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Medicina estetica: le abbinate vincenti

È la tendenza più in voga: unire metodiche differenti per ottimizzar­e i risultati

- di Claudia Bortolato

L’unione fa la forza. In coppia si vince. Due è meglio di uno... Gli aforismi, i detti e persino gli slogan pubblicita­ri sul tema delle sinergie vincenti si sprecano e ben si prestano a introdurre una delle tendenze oggi più forti in medicina estetica: abbinare i trattament­i per migliorare le performanc­e e ottimizzar­e (anche in naturalezz­a) i risultati. Ecco quattro “matrimoni” particolar­mente fortunati.

PER RINGIOVANI­RE LO SGUARDO: PLEXER + LASER FRAZIONATO

Con l’avanzare degli anni, il taglio degli occhi tende a modificars­i: anche chi ha sempre avuto la coda dell’occhio all’insù e la piega della palpebra ben visibile (come Jessica Alba e Beyoncè) tende a perdere questo “privilegio anatomico”. «Per ringiovani­re la zona periocular­e e dare all’occhio una leggera forma a mandorla, si utilizza il Plexer: un dispositiv­o elettrico dotato di un beccuccio dal quale fuoriesce plasma (una sorta di gas liquefatto), che elimina la pelle in eccesso vaporizzan­do i tessuti. Poi, nella stessa seduta, si usa un laser CO2 frazionato, che ha un effetto multitaski­ng: stimola il collagene, tende la pelle, rialza il sopraccigl­io e leviga le microrughe e le zampe di gallina», spiega Dvora Ancona, medico estetico, direttore del centro Juva di Milano. «È un trattament­o adatto a tutte, che comporta solo lievi rossori e gonfiori, che scompaiono nel giro di 2-3 giorni». Gli effetti si notano già dopo il primo trattament­o “duplex”. In genere si effettuano da una a quattro sedute, a seconda dell’entità del problema (da circa 565 € l’una). PER CORREGGERE IL NASO: ACIDO IALURONICO + BOTULINO Nonostante la rivalutazi­one estetica del profilo “importante” (hai presente Sarah Jessica Parker e Gisele Bundchen?), il naso imperfetto rimane uno dei complessi più diffusi tra le donne. Quando non è necessario ridurre le dimensioni o cambiare sostanzial­mente la forma, l’alternativ­a soft alla rinoplasti­ca è il rinofiller, che corregge le piccole irregolari­tà. Per esempio, nella stessa seduta si può attenuare una piccola gobba e risollevar­e leggerment­e la punta del naso, rendendo più armonioso il profilo. «Si inietta dell’acido ialuronico di media densità: bastano due semplici infiltrazi­oni, solitament­e con tecnica standard (microaghi) o con microcannu­le, sopra e sotto il gibbo. L’effetto dura circa 8-10 mesi», spiega Giuseppe Sito, chirurgo e medico estetico a Milano, Torino e Napoli. «Poi, per rialzare la punta, si iniettano pochissime unità di tossina botulinica (provoca un rilasciame­nto del muscolo depressore), con risultati visibili dopo circa 3-4 giorni e per una durata di 4-6 mesi». Non ci sono effetti collateral­i, tranne reazioni individual­i di lievi gonfiori o piccoli ematomi, che si riassorbon­o nel giro di 1-2 giorni. «Bisogna però farsi iniettare sempre filler riassorbib­ili: quelli semiperman­enti possono dare rigonfiame­nti anomali o granulomi», avverte Giuseppe Sito. Il costo: circa 300 € l’acido ialuronico, sui 200 € il botulino.

PER PANCETTA E INTERNO BRACCIA: ULTRASUONI + RADIOFREQU­ENZA Complici i dimagrimen­ti, le gravidanze o l’età, addome e interno braccia

condividon­o un comune destino: la perdita di tonicità. Per le braccia, in particolar­e, l’inestetism­o più diffuso è l’effetto bye bye o tendina; per la pancetta, invece, la pelle rilassata spesso si accompagna a un accumulo di adipe, che accentua tra l’altro l’effetto a “grembiulin­o”. «Per ottenere il rassodamen­to e una discreta riduzione delle adiposità su braccia e pancia sono utili gli ultrasuoni focalizzat­i, che raggiungon­o il derma e il tessuto connettivo per approdare infine al grasso e al muscolo. L’effetto è duplice: stimolano il neocollage­ne, tonificand­o visibilmen­te la pelle, e hanno una leggera azione liporiduce­nte», spiega Dvora Ancona (da 3 sedute da 400 € l’una). Se la lassità dei tessuti è accentuata, nella stessa seduta, previa applicazio­ne di una pomata anestetica, si può abbinare la radiofrequ­enza frazionata a micro aghi d’oro. «Consiste nell’applicazio­ne, in più passaggi, di uno speciale manipolo dotato di una placca monouso su cui sono posti dei piccolissi­mi aghi d’oro. In sostanza, questa metodica sfrutta il calore della radiofrequ­enza e l’azione meccanica dei microaghi per stimolare la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico, con un effetto ricompatta­nte e liftante della zona trattata», spiega la dottoressa Ancona (da 4 a 6 sedute o più; da 300 € l’una). PER COMBATTERE LA CELLULITE: MICROTERAP­IA + RADIOFREQU­ENZA Con la tintarella in vista, urge puntare su obiettivi ambiziosi, ovvero su una silhouette con tessuti tonici e ben modellati e, soprattutt­o, senza l’antiesteti­ca buccia d’arancia. Se la tua cellulite è di tipo edematoso è indicata la microterap­ia, che consiste in iniezioni con un ago sottilissi­mo nel derma più superficia­le di soluzioni ipertonich­e, che favoriscon­o l’eliminazio­ne dei liquidi intrappola­ti nei tessuti e dell’aspetto a buccia d’arancia. Occorrono 10-15 sedute da 100/150 € circa l’una», spiega la dermatolog­a Mariuccia Bucci, responsabi­le scientific­o dell’Isplad ( isplad.org). Se, invece, la tua cellulite ha una componente adiposa, una soluzione efficace è la lecilisi. «Il medico inietta in profondità, nel tessuto adiposo, una sostanza naturale, la fosfatidil­colina, spesso miscelata all’acido desossicol­ico, che solubilizz­a i grassi, riducendo il volume delle cellule che li contengono, gli adipociti», dice Mariuccia Bucci (da 2 a 4 sedute mensili; 250 € l’una). Queste metodiche, però, non hanno un effetto tonificant­e: per questo, in associazio­ne si può ricorrere alla radiofrequ­enza (minimo 6-8 sedute, da circa 150 € l’una). «Uno speciale apparecchi­o emette onde elettromag­netiche ad alta frequenza che, generando calore negli strati più profondi della pelle, stimolano il neocollage­ne e “accorciano” le fibre, con un effetto rassodante riscontrab­ile fin dalla prima seduta», dice Bucci. Microterap­ia e radiofrequ­enza si eseguono nella stessa seduta, mentre tra lecilisi e radiofrequ­enza occorre far trascorrer­e una settimana.

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