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IL DATORE DI LAVORO NON MI TUTELA CONTRO IL FUMO

- Marco Stucchi, avvocato del Foro di Milano

Il tuo datore di lavoro non ha rispettato le norme che gli impongono di prevenire ogni rischio da fumo passivo per i dipendenti e di adottare le misure generali di prevenzion­e primaria. Inoltre, immagino che nei locali dove lavori sia esposto il cartello con l’indicazion­e “Vietato fumare”, divieto sfacciatam­ente non rispettato. Come noto, nei luoghi di lavoro in cui sono presenti i lavoratori sussiste il divieto assoluto di fumare, mentre nelle salette riservate ai fumatori non possono essere svolte attività lavorative da personale dipendente, anche se saltuarie. In caso di trasgressi­one, il responsabi­le della struttura è tenuto a richiamare chi non rispetta il divieto e a far sì che le infrazioni siano segnalate ai pubblici ufficiali e agli agenti competenti. Inoltre, proprio per tutelare i lavoratori dai danni causati dal fumo passivo, al datore di lavoro è attribuito un potere disciplina­re nei confronti di chi non rispetta il divieto: le relative sanzioni a volte sono espressame­nte indicate nel contratto collettivo nazionale o nei regolament­i aziendali. Nel tuo caso, perciò, il mancato rispetto delle disposizio­ni di legge da parte del datore di lavoro legittima la richiesta di risarcimen­to dei danni alla salute per peggiorame­nto dei problemi respirator­i, richiesta che potrà essere formulata anche contro i colleghi trasgresso­ri. Ti consiglio però di rivolgerti a un medico del lavoro per poter accertare la riconducib­ilità del tuo peggiorame­nto al fumo passivo inalato in ufficio.

Ho problemi respirator­i cronici e nella mia azienda alcuni colleghi fumano. Il mio stato di salute è ulteriorme­nte peggiorato: posso chiedere i danni?

Manuela , Potenza

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