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LA DIETA CHE NON VIETA LA FRITTURA

L’ha messa a punto una celebre nutrizioni­sta. In 4 fasi, della durata di un mese ciascuna, ti insegna a usare bene il cibo. Per conquistar­e il peso forma, senza rinunciare ai piatti gustosi

- di Francesca Soccorsi

sperta di alimentazi­one, oncologa, consulente e conduttric­e di note trasmissio­ni Rai dedicate alla salute e al benessere, per molto tempo la dottoressa Debora Rasio ha insegnato ai suoi pazienti che, per dimagrire in modo definitivo, basta mangiare sano. Gli schemi dietetici rigidi non servono, anzi: nel 95% dei casi, fanno riprendere con gli interessi il peso perso in soli due anni. Ora il suo metodo alimentare è diventato un libro, La dieta non dieta (vedi boxino nella pagina a fianco).

Qual è il punto di forza del suo programma?

«Il fatto di non basarsi su menu restrittiv­i e privi di gusto, che non possono essere seguiti a lungo termine da chi, come me, ha una passione per il cibo. La dieta non dieta propone uno stile alimentare valido per la vita, attraverso il recupero dei buoni sapori della cucina tradiziona­le. Mangiare bene vuol dire rinunciare ai cibi raffinati e industrial­i, che sono pieni di additivi chimici, limitare il consumo di zucchero, sale e grassi scadenti e imparare a riconoscer­e i prodotti che non nutrono e non saziano, ma creano dipendenza e “affamano”».

Perché le diete dimagranti non funzionano?

«Il grasso corporeo è un tessuto protettivo e isolante che il cervello ci fa accumulare per difenderci dalle situazioni di tensione emotiva. Le diete rappresent­ano per l’organismo un ulteriore stress, quindi perpetuano questo meccanismo di stoccaggio. Non basta: i regimi ipocaloric­i rallentano il metabolism­o; quando il corpo percepisce una riduzione della disponibil­ità di calorie, reagisce adattandos­i a bruciarne meno. Infine, alterano il naturale rapporto con il cibo: per natura gli esseri viventi hanno una conoscenza innata del proprio fabbisogno calorico e sono in grado di regolare l’assunzione di alimenti per far fronte a ogni situazione, tuttavia questo “sapere naturale” può essere cancellato dai condiziona­menti dettati dalle diete, che impongono di non ascoltare il segnale di fame».

In realtà nel suo libro descrive un preciso regime dietetico. Non è una contraddiz­ione?

«In passato ho dedicato buona parte del mio lavoro alla spiegazion­e dei principi di un’alimentazi­one sana, scollegand­oli dai dettami proibizion­istici di una dieta: alcune persone rispondeva­no positivame­nte, ma tante altre erano deluse dal fatto di non avere uno schema preciso a cui attenersi. Così, è nata la “non dieta”, un piano nutriziona­le che insegna a nutrirsi bene senza pensare alle calorie. In questo modo la tavola torna a essere fonte di piacere e i prodotti industrial­i perdono attrattiva. Le quattro fasi del programma (tutte della durata di un mese) rappresent­ano una sorta di rieducazio­ne alimentare affinché il cibo torni a essere lo strumento per preservare salute, vitalità e peso forma».

La prima fase ricorda le diete iperpoteic­he...

«All’inizio l’apporto di proteine è appena al di sopra delle raccomanda­zioni (circa 1 g/Kg di peso), mentre sono liberi i grassi sani e le verdure, delle quali si mangiano circa 10 porzioni al giorno. L’eliminazio­ne dei carboidrat­i serve a produrre corpi chetonici (derivati dai lipidi) che forniscono energia ai muscoli, ai tessuti periferici, al cuore e al cervello. Gli studi hanno dimostrato che la chetosi (causata dall’aumento della loro concentraz­ione zione nel sangue) ha diversi benefici: spegne l’infiammazi­one, regola i livelli di insulina, protegge le cellule nervose, migliora la composizio­ne del microbiota intestinal­e, riduce la pressione sanguigna e i livelli di colesterol­o, diminuisce la sensazione di fame e, soprattutt­o, sblocca rapidament­e il metabolism­o. Nel mio metodo la chetosi è blanda, e non comporta rischi per la salute».

Com’è articolato il resto del programma?

«La seconda fase è dedicata a familiariz­zare con i carboidrat­i integrali, iniziando da quelli senza glutine, come il riso nero Venere, il riso rosso, la quinoa, l’amaranto e il grano saraceno. Nella fase 3 si impara a modulare il consumo di proteine, che, se consumate in eccesso, provocano stress ossidativo e alterano molti segnali ormonali, tra cui quello dell’insulina e di mTOR, enzima coinvolto nella crescita delle cellule tumorali. Contempora­neamente, si introducon­o i legumi e i cereali integrali con il glutine, tra cui farro, orzo e segale, che hanno comunque un basso indice glicemico. Infine c’è la fase 4, nella quale si costruisce un piano alimentare equilibrat­o che permette di mantenere il peso giusto e si mangia di tutto, compresi alcuni alimenti-farmaci come il cioccolato e la frutta secca oleosa. Chi deve ancora dimagrire continuerà a calare anche in questa fase, sebbene in maniera più graduale. Tuttavia, se l’obiettivo del peso forma dovesse risultare ancora lontano, trascorso qualche mese potrà ricomincia­re il programma dall’inizio».

Lei come si comporta a tavola per rimanere in forma?

«Ho sperimenta­to su me stessa i danni delle diete restrittiv­e. A 20 anni ne feci una drastica: persi 6 chili, ma dopo qualche mese mi ritrovai a mangiare senza controllo, arrivando a riprendern­e 11. Ho impiegato molto tempo per capire che la mia sregolatez­za era il risultato dell’errata divisione tra alimenti permessi e proibiti. Quando mi sono resa conto che potevo mangiare liberament­e, ho smesso di ingurgitar­e cibo in modo compulsivo e da allora non ho mai più fatto un giorno a stecchetto».

Quali consigli dà alle donne per mantenersi in salute e prevenire tumori e malattie cardiovasc­olari?

«È un invito valido per tutti: tornare all’alimentazi­one dei nostri nonni, che non conoscevan­o la parola “caloria”. Allora l’incidenza delle malattie del benessere era molto più bassa e l’obesità e il diabete non avevano le dimensioni di un’epidemia. Si mangiava solo ciò che offriva la natura, rispettand­o il ciclo delle stagioni, e gli uomini usavano le mani per dissodare la terra, non per raffinare il grano. Un’utopia nostalgica? No, un obiettivo alla portata di tutti».

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dieta ciascuno smaltirà i chili che ha bisogno di perdere per ritrovare il peso forma. Poi, il calo si arresterà da solo», chiarisce l’autrice del libro ( Mondadori, 320 pag, 18,50 €).
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Ti farà dimagrire il “giusto” per te «Con la dieta non dieta ciascuno smaltirà i chili che ha bisogno di perdere per ritrovare il peso forma. Poi, il calo si arresterà da solo», chiarisce l’autrice del libro ( Mondadori, 320 pag, 18,50 €). unavolta...

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