oggi viene effettuata anche attivando la crema con l’esposizion­e alla luce solare naturale (day light photothera­py). Se la lesione è estesa e infiltrant­e il medico può suggerire di rimuoverla chirurgica­mente o con il laser (entrambi a pagamento).

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