Le storie di chi ha fatto il salto
In questi tempi dai ritmi sincopati, ma anche ricchi di stimoli e opportunità, c’è chi ha la forza di inventarsi un lavoro. E, per esempio, utilizza il buon cibo e la propria casa per favorire la socializzazione reale (non virtuale) tra persone che non si conoscono. È il progetto di Ma Hidden Kitchen Supper Club di Emanuele Nardoni e Melissa Arroni che, dopo un viaggio negli Stati Uniti, decidono di creare un Supper Club nella loro casa milanese. «Organizziamo cene, ma anche degustazioni enogastronomiche o corsi di cucina, in casa e con un’atmosfera familiare», spiega Melissa Arroni. «Lo scopo è quello di favorire l’incontro tra persone che non si conoscono in un’atmosfera intima e rilassata, come se si andasse a cena da amici».
Oppure c’è chi molla un lavoro sicuro in banca per fare il giro del mondo senza prendere l’aereo e aprire un blog molto speciale. È la storia di Claudio Pelizzeni, 32 anni e di Trip Therapy
(triptherapy.net). «Volevo riappropriarmi delle distanze, attraversare confini, entrare in un contatto più vero e profondo con le realtà locali e le diverse popolazioni», racconta. Dopo il giro del mondo, durato 1000 giorni, Claudio non ha più smesso di viaggiare, almeno con la mente, e il suo blog è diventato un punto di riferimento anche per chi considera il viaggio una terapia (nel vero senso della parola), essendo lui diabetico dall’età di 9 anni e quindi costretto a una sfida in più: superare il limite di una malattia che comporta iniezioni di insulina, controlli regolari della glicemia e attenzione all’alimentazione.