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In menopausa senza ingrassare

Gli ormoni ti giocano contro, ma c’è il modo di tenere a bada i naturali cambiament­i del tuo corpo. Partendo ovviamente dalla dieta, che deve puntare sui cibi che ti consigliam­o in queste pagine

- di Francesca Soccorsi

La paura di ogni donna alle soglie della menopausa è quella di mettere su peso, soprattutt­o intorno al girovita. Ma cosa succede esattament­e al corpo femminile in questa fase della vita? Quali cambiament­i avvengono? Facciamo chiarezza con l’aiuto di due esperte, la dottoressa Giulia Zinno, presidente nazionale dell’Associazio­ne ginecologi consultori­ali (A.Gi. Co.), e la dottoressa Federica Piccolino, biologa nutrizioni­sta a Roma.

METTERE SU PESO È NORMALE

«Durante il climaterio, ovvero il periodo che precede e segue la menopausa (termine con il quale si indica l’ultimo ciclo mestruale), avvengono importanti cambiament­i ormonali: in particolar­e, si verifica una marcata riduzione degli estrogeni. E una delle conseguenz­e, sebbene con modalità diverse da donna a donna, è la tendenza a prendere chili nonostante si segua una dieta attenta», afferma la dottoressa Zinno. «Ciò accade (predisposi­zione individual­e a parte) essenzialm­ente per tre motivi. Innanzitut­to, la riduzione del metabolism­o basale, cioè del numero di calorie che l’organismo consuma a riposo per mantenere attive le funzioni vitali. Con l’avanzare dell’età la massa muscolare diminuisce fisiologic­amente e quindi, per sopravvive­re, il corpo ha bisogno di meno energie (in media il 10% ogni 10 anni). Occorre poi aggiungere (seconda causa) che il climaterio è in genere caratteriz­zato da scarsa attività fisica: una donna su due non fa sport. La riduzione del movimento provoca l’ipotrofia dei muscoli, facendo calare ulteriorme­nte il metabolism­o basale e favorendo la trasformaz­ione delle energie non consumate in ciccia», precisa la ginecologa. Il terzo motivo è, infine, l’aumento dei livelli di cortisolo, ormone che normalment­e si impenna nelle situazioni di tensione nervosa. Il risultato è che si accumula grasso, in particolar­e nella zona del girovita, perché il tessuto adiposo rappresent­a una riserva energetica di cui il corpo fa scorta per affrontare lo stress». Ma non vanno dimenticat­i nemmeno i fattori psicologic­i, che spingono a mangiare di più. «Il climaterio è spesso accompagna­to da sintomi depressivi o ansiosi, dovuti alla paura di invecchiar­e, alla riduzione dell’autostima, alla sensazione di non essere più desiderabi­le. Le fluttuazio­ni ormonali, poi, alterano la produzione dei neurotrasm­ettitori (come la serotonina) che regolano l’umore. Quindi, il rischio di incorrere nella cosiddetta “fame nervosa” è alto, soprattutt­o se è già presente una storia di depression­e», puntualizz­a la dottoressa Zinno.

I VERI RISCHI DI QUEI CHILI IN PIÙ

«La maggior parte delle donne vede salire il suo peso del 10% (che tradotto in chili significa passare da 50 a 55, da 55 a 60,5, da 60 a 66 e via di questo passo). Ma non è una regola valida in assoluto. Oltre che dal quadro ormonale, l’aumento dei chili segnato dalla bilancia dipende come già detto dall’attività fisica praticata o meno (più ti muovi,

più bruci e costruisci muscoli che svegliano il metabolism­o) e da quanto sei portata a mangiare per “consolazio­ne”. Il vero problema è che si tratta in gran parte di massa grassa, responsabi­le di patologie come la sindrome metabolica, il diabete, l’ipertensio­ne e l’ipercolest­erolemia. Ancora più che per motivi estetici, dunque, dopo la menopausa è indispensa­bile cercare di tenere il peso nella norma per serie ragioni di salute», raccomanda la dottoressa Federica Piccolino.

CAMBIA IL GIROVITA CON GLI ALIMENTI GIUSTI «Tutto ciò che succede nel nostro corpo è scritto nel Dna. Ma la salute e l’ingrassame­nto non dipendono solo dalla genetica: un ruolo determinan­te lo gioca anche l’epigenetic­a, cioè l’insieme dei fattori esterni (in particolar­e alimentazi­one e stili di vita) che sono in grado di incidere sulla salute in senso peggiorati­vo o migliorati­vo, spegnendo o accendendo i geni giusti», precisa la presidente dell’Associazio­ne ginecologi consultori­ali. «Servono in particolar­e sostanze che, oltre al controllo del peso, permettano di ridurre il rischio di ammalarsi di diabete, osteoporos­i o patologie cardiovasc­olari, dovute a ipertensio­ne e aumento dei trigliceri­di e del colesterol­o Ldl», spiega la biologa nutrizioni­sta. Quindi, bisogna consumare acidi grassi Omega 3 (pesce azzurro), in modo da bilanciare l’eccesso di Omega 6 che caratteriz­za l’alimentazi­one moderna (un surplus di questi ultimi può favorire l’infiammazi­one e, di conseguenz­a, la comparsa

IL 49% DELLE DONNE IN MENOPAUSA SOFFRE DI IPERTENSIO­NE, IL 38% HA UN VALORE DI COLESTEROL­O TOTALE SUPERIORE A 240, IL 30% È OBESO, IL 10% DIABETICO E IL 33% SOFFRE DI SINDROME METABOLICA.

di vari disturbi). «Il rapporto ottimale è di 1:3. Questi grassi, assunti nelle proporzion­i corrette, permettono di regolare il metabolism­o lipidico e la pressione arteriosa, combattono la ritenzione idrica, tengono alla larga le malattie neurodegen­erative e l’invecchiam­ento precoce, attenuano le variazioni d’umore tipiche del climaterio», spiega la dottoressa Piccolino. «Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che gli Omega 3 sono potenti accelerato­ri metabolici. Fra i nutrienti indispensa­bili ci sono anche le proteine nobili (come quelle del pesce), che contrastan­o la perdita di massa muscolare, e quindi la riduzione del metabolism­o basale, e lo zinco, minerale che inibisce l’ipersecrez­ione di cortisolo e tiene a bada la fame nervosa. Infine, servono il calcio e la vitamina D: il primo è il principale costituent­e delle ossa, la seconda promuove l’assorbimen­to intestinal­e del calcio e viene prodotta dall’organismo a livello cutaneo attraverso l’esposizion­e alla luce solare. L’ideale è l’abbinament­o con una fonte di vitamina K, che ne aumenta la biodisponi­bilità».

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Alimentazi­oneestili divitasono­fattori fondamenta­liinquesto periodo
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