La dieta che spegne l’acidità
Contro i bruciori di stomaco porta in tavola pollo, pesce, cereali integrali e legumi. Eliminerai anche i rotolini...
Ben il 25% degli italiani soffre di problemi di stomaco come reflusso, pesantezza, gonfiore, bruciore. Disturbi che possono diventare più fastidiosi e frequenti in estate: caldo e sbalzi termici tendono infatti ad accentuare i sintomi. Per ridurre (o addirittura cancellare) il malessere, la soluzione è scegliere i cibi giusti: ne è convinto Jonathan Aviv, medico statunitense di fama internazionale, ideatore di un programma alimentare mirato che, in 28 giorni, promette di migliorare non solo la digestione, ma anche la linea. Sulla base del suo libro La dieta antiacido (vedi box nella pagina a fianco) e con le dritte della biologa nutrizionista Mariarosa Di Lella, ecco allora cosa fare per stare meglio.
ELIMINA GLI ALIMENTI IRRITANTI
Tutti gli alimenti che hanno un pH (l’unità di misura dell’acidità) inferiore a 5 attivano la pepsina. «Questo enzima presente nello stomaco può in alcune situazioni, per esempio se prodotto in quantità eccessive o se le valvole dell’esofago non funzionano bene, risalire verso l’alto e corrodere i tessuti della parte iniziale del tubo digerente e della gola, provocando infiammazioni, bruciore, asma, catarro, tosse e favorendo, a lungo andare, la comparsa di tumori», spiega la dottoressa Di Lella. Diversi studi hanno infatti dimostrato come sempre più casi di cancro esofageo siano associati alle lesioni da acido. «Per curare i disturbi lievi e prevenire le conseguenze più gravi la prima regola da seguire è rinunciare a bevande gassate, tè, caffè, agrumi, pomodori, aceto, vino, cioccolato, menta, cipolla e aglio crudi», consiglia la nostra esperta. «E stare inoltre alla larga da cibi in scatola e prodotti industriali che contengono conservanti come solfiti, nitriti, nitrati, anidride carbonica (controlla se sono presenti leggendo la lista degli ingredienti)».
MANGIA PIÙ FIBRE
«Sia quelle solubili (fornite soprattutto da fagioli, lenticchie, frutta secca, semi, crusca d’avena, pere, cavolini di Bruxelles e patate) sia quelle insolubili (presenti in quantità in crusca di grano, cereali integrali, verdure a foglia larga e scura, cavoli, zucchine) frenano la liberazione della pepsina», spiega la dottoressa Di Lella. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Food Science and Nutrition dimostra che il consumo di fibre
Migliora la digestione
e la linea con cibi ricchi e di fibre
antiossidanti
alimentari è associato in modo significativo alla riduzione del rischio di “esofago di Barrett”, un problema legato ai tessuti che può aprire la strada allo sviluppo di un tipo di tumore molto aggressivo. «In realtà, il ruolo chiave di legumi, cereali, frutta e verdura nella prevenzione del cancro esofageo è dovuto non solo alle fibre, ma anche a vitamine, minerali e antiossidanti, come conferma un’altra ricerca scientifica condotta da Lawrence de Koning e Frank Hu, della Harvard School of Public Health», puntualizza la biologa nutrizionista. «Questi micronutrienti agiscono come unità antincendio, che nell’immediato aiutano a spegnere il fuoco causato dalla pepsina, mentre nel lungo periodo consentono di contrastare lo stress ossidativo e tenere sotto controllo l’infiammazione cronica». Ecco perché è bene consumare vegetali in abbondanza: almeno 200 grammi di frutta e 450 grammi di verdura al giorno, secondo la dieta del dottor Aviv che ti proponiamo alle pagine seguenti.
NON RINUNCIARE A GRASSI SANI E PROTEINE Anche questi nutrienti sono importanti per proteggere gli organi dall’aggressione dei succhi gastrici o favorire la guarigione dei tessuti danneggiati. «I grassi monoinsaturi (presenti in particolare nell’olio extravergine d’oliva, nell’avocado, negli anacardi, nelle mandorle e nelle arachidi) hanno un’azione antiossidante e antinfiammatoria», afferma la dottoressa Di Lella. Mentre gli Omega 3 del pesce (in particolare di acciughe, aringhe, salmone) e delle noci e dei semi di lino contribuiscono all’integrità e impermeabilità delle pareti cellulari difendendo i tessuti dalle sostanze acide. Quanto alle proteine, gli aminoacidi che le formano vengono utilizzati dall’organismo per autoripararsi. «Attenzione, però», mette in guardia la nostra esperta: «devi puntare su quelle di origine animale o vegetale più salutari, fornite per esempio da pollo e tacchino consumati