Dormire bene
Quando il piccolo sceglie il lettone
Tuo figlio non vuole saperne di dormire nel suo lettino e tu sei costretta ad alzarti continuamente per calmarlo, a discapito del tuo sonno? «I risvegli notturni dei bambini fino ai 3-4 anni, che tanto mettono in crisi i genitori, permettono lo sviluppo del loro sistema nervoso», spiega Giusy Bozza, psicologa psicoterapeuta, socia fondatrice del Mippe, Movimento italiano psicologia perinatale. «Pretendere che il figlio dorma di filato tutta la notte è insensato e i tentativi fatti per “convincerlo” si rivelano in genere frustranti, se non deleteri. Tanto vale farlo stare nel lettone, tra mamma e papà. E con il co-sleeping (“sonno condiviso”), il bambino, a stretto contatto fisico ed emotivo con i genitori, s’assicura sonni tranquilli e prolungati. «Perché i suoi ritmi di sonno tendono a sincronizzarsi su quegli adulti; perché ha la certezza di avere mamma e papà a completa disposizione se ha un incubo o paura del buio». Per i genitori però non è facile riuscire a riposare con lui che si muove nel letto, che spesso si mette di traverso costringendoli ad attaccarsi al bordo del materasso. E soprattutto con il “tormento” di trasmettergli cattive abitudini.
LIBERATI DAI SENSI DI COLPA
Il primo consiglio, allora, è non pensare di sbagliare. In base ai dati della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e della Sicupp (Società italiana delle cure primarie pediatriche) quasi un terzo dei bambini italiano è abituato a “ronfare” in mezzo ai genitori. E da anni autorevoli esperti di sonno infantile hanno sdoganato la pratica del co-sleeping: farlo dormire nel lettone non significa viziare il bambino ma solo rispettare il suo bisogno di essere rassicurato. «Meglio, quindi, sopportare qualche mese che tuo figlio dorma nel lettone, attendendo che raggiunga la giusta sicurezza per staccarsi, piuttosto che obbligarlo a un distacco forzato che potrebbe portargli insicurezze future», sostiene la dottoressa Bozza. Se tieni conto di ciò, non vivrai più l’ora del sonno con ansia, come l’ennesimo sbaglio educativo, ma come un momento di vicinanza allargata, un potente ansiolitico contro l’insonnia.
L’IMPORTANTE È LA CONDIVISIONE
La scelta di far dormire il piccolo con voi deve essere condivisa da entrambi. Se siete tutti e due d’accordo, diventa un’abitudine come tante, una specie di rito familiare che crea un clima sereno e tranquillo, propizio a favorire il sonno di tutti. «Del bebè, che riposerà meglio dato che si sente accolto da mamma e papà; degli adulti, che non vivono il figlio in mezzo a loro come una costrizione e un’intrusione alla loro intimità», suggerisce l’esperta.