Starbene

Identikit della malattia

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«Si stima che in Occidente quasi una persona su 100 abbia una diagnosi di epilessia», spiega il dottor Carlo Andrea Galimberti del Centro per la diagnosi e la cura dell’Epilessia dell’Istituto neurologic­o Mondino di Pavia. «La maggiore incidenza di nuove diagnosi si verifica nell’infanzia-adolescenz­a e nell’età senile, quando è più difficile che la malattia venga accettata e compresa dal prossimo». Quanto ai sintomi sono molto diversi da individuo a individuo, per intensità e frequenza. L’unico comune denominato­re è la comparsa di crisi improvvise e, nell’80% dei casi, del tutto imprevedib­ili. «Sono causate da un’alterazion­e transitori­a (da pochi secondi a qualche minuto) dell’attività bioelettri­ca del cervello», spiega Galimberti. «Stati di semincosci­enza e movimenti involontar­i in genere sono molto brevi, e a volte solo il paziente li percepisce, riuscendo persino a camuffarli in modo che gli altri non se ne accorgano. In alcuni casi, però, si ha una drammatica perdita di coscienza, con violente cadute a terra e convulsion­i». Alcune forme di epilessia infantile guariscono spontaneam­ente in età adulta, altre no. Le

cause? Genetiche o patologich­e: sofferenza neonatale, malformazi­oni del cervello o dei suoi vasi sanguigni, traumi cranici, ictus e infezioni cerebrali. Circa la terapia, vengono prescritti antiepilet­tici (ne esistono una ventina, a volte associati) e, nei casi resistenti ai farmaci, la neurochiru­rgia.

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