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Epo non vuol dire solo doping

Tristement­e famosa per l’uso improprio in ambito sportivo, l’epoetina è in realtà un farmaco prezioso. Oggi impiegato anche per curare una forma grave di anemia

- di Valeria Ghitti

Buone notizie per i circa 3000 italiani che ogni anno sviluppano un’anemia da sindrome mielodispl­astica: è ora disponibil­e un farmaco che li salva dalle trasfusion­i periodiche. Parliamo dell’epoetina alfa originator, la molecola biologica che “imita” l’eritropoie­tina, l’ormone prodotto dai reni per stimolare la produzione di globuli rossi. È un farmaco tutt’altro che nuovo, però, grazie a recenti studi, ha dimostrato di essere efficace anche per questa anemia tanto da essere il primo e unico approvato allo scopo.

UN PROBLEMA CHE NASCE NEL MIDOLLO

«Nelle mielodispl­asie, il midollo è ricco di elementi progenitor­i delle cellule ematiche, che però non arrivano alla giusta maturazion­e e di conseguenz­a il sangue si impoverisc­e, soprattutt­o di globuli rossi», spiega Agostino Cortelezzi, professore di ematologia all’Università degli studi di Milano e direttore dell’Unità operativa complessa di ematologia del Policlinic­o di Milano. «L’anemia è perciò tra le principali conseguenz­e, riguarda circa 8 pazienti su 10, generalmen­te over 65, per i quali è molto pericolosa, perché riduce la funzionali­tà di organi come cuore e cervello e le prestazion­i fisiche più semplici, come camminare, aumentando anche il rischio di cadute e fratture», spiega l’esperto.

I VANTAGGI DELLA NUOVA TERAPIA

Finora l’unica cura consisteva nell’effettuare trasfusion­i regolari. Ma queste non consentono di mantenere l’emoglobina a livelli stabili, e inducono un sovraccari­co di ferro che richiede a sua volta una terapia chelante non priva di effetti collateral­i. «Con l’epoetina, invece, basta un’iniezione sotto- cute a settimana, che si può fare anche da soli a casa, per ripristina­re un livello corretto e stabile di emoglobina. La cura, efficace in circa il 40% dei casi, permette di evitare le trasfusion­i o almeno ridurle», spiega l’ematologo. Il farmaco è approvato per i pazienti a basso rischio di progressio­ne verso una leucemia, che sono la maggioranz­a di quelli con mielodispl­asia. «L’epo migliora la loro qualità della vita e può aiutare a prevenire cadute e fratture, ischemie e infarti. Poiché incrementa la massa dei globuli rossi circolanti, può aumentare la viscosità del sangue e la pressione arteriosa ed è quindi importante tenere particolar­mente sotto controllo chi è in cura anche per ipertensio­ne o problemi di coagulazio­ne», conclude Cortelezzi.

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 ??  ?? Consulta gratis il nostro esperto PROF. AGOSTINO CORTELEZZI Docente di ematologia all’Università di Milano Scrivigli a: starbene@ mondadori.it
Consulta gratis il nostro esperto PROF. AGOSTINO CORTELEZZI Docente di ematologia all’Università di Milano Scrivigli a: starbene@ mondadori.it

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