ANCHE TU PUOI SALVARE IL PIANETA
Sai che se compri la carne che proviene dagli allevamenti intensivi metti a rischio la sopravvivenza di specie a rischio di estinzione? Qui ti spieghiamo perché
Che la Terra stia soffrendo è ormai noto a tutti. Eppure siamo ancora molto lontani dagli obiettivi che i governi si sono dati per invertire la rotta prima che sia troppo tardi. Per esempio, il riciclo dei rifiuti in Italia è al 45% contro la stima prevista del 65%, le emissioni di anidride carbonica aumentano ancora (+3% nel 2015) e su 672 specie di vertebrati, ben 161 sono a rischio di estinzione. Sono i dati sui quali si riflette al primo Festival dello sviluppo sostenibile (come viene illustrato nel box), un’occasione per fare il punto su ciò che ancora manca perché l’inversione di marcia avvenga al più presto.
PENSA IN MODO GLOBALE Spesso facciamo l’errore di collegare lo sviluppo sostenibile solo alle tematiche ambientali, ma non è così. «Tutto è collegato», spiega Enrico Giovannini, portavoce ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. «I temi ambientali sono strettamente connessi a tutti gli altri: se io getto il cibo, sto sprecando risorse, inquino e contribuisco ad aumentare la povertà generale; se passo un’educazione alimentare scorretta ai miei figli, abituandoli a mangiare junk food, avranno problemi di salute, tanto per fare due classici esempi », afferma l’esperto di ASviS.
CAMBIA IL FUTURO CON UN GESTO
Se è facile capire che una buona raccolta differenziata favorisce il riciclo e quindi il risparmio delle risorse, è più difficile collegare i nostri comportamenti quotidiani a problemi come l’estinzione dell’elefante a Sumatra e del Giaguaro in Brasile. «Eppure anche questi ci riguardano da vicino», spiega Philip Lymbery, autore di Dead Zone (edizioni Nutrimenti) e presidente internazionale di Ciwf, la maggiore organizzazione internazionale per la protezione degli animali da allevamento. «L’ultimo habitat dell’elefante di Sumatra sta scomparendo a causa della deforestazione. Si fa posto alla palma da olio che serve per i mangimi destinati agli allevamenti intensivi. L’Unione europea è il più grande importatore di palmisto (olio ricavato dai noccioli di palma usato dall’industria alimentare), ecco perché il nostro acquisto di carne al supermercato è collegato al destino dell’elefante». Lo stesso succede in Brasi- le per il giaguaro: il suo habitat è minacciato dalla coltivazione intensiva della soia, anche questa usata per i mangimi di maiali, polli e bovini. L’Ue importa circa 35 milioni di tonnellate di farina di soia ogni anno. «Quando si estingue una razza selvatica è come se si rimuovesse l’anello di una catena», sostiene Philip Limbery. «E le ripercussioni sono già in atto. Ecco perché è necessario ridurre il consumo di carne e uova. Facendolo, aiuterai i polmoni verdi del pianeta e le specie a rischio. Puoi scegliere fonti proteiche di origine vegetale, come i legumi. Oppure, compra la carne da piccoli allevatori, controllando che utilizzino mangime biologico e privo di antibiotici», conclude l’esperto.