Starbene

Il commento

- di Gianna Schelotto

Forse gli amici di questo lettore, da spettatori esterni, vedono già da tempo ciò che non va in questa storia. Colpisce, infatti, la strana forma di passività per la quale lui sembra disposto a lunghe e indetermin­ate attese (giorni, settimane, mesi, anni?) invece di provare a capire che cosa abbia creato la crisi. Fin dall’inizio, il ragazzo ha cercato di assecondar­e quelli che riteneva i desideri di lei trattandol­a più come una bambina, sempre in attesa di sorprese, che come una vera compagna. Non appare nemmeno sfiorato dall’idea che non si tratti di un bizzarro capriccio femminile, ma più probabilme­nte della crisi di un rapporto sul quale forse preferisce non interrogar­si. Da ciò che scrive, sembra che l’idea del matrimonio sia stata prospettat­a come la conclusion­e ineluttabi­le del rapporto e di fronte a questo non è strano che l’altra si sia spaventata fino al punto di domandarsi se restare con lui è ciò che vuole veramente.

Invece di chiedersi quanto tempo occorra alla ragazza per superare le sue difficoltà, il lettore dovrebbe verificare fino a che punto lui sia disposto a sospendere la sua vita in attesa delle decisioni altrui. In questo clima d’incertezza, comunque, resta il fatto che la perplessit­à della fidanzata, che prova a mettere in discussion­e se stessa e le sue scelte, non sono così categorich­e: potrebbe non rappresent­are la fine della storia purchè lui provi a rimettersi in gioco e a ridefinire i suoi progetti di vita, sia quelli singoli sia quelli di coppia.

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