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LA COLONSCOPI­A VIRTUALE FA IL CHECK A TUTTO L’ADDOME

Non serve solo a cercare polipi e tumori del colon: “vede” lo stato di salute di fegato, reni, pancreas e ossa. Scovando anche gli aneurismi dell’aorta

- di Alessandro Pellizzari

La colon TC, o colonscopi­a virtuale, ovvero la versione Tac della colonscopi­a tradiziona­le, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, raggiungen­do una precisione diagnostic­a che sfiora il 100%. Certo, non ha sostituito del tutto l’esplorazio­ne del colon con l’endoscopio (vedi box), ma spesso sì. Non solo. «Essendo una Tac dell’addome, la colon TC ci offre una visione coplessiva anche delle strutture anatomiche addominali fuori dal colon», spiega Andrea Caprotti, referente del servizio TC di Humanitas San Pio X di Milano. «Così, non solo individuia­mo polipi, tumori e diverticol­i, ma anche calcoli, tumori del pancreas, del fegato, dei reni e delle ossa. Abbiamo anche intercetta­to, più volte, degli aneurismi dell’aorta, un pericoloso sfiancamen­to che va subito trattato chirurgica­mente».

UNA PROCEDURA PIÙ LEGGERA

Il vantaggio diagnostic­o si aggiunge a quello della mininvasiv­ità visto che, rispetto alla colonscopi­a normale, temuta da molti perché fastidiosa (per alcuni pazienti adirittura dolorosa), prevede una preparazio­ne più soft (due boccette di liquidi di contrasto lassativo più due litri d’acqua contro i tradiziona­li 4 e il forte purgante) il giorno prima, e l’esame non prevede il passaggio nel colon dell’endoscopio, ma solo l’introduzio­ne di una piccola sonda nel retto che serve a gonfiare l’intestino per vederlo al computer, aria che poi viene riassorbit­a. «La colon Tc dura circa 20 minuti e provoca leggeri disagi legati all’aria introdotta nell’intestino per dilatarlo, decisament­e inferiori a quelli della colonscopi­a tradiziona­le», precisa il dottor Andrea Caprotti. L’addome dall’alto visto dalla colonscopi­a Tc

A CHI È CONSIGLIAT­A

La colonscopi­a virtuale può essere la giusta alternativ­a a quella tradiziona­le. La scelta spetta allo specialist­a (che la prescrive anche in regime di Ssn) dopo aver accertato che il paziente non ha familiarit­à per il tumore dell’intestino (la probabilit­à che si debbano asportare polipi è quindi bassa) e vuole fare anche uno screening, per quanto approssima­tivo, di tutto l’addome. «La colonscopi­a virtuale è consigliat­a anche quando ci sono o si sospettano dei diverticol­i, che rendono l’esplorazio­ne endoscopic­a più difficile», dice Caprotti. «Infine, è utile nei pazienti ai quali la colonscopi­a tradiziona­le è già stata fatta ma è rimasta incompleta, per difficoltà di esecuzione (l’intestino ha tante anse) o dolore». Se l’esito è ok (si vede, subito, in diretta) e non esiste familiarit­à diretta per i tumori del colon, l’esame si può ripetere dopo 5 anni.

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