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Anche tu sei allergica all’ambrosia?

In questa stagione, naso che cola e occhi che bruciano possono segnalare una sensibilit­à ai pollini della pianta. Ecco cosa fare

- di Valentino Maimone

L’ambrosia è una pianta erbacea, originaria del Nord America e molto diffusa nel nostro Paese, che scatena forti reazioni allergiche. Proprio verso la fine di agosto, l’aria comincia a riempirsi delle mircropart­icelle del suo polline, trasportat­e dal vento. «La Lombardia è la zona più colpita, ma sono ad alto rischio anche il Piemonte, il Friuli Venezia-Giulia, il Veneto, la Toscana, l’Emilia-Romagna, le Marche e l’Abruzzo», elenca il dottor Paolo Bottero, allergolog­o e immunologo a Magenta (Milano). Un esperto ha studiato a fondo il fenomeno, rilevando l’esistenza di molti pazienti monosensib­ili, cioè sensibili soltanto al polline dell’ambrosia.

PERCHÉ È SEMPRE PIÙ DIFFUSA L’allergia all’ambrosia miete sempre più vittime, perché la pianta si sviluppa soprattutt­o nei terreni incolti, che negli ultimi quarant’anni anni sono aumentati a dismisura per colpa dello sviluppo urbano incontroll­ato. Precisa il dottor Bottero: «Secondo un’indagine congiunta della Asl Milano 1 e dell’ospedale di Magenta, nel 2013 oltre il 16% degli abitanti della zona Nord ovest di Milano e provincia (una delle più colpite d’Europa) era allergico all’ambrosia».

I SINTOMI CUI PRESTARE ATTENZIONE «Come qualunque altra pollinosi, la reazione allergica si manifesta con rinite, congiuntiv­ite, tosse secca, prurito al naso e alla gola e, nei casi più gravi, asma o orticaria», spiega l’allergolog­o. «Rispetto altre forme di pollinosi, l’ambrosia provoca disturbi particolar­mente intensi per la grande quantità di polline disperso nell’atmosfera, superiore a quella di ogni altra pianta. E si sa che maggiore è l’esposizion­e, più eclatanti sono i sintomi». Se poi si pensa che la fioritura prosegue fino a ottobre inoltrato, ecco spiegato il forte disagio di chi ha sviluppato una sensibilit­à ai suoi pollini, che può insorgere anche all’improvviso.

LE CURE DA SEGUIRE

«La terapia prevede antistamin­ici e cortisonic­i inalatori, uniti a spray broncodila­tatori in caso di asma. Non vanno assunti al bisogno ma presi per almeno un mese, indipenden­temente dalla presenza di crisi allergiche», raccomanda il dottor Bottero. «Superato il periodo critico, l’allergolog­o dovrà prescriver­e il prick test, uno specifico esame del sangue teso a confermare la diagnosi di allergia all’ambrosia. In questo caso, può essere indicato programmar­e il vaccino a partire dalla primavera successiva, con iniezioni sottocutan­ee o gocce sublingual­i», conclude l’esperto.

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 ??  ?? Consulta gratis il nostro esperto DOTT. PAOLO BOTTERO Allergolog­o e immunologo a Magenta (MI) Scrivigli a: starbene@ mondadori.it
Consulta gratis il nostro esperto DOTT. PAOLO BOTTERO Allergolog­o e immunologo a Magenta (MI) Scrivigli a: starbene@ mondadori.it

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