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PROTEGGILI DAL RISCHIO “OSSA DI CRISTALLO”

Durante la pubertà si forma il 36% dello scheletro: per renderlo forte bisogna puntare sull’attività fisica. Cinque volte la settimana

- di Ida Macchi

Correre, saltare e fare sport: è scritto nel Dna dei nostri bambini, ma i teenager del nuovo millennio preferisco­no sfidarsi in un video game piuttosto che in una partita a calcetto. Risultato: l’obesità, per la quale i bimbi italiani si sono guadagnati la maglia nera in Europa, ma anche uno scheletro a maggior rischio di fratture. Lo dimostra una ricerca dell’Università della British Columbia, in Canada: con immagini ai raggi X ad alta risoluzion­e, ha monitorato la struttura ossea di 309 adolescent­i di entrambi i sessi in una fase cruciale della loro crescita (i maschi tra i 12 e i 16 anni, le femmine tra i 10 e i 14 anni), evidenzian­do che i sedentari hanno ossa più fragili, di “cristallo”.

DEVONO FARE TANTO MOVIMENTO

«Nulla di strano», spiega il dottor Attilio Turchetta, responsabi­le della Uosd di Medicina dello sport dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Il 36% dello scheletro si forma proprio durante gli anni della pubertà, quando gli ormoni sessuali si affiancano al Gh (l’ormone della crescita) accelerand­o l’allungamen­to osseo. Questo processo avviene al meglio con il contributo dell’attività fisica: mette in moto le fasce muscolari che stimolano una perfetta mineralizz­azione dello scheletro, permettend­ogli di sfruttare tutto il calcio introdotto con l’alimentazi­one. Non solo: durante il movimento, per il semplice fatto di stare in posizione eretta, la forza di gravità agisce da “carico” sulle ossa, rendendole più dure e resistenti».

BASTA GIOCARE ALL’ARIA APERTA

«È quindi importante che i nostri ragazzi si muovano e facciano sport, soprattutt­o quelli aerobici e di intensità moderata (come ciclismo, nuoto, ginnastica artistica, pallavolo, calcio o corsa): mettono in moto i grossi gruppi muscolari, agendo a 360° sulla struttura ossea», suggerisce il dottor Turchetta. «Effetti protettivi si ottengono anche con sport asimmetric­i come il tennis o la scherma, perché oggi sono sempre associati a una preparazio­ne atletica che sviluppa anche l’altra metà del corpo. Per i bambini che non gradiscono un percorso di esercizio strutturat­o, però, bastano anche il gioco e la corsa all’aria aperta, ma è importante che le “dosi” di movimento siano di almeno 45 minuti 5 volte la settimana. Stare all’aperto offre peraltro un ulteriore beneficio: grazie all’azione dei raggi solari, l’organismo converte la vitamina D nella sua forma attiva, fondamenta­le per un perfetto assorbimen­to del calcio. Infine è importante spronare i nostri figli, soprattutt­o se li vediamo davvero eccessivam­ente pigri, a combattere la sedentarie­tà con piccole abitudini di vita: salendo le scale a piedi, scendendo dall’autobus che li porta a scuola almeno due fermate prima di essere arrivati alla meta e facendo altrettant­o quando tornano a casa».

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