Starbene

LA FORZA DI CHI NON ACCETTA PROVOCAZIO­NI

- SABRINA BARBIERI Vicedirett­ore di Starbene

Giovane, carina. È salita sull’autobus urlando. Ce l’aveva con l’autista, con tutti gli autisti di Milano e con l’azienda dei trasporti perché aveva aspettato alla fermata più di venti minuti. Si è piazzata accanto al conducente, rovesciand­ogli addosso parole di fuoco. L’ha provocato per almeno un quarto d’ora, il tempo che è durato il mio viaggio, ma lui niente. Guidava all’apparenza sereno. Poi sono scesa. Non so cosa sia successo, però le urla della ragazza si erano già indebolite. L’autista, grazie alla sua calma, stava vincendo quell’assurdo match.

È la forza della mansuetudi­ne (ne parliamo a pagina 84). Chi è docile e non reagisce a insulti e prepotenze spesso è considerat­o debole. Invece, saper controllar­e le emozioni (come la giusta rabbia che il conducente di certo stava provando) è segno di padronanza di sé. E non è un dono del cielo, è un atteggiame­nto che si può imparare. Ce la possiamo fare tutti. L’importante è sopprimere il bisogno di prevalere su chi in quel momento cerca il conflitto. Proprio nell’attimo in cui ci si sente attaccati e la furia sale, bisogna imporsi una pausa. Fermarsi un attimo a decidere cosa vogliamo fare di queste emozioni negative. Dare loro un seguito passando all’offensiva? O rispondere con pacatezza, in linea con il tipo di persona (mite) che vogliamo essere e con il tipo di relazioni (paritarie) che vogliamo instaurare? Non è per niente semplice. Qualcuno per indole ci riesce meglio, qualcuno fatica di più. Ma a pagina 86 c’è un consiglio che si può subito mettere in pratica per spegnere i conflitti sul nascere: «Immagina che chi ti provoca (tuo figlio che fa i capricci, un collega che si vanta) ti stia lanciando una palla per indurti a giocare con lui. Immagina di lasciarla cadere a terra: perché dovresti afferrarla, dato che appartiene a lui, non a te? È probabile che l’istigatore riproverà a coinvolger­ti, al che tu continuera­i imperterri­ta nella tua risposta passiva. Vedrai che, a lungo andare, lui si stancherà e smetterà».

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