Epo non vuol dire solo doping
Tristemente famosa per l’uso improprio in ambito sportivo, l’epoetina è in realtà un farmaco prezioso. Oggi impiegato anche per curare una forma grave di anemia
Buone notizie per i circa 3000 italiani che ogni anno sviluppano un’anemia da sindrome mielodisplastica: è ora disponibile un farmaco che li salva dalle trasfusioni periodiche. Parliamo dell’epoetina alfa originator, la molecola biologica che “imita” l’eritropoietina, l’ormone prodotto dai reni per stimolare la produzione di globuli rossi. È un farmaco tutt’altro che nuovo, però, grazie a recenti studi, ha dimostrato di essere efficace anche per questa anemia tanto da essere il primo e unico approvato allo scopo.
UN PROBLEMA CHE NASCE NEL MIDOLLO
«Nelle mielodisplasie, il midollo è ricco di elementi progenitori delle cellule ematiche, che però non arrivano alla giusta maturazione e di conseguenza il sangue si impoverisce, soprattutto di globuli rossi», spiega Agostino Cortelezzi, professore di ematologia all’Università degli studi di Milano e direttore dell’Unità operativa complessa di ematologia del Policlinico di Milano. «L’anemia è perciò tra le principali conseguenze, riguarda circa 8 pazienti su 10, generalmente over 65, per i quali è molto pericolosa, perché riduce la funzionalità di organi come cuore e cervello e le prestazioni fisiche più semplici, come camminare, aumentando anche il rischio di cadute e fratture», spiega l’esperto.
I VANTAGGI DELLA NUOVA TERAPIA
Finora l’unica cura consisteva nell’effettuare trasfusioni regolari. Ma queste non consentono di mantenere l’emoglobina a livelli stabili, e inducono un sovraccarico di ferro che richiede a sua volta una terapia chelante non priva di effetti collaterali. «Con l’epoetina, invece, basta un’iniezione sotto- cute a settimana, che si può fare anche da soli a casa, per ripristinare un livello corretto e stabile di emoglobina. La cura, efficace in circa il 40% dei casi, permette di evitare le trasfusioni o almeno ridurle», spiega l’ematologo. Il farmaco è approvato per i pazienti a basso rischio di progressione verso una leucemia, che sono la maggioranza di quelli con mielodisplasia. «L’epo migliora la loro qualità della vita e può aiutare a prevenire cadute e fratture, ischemie e infarti. Poiché incrementa la massa dei globuli rossi circolanti, può aumentare la viscosità del sangue e la pressione arteriosa ed è quindi importante tenere particolarmente sotto controllo chi è in cura anche per ipertensione o problemi di coagulazione», conclude Cortelezzi.