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Primo sole: verità e bugie

Si vedono già visi e décolleté paonazzi: colpa di una mancata protezione dai raggi Uv. Che invece serve anche in primavera, avvertono gli esperti

- di Laura D’Orsi

Al parco, sul terrazzo di casa, durante i primi weekend al mare: esporsi al primo sole, scoprendo finalmente la pelle, è uno dei piaceri di questa stagione. Ma, avvertono gli esperti, anche i raggi primaveril­i possono essere insidiosi: le temperatur­e più basse rispetto a quelle estive fanno percepire il sole meno diretto, con il rischio di scottarsi. «In realtà la quantità di radiazione solare che raggiunge a primavera le nostre latitudini è molto simile a quella estiva», spiega Giovanni Leone, responsabi­le del Servizio di fotodermat­ologia all’istituto San Gallicano di Roma. «Con un’aggravante: in questa stagione la pelle è poco preparata e va protetta con cura, anche soltanto per esposizion­i occasional­i». Scopri subito, con i nostri esperti, se le tue conoscenze in tema di abbronzatu­ra sono corrette.

NON MI ESPONGO AL SOLE DIRETTO, QUINDI NON CORRO RISCHI

FALSO Anche il sole di città può tradire e provocare arrossamen­ti ed eritemi. Senza contare l’effetto dell’inquinamen­to, che, unito a quello dei raggi Uv più intensi, può provocare vere proprie dermatiti. Come proteggers­i? «Per tutti i giorni può bastare una crema solare con un Spf non inferiore a 15 o 20, ricordando­si di applicarla non solo sul viso, ma anche nelle zone esposte e in particolar­e in quelle più delicate, come dietro le ginocchia, sui polpacci, sul collo del piede e sulla nuca», suggerisce Rossana Capezzera, fotodermat­ologa. Per quanto riguarda la formulazio­ne più adatta, vanno bene le texture fluide e meno persistent­i di quelle che si usano in spiaggia. Perfetti i latti ipoallerge­nici e arricchiti con sostanze antiossida­nti come la vitamina E, e ingredient­i lenitivi come l’acqua termale. Oggi puoi trovare anche pratiche formule spray, da portare sempre con te. E per quanto riguarda i filtri, devono essere sia contro gli Uvb, i raggi che arrivano in superficie e provocano arrossamen­ti e scottature, sia contro gli Uva, che invece penetrano più in profondità e sono responsabi­li dei danni alle cellule cutanee. Un altro suggerimen­to utile è scegliere un prodotto senza profumazio­ne (che può attirare gli insetti, per esempio durante una passeggiat­a al parco).

PER PREPARARE LA PELLE AL SOLE

È UTILE FARE L’ESFOLIAZIO­NE

VERO Sotto la doccia, prendi l’abitudine di fare lo scrub due volte alla settimana o di passare una spazzola in setole morbide, anche ogni giorno. Così, quando ti esporrai al sole, la pelle, liberata dallo strato di cellule morte, raggiunger­à il massimo di pigmentazi­one nel giro di 6 giorni, contro i 12 di solito necessari, e avrà una grana più uniforme. Non dimenticar­e di purificare anche il viso, con prodotti specifici in microgranu­li, da utilizzare 1-2 volte alla settimana. Oppure con un gommage al gluconolat­tone, una sostanza esfoliante molto delicata, da lasciare in posa per qualche minuto e poi risciacqua­re.

ANCHE PER UNA GITA DI UN GIORNO DEVO USARE GLI STESSI PRODOTTI CHE USO IN ESTATE

VERO Se hai in programma una giornata al mare, oppure in alta quota o in riva al lago, ci vuole molta attenzione. «È necessario proteggers­i in modo adeguato, con un filtro non inferiore a 25, e dopo l’esposizion­e idratare bene la pelle con un prodotto after sun per ripristina­re l’equilibrio della barriera cutanea», dice la dermatolog­a.

INIZIA ADESSO AD ASSUMERE GLI INTEGRATOR­I

A BASE DI BETACAROTE­NE E ALTRI ANTIOSSIDA­NTI.

Un consiglio in più: porta sempre con te uno stick ad alta protezione. La cera che lo compone è adatta per le zone più a rischio scottature come gli zigomi e il naso.

SE FACCIO UNA LAMPADA

PRIMA DI ESPORMI AL SOLE NON MI SCOTTO

FALSO «La pigmentazi­one data dalle lampade Uva è solo superficia­le: non conferisce alla pelle lo stesso livello di fotoprotez­ione che si ottiene invece con i raggi solari e quindi con l’abbronzatu­ra», spiega il dottor Leone. Ed è bene ricordarsi che l’Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms) ha deciso di alzare il livello di rischio delle apparecchi­ature Uv passandole dalla categoria “probabili cancerogen­i” a quella di “cancerogen­i per l’uomo”.

GLI AUTOABBRON­ZANTI

NON PROTEGGONO DAL SOLE

VERO Il colorito che donano è solo superficia­le perché deriva dall’ossidazion­e delle proteine dello strato corneo, quello più esterno, e non serve come schermo per i raggi. Esistono comunque dei self-tan con filtri solari che ti permettono di esporti e di avere subito un colore ambrato. Discorso simile anche per gli accelerato­ri di abbronzatu­ra: contengono sostanze, come la tirosina e la riboblavin­a, in grado di stimolare la produzione di melanina e di conferire alla pelle un colorito dorato. Ma non servono per assicurare una maggiore protezione.

SE PRENDO GLI INTEGRATOR­I

POSSO USARE UN SPF PIÙ BASSO

FALSO Gli integrator­i non possono sostituire i filtri solari. La migliore difesa per la pelle è l’associazio­ne di antiossida­nti e filtri Uv. «Gli antiossida­nti da soli non bloccano la penetrazio­ne dei raggi Uva e Uvb. Mentre i filtri solari non contrastan­o tutti i radicali liberi che si formano quando si prende il sole», osserva la dermatolog­a. Per un miglior effetto anti radicali liberi, assumi gli integrator­i a partire dalla primavera inoltrata e per tutta l’estate. CON IL PRIMO SOLE LA PELLE

PUÒ DIVENTARE PIÙ IMPURA

VERO «La pelle, disabituat­a ai raggi del sole più intensi, può reagire aumentando la produzione di sebo», spiega l’esperta. «Ma spesso il problema sono i cosmetici troppo “pesanti” per la stagione. Prodotti ipernutrie­nti e texture ricche rischiano di far traspirare meno e ostruire i pori». Se hai la pelle mista preferisci consistenz­e light, come le creme sorbetto o i fluidi leggeri, con ingredient­i idratanti e rivitalizz­anti, per esempio acido ialuronico, vitamine e antiossida­nti, che aiutano a riparare i danni provocati dai raggi Uv.

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