L’amminoacido “zen”
Così è detto il triptofano, sostanza fondamentale nei processi che regolano l’umore. Ecco in che modo assicurartelo a tavola per combattere ansia e stress
Molti lo chiamano “amminoacido zen”, e non è un caso: il triptofano agisce nell’organismo da precursore della serotonina, ovvero il neurotrasmettitore che modula l’umore e media le sensazioni di benessere e rilassamento. Così, se si abbassano i suoi livelli nell’organismo, si può incorrere in disturbi come l’aumento di irritabilità e aggressività, se non in vere e proprie crisi depressive. Meglio quindi non rischiare carenze...
DOVE LO TROVI
«Il nostro organismo non è in grado di sintetizzare il triptofano autonomamente e per questa ragione devi necessariamente introdurlo con l’alimentazione, possibilmente abbinato a dei carboidrati, come il riso, che ne facilitano l’assorbimento», chiarisce la dottoressa Cinzia Longobucco, biologa nutrizionista a Bari. Le principali fonti di triptofano sono le proteine, in particolare quelle animali: lo trovi infatti in abbondanza nei latticini, in particolare nel parmigiano e nello yogurt, nel pesce (soprattutto tonno e merluzzo), nei crostacei, nel tacchino, nel maiale e nelle uova. «Ma c’è anche nelle banane, nei semi di zucca e di sesamo e nei legumi».
VA ASSUNTO INSIEME ALLA VITAMINA B6
Non basta però scegliere i cibi giusti per averne la dose necessaria al tuo benessere emotivo. Spiega ancora la nostra esperta: «Poiché il triptofano si converte in serotonina solo in presenza di vitamina B6, è bene accompagnarlo ad alimenti che la contengono in quantità. In alcuni casi sono gli stessi che apportano l’amminoacido (carne, uova, legumi), ma è comunque bene inserire nella dieta cereali integrali, spinaci e carote. Un’altra sostanza che ne facilita la conversione è la vitamina C, presente in abbondanza nella frutta e nella verdura».
QUANDO SERVONO GLI INTEGRATORI
In termini assoluti basta una corretta alimentazione per il tuo relax. «Gli integratori di 5-idrossitriptofano, ovvero un derivato dell’amminoacido in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, sono consigliati solo nei casi di vera e propria depressione. Vanno assunti da soli o, se necessario, in sinergia con altri farmaci antidepressivi, e comunque sempre dietro prescrizione medica», conclude la dottoressa Longobucco.