LA COLONSCOPIA VIRTUALE FA IL CHECK A TUTTO L’ADDOME
Non serve solo a cercare polipi e tumori del colon: “vede” lo stato di salute di fegato, reni, pancreas e ossa. Scovando anche gli aneurismi dell’aorta
La colon TC, o colonscopia virtuale, ovvero la versione Tac della colonscopia tradizionale, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, raggiungendo una precisione diagnostica che sfiora il 100%. Certo, non ha sostituito del tutto l’esplorazione del colon con l’endoscopio (vedi box), ma spesso sì. Non solo. «Essendo una Tac dell’addome, la colon TC ci offre una visione coplessiva anche delle strutture anatomiche addominali fuori dal colon», spiega Andrea Caprotti, referente del servizio TC di Humanitas San Pio X di Milano. «Così, non solo individuiamo polipi, tumori e diverticoli, ma anche calcoli, tumori del pancreas, del fegato, dei reni e delle ossa. Abbiamo anche intercettato, più volte, degli aneurismi dell’aorta, un pericoloso sfiancamento che va subito trattato chirurgicamente».
UNA PROCEDURA PIÙ LEGGERA
Il vantaggio diagnostico si aggiunge a quello della mininvasività visto che, rispetto alla colonscopia normale, temuta da molti perché fastidiosa (per alcuni pazienti adirittura dolorosa), prevede una preparazione più soft (due boccette di liquidi di contrasto lassativo più due litri d’acqua contro i tradizionali 4 e il forte purgante) il giorno prima, e l’esame non prevede il passaggio nel colon dell’endoscopio, ma solo l’introduzione di una piccola sonda nel retto che serve a gonfiare l’intestino per vederlo al computer, aria che poi viene riassorbita. «La colon Tc dura circa 20 minuti e provoca leggeri disagi legati all’aria introdotta nell’intestino per dilatarlo, decisamente inferiori a quelli della colonscopia tradizionale», precisa il dottor Andrea Caprotti. L’addome dall’alto visto dalla colonscopia Tc
A CHI È CONSIGLIATA
La colonscopia virtuale può essere la giusta alternativa a quella tradizionale. La scelta spetta allo specialista (che la prescrive anche in regime di Ssn) dopo aver accertato che il paziente non ha familiarità per il tumore dell’intestino (la probabilità che si debbano asportare polipi è quindi bassa) e vuole fare anche uno screening, per quanto approssimativo, di tutto l’addome. «La colonscopia virtuale è consigliata anche quando ci sono o si sospettano dei diverticoli, che rendono l’esplorazione endoscopica più difficile», dice Caprotti. «Infine, è utile nei pazienti ai quali la colonscopia tradizionale è già stata fatta ma è rimasta incompleta, per difficoltà di esecuzione (l’intestino ha tante anse) o dolore». Se l’esito è ok (si vede, subito, in diretta) e non esiste familiarità diretta per i tumori del colon, l’esame si può ripetere dopo 5 anni.