Tutta la verità su...
Spesso scelti come migliore fonte di proteine in alternativa alla carne, in realtà non sono così “light” e nemmeno così nutrizionalmente validi. Scopri perché
Gli hamburger di soia
Vanno di moda gli hamburger di soia e non solo fra i vegetariani: anche molti onnivori li alternano alle proteine animali, pensando di consumare un alimento genuino. Ma ciò che è vegetale è automaticamente sano? Facciamo chiarezza con la dottoressa Sara Ciastellardi, nutrizionista e omeopata a Livorno, Pisa e Grosseto.
NON SERVONO ALLA DIETA
Questi prodotti non fanno ingrassare meno della carne: un burger di soia ha circa 130 calorie, come un filetto di medie dimensioni. «E la carne è più sana: la gran parte degli hamburger vegetali, infatti, oltre alla soia contiene grassi scadenti, esaltatori di sapidità come il glutammato, sale, coloranti, conservanti e zuccheri. È vero, con la carne rossa non bisogna esagerare perché ha tanti grassi saturi, ma per fare scorta di proteine è meglio una buona bistecca, da alternare a legumi, pesce e uova, rispetto a un prodotto di soia lavorato», chiarisce Sara Ciastellardi.
TUTTO UN ALTRO ALIMENTO
La soia che arriva sulle nostre tavole non è come quella delle ricette tradizionali: «In Oriente si usa soia fermentata, mentre da noi abbondano cibi industriali a base di proteine isolate, ovvero di polveri», spiega l’esperta. Una differenza importante: «Anche se ben lavata e cotta a lungo, la soia non fermentata contiene composti “antinutrienti” che ostacolano la sintesi delle proteine e l’assorbimento di minerali - calcio, ferro e zinco - e di alcune vitamine».
C’È ANCHE UN RISCHIO ORMONALE Infine, va fatta attenzione agli isoflavoni della soia: «Hanno una struttura analoga a quella di un estrogeno usato per ridurre i sintomi della menopausa. Ma è ormai assodato che troppi ormoni non giovano alla salute: nelle donne sale il rischio di tumore al seno e di disfunzioni delle ovaie; nell’uomo si altera la funzionalità dei testicoli. E in entrambi i sessi possono essere compromesse la secrezione degli ormoni sessuali e l’attività della tiroide», avverte la professoressa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di senologia dell’ospedale Sant’Andrea di Roma.