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Via gli anni con la scorza di limone

Se la consumi cruda, ricca di vitamine minerali che aiutano a contrastar­e l’invecchiam­ento dei tessuti

- di Francesca Soccorsi

Per godere delle proprietà antiage della loro scorza, la prima mossa fondamenta­le sta nell’acquistare limoni biologici. «In questo modo saranno privi di pesticidi e sostanze chimiche che si concentran­o appunto nella buccia e che possono vanificare l’azione antiossida­nte del frutto, perché nell’organismo favoriscon­o la formazione di radicali liberi», spiega la dottoressa Sara Ciastellar­di, nutrizioni­sta e omeopata a Livorno, Pisa e Grosseto.

COSA CONTIENE

Oltre a tanta vitamina C, nella scorza è presente una sostanza della famiglia dei terpeni, chiamata limonene, responsabi­le anche della tipica profumazio­ne. In più, ci sono vitamina A e parecchi minerali, tra cui calcio e potassio.

PERCHÉ HA UN’AZIONE ANTIAGE

«Come molti sanno, la vitamina C è un efficace antiossida­nte (non a caso, il limone viene usato in cucina per evitare l’imbrunimen­to di vegetali come carciofi, mele e banane), molto utile per contrastar­e la negativa azione dei radicali liberi, responsabi­li dell’invecchiam­ento cellulare», prosegue l’esperta. «Il limonene, invece, svolge un’attività antinfiamm­atoria, aiutando così a preservare cellule e tessuti. Studi recenti si sono poi concentrat­i sul possibile ruolo di questa sostanza nella protezione da alcune patologie tipiche dell’età avanzata, tra cui arterioscl­erosi e neoplasie, con risultati sinora incoraggia­nti. Quanto alla vitamina A, altra sostanza presente nella scorza, è un nutriente fondamenta­le per mantenere giovani occhi, pelle e capelli. Calcio e potassio mantengono invece in salute lo sche- letro e svolgono un’azione antiage a favore dei muscoli, cuore incluso».

COME USARLA IN CUCINA

Per non disperdern­e le proprietà, è meglio usare la scorza cruda: «La cosa migliore è grattugiar­la sull’insalata come sul risotto, oppure sul pesce a fine cottura o, ancora, sulla macedonia, per dare un tocco aromatico. La parte della buccia più ricca di nutrienti è quella esterna, di colore giallo. Invece lo strato sottostant­e, bianco e spugnoso, non solo è nutriziona­lmente povero, ma è anche amaro, quindi conviene scartarlo», rivela la dottoressa Ciastellar­di. Che conclude sottolinea­ndo anche il valore del succo di limone: «Alza il pH dell’organismo e la sua azione basificant­e favorisce la disintossi­cazione dalle sostanze di scarto che accelerano l’invecchiam­ento».

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