Starbene

I migliori trucchi per rinforzare la memoria

Carenza di sonno, stress e impegni multitaski­ng mettono alla prova la tua capacità di ricordare? Riposa, rilassati e metti in pratica questi accorgimen­ti

- di Valentino Maimone

II 7% degli italiani over 65 soffre di disturbi della memoria, come dice la Società italiana di neurologia. Ma problemi di concentraz­ione, difficoltà nel mantenere l’attenzione e piccole dimentican­ze non sono un’esclusiva della terza età: anzi, stanno diventando sempre più frequenti addirittur­a prima dell’ingresso negli “anta”. E con il progressiv­o aumento dell’età media della popolazion­e, il problema non potrà che estendersi ulteriorme­nte. Questo non significa che occorra arrendersi. Il processo di invecchiam­ento del cervello, che porta anche a lapsus e deficit di memoria, si può rallentare, basta conoscere i metodi più giusti ed efficaci. Starbene ha chiesto di illustrare le tecniche migliori a due esperti: il professor Nicola Biagio Mercuri, ordinario di neurologia all’Università di Roma Tor Vergata e direttore dei laboratori di neurologia sperimenta­le della Irccs Fondazione Santa Lucia, e Matteo Salvo, Internatio­nal master of memory ai Campionati mondiali di memoria nel 2013. PICCOLE DIMENTICAN­ZE? BASTA UN INTEGRATOR­E Perché la memoria ogni tanto va in tilt? «Se si tratta di piccoli vuoti, come dimenticar­e il cellulare o dove si è parcheggia­ta l’auto, è molto probabile che si tratti solo di stress. Ansia, nervosismo e agitazione, collegati ai ritmi frenetici quotidiani, sono il perfetto interrutto­re dei buchi di memoria», spiega il professor Mercuri. In questo caso il problema si risolve facilmente e senza farmaci: «Con un normale prelievo del sangue si può capire se all’organismo mancano vitamine fondamenta­li, come la B1 e la B12, indispensa­bili per l’attivi-

MEDITARE PER MEZZ’ORA AL GIORNO POTENZIA, NEL GIRO DI 2 MESI, LE AREE DEL CERVELLO ASSOCIATE A MEMORIA E APPRENDIME­NTO

tà cerebrale. Può succedere a chi salta i pasti, mangia male o accusa un calo degli zuccheri. «È sufficient­e assumerli per un mese, una volta al giorno, per vedere i primi risultati positivi. Per sicurezza si può ripetere il trattament­o 3-4 volte l’anno, con pause di 3-4 mesi tra un ciclo e l’altro», tranquilli­zza il neurologo.

SE I VUOTI SONO PIÙ SERI, OCCHIO AL SONNO Se, per esempio, hai la sensazione di non ricordare nulla poco prima di un esame per cui hai studiato a lungo, o di una presentazi­one che hai preparatat­o nei dettagli, potrebbe dipendere da un’altra causa: «La quantità e la qualità del sonno. Superati i 35 anni, le persone che sono in forte sovrappeso e russano tendono a soffrire anche di apnee notturne», precisa il professor Nicola Biagio Mercuri. «Dormono poco e male, si svegliano di frequente durante la notte perché non respirano bene. Ciò porta il cervello a non ossigenars­i come dovrebbe, con la conseguenz­a di avere disturbi dell’attenzione e della memoria durante il giorno», chiarisce il neurologo. Punta su stili di vita equilibrat­i, fatti di una nutrizione sana e corretta, sonno di qualità e attività fisica. «In effetti le nostre abitudini quotidiane influiscon­o molto sulla capacità di ricordare», spiega il professor Mercuri. «Prendiamo l’alcol, per esempio: in dosi moderate, cioè non più di un quarto di litro di vino rosso al giorno, può anche essere un valido amico del cervello perché aiuta i neuroni a funzionare meglio. Ma berne di più, peggio ancora se a stomaco vuoto o non abbastanza pieno, sortisce l’effetto opposto: la corteccia cerebrale si assottigli­a al punto che le strutture

incaricate di far funzionare la memoria diminuisco­no. E di conseguenz­a aumenta la fatica di ricordare cose anche importanti». Quindi, occorre raddrizzar­e la cattive abitudini: «Concediti almeno un paio di sessioni di attività fisica aerobica alla settimana da circa 45-60 minuti, siediti a tavola a orari regolari mangiando soprattutt­o determinat­i alimenti benefici per la memoria (vedi box in alto) e assicurati circa sette ore di riposo notturno», suggerisce il professor Nicola Biagio Mercuri. : «Se a questo aggiungiam­o un allenament­o della mente ad hoc, i risultati sono assicurati», fa notare l’esperto, Matteo Salvo. Se però, nonostante questi accorgimen­ti la situazione non migliora, diventa opportuna una visita dal neurologo: «Potrebbe prescriver­e una polisonnog­rafia per confermare la diagnosi di apnee notturne. Si tratta di un test indolore che si può fare da soli a casa per misurare l’ossigenazi­one del cervello mentre si dorme».

MANDA ALLA MENTE SOLO COMANDI POSITIVI

A causare le dimentican­ze, però, può anche essere la mancanza di concentraz­ione: «Se ti basta pochissimo per distrarti, perdere il filo oppure inizi tanti progetti insieme salvo poi concludern­e con difficoltà uno solo, il responsabi­le è quasi sempre il multitaski­ng. Occuparsi di più cose nello stesso tempo, non è affatto salutare per la mente», osserva il professor Mercuri. «Quando ti accolli tanti compiti contempora­neamente si finisce per non approfondi­rne neanche uno. Così il cervello non riesce a focalizzar­e le sue forze e la dispersion­e di attenzione è inevitabil­e». La soluzione, anche in questo caso, passa per le abitudini quotidiane: «Se sei abituato a lavorare tenendo la radio oppure il televisore accesa, spegnili subito. Oppure sforzati di cominciare e concludere un compito per volta. E cerca di ritagliart­i più spazio per te stessa, in modo da allentare la morsa del multitaski­ng che troppe volte consideria­mo necessario senza che invece lo sia realmente», ricorda il professor Mercuri. Inoltre, cambia anche il modo in cui ti rivolgi a te stesso: «Un segreto per rimanere concentrat­i è inviare alla mente soltanto comandi positivi e non negazioni. Quindi, invece di usare una formula come “non mi devo distrarre”, preferisci “voglio restare rilassato”», conclude il campione di memoria Matteo Salvo.

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7% Gli italiani over 65 che soffrono di disturbi della memoria
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