IL CRESCIONE D’ACQUA
Se vuoi dare sprint alle tue ricette, è il momento giusto per piantare quest’insolita aromatica
In Inghilterra il crescione d’acqua dello Hampshire è così amato da essere diventato addirittura presidio Slow food. E anche da noi le sue qualità cominciano ad essere apprezzate. «Il suo nome botanico è Nasturtium officinale, ed è un piccolo cespuglio», spiega Enrico Parolo, titolare del vivaio Geel Floricoltura (geelfloricultura.it). «L’autunno è un buon momento per piantarlo, perché non ama il caldo estivo mentre può sopportare il freddo invernale. L’ideale, in questa stagione, è comprare una piantina già pronta, ma si può anche interrare il seme e cominciare a usare in cucina le prime foglioline dopo un mese e mezzo».
FACILE DA COLTIVARE SUL BALCONE
Ama l’ombra e l’umidità, infatti cresce spontaneo lungo i corsi d’acqua. Scegli quindi un angolo luminoso ma senza sole diretto. Se compri un vasetto, togli le radici in eccesso e metti la piantina in un vaso con del terriccio universale. Il vaso può anche non superare i 20 cm di diametro, l’importante è ricordarsi di innaffiarlo spesso perché il terreno deve rimanere sempre molto umido. Se parti da zero, spargi i semini, ricoprili con pochissima terra e bagna molto ma delicatamente. Quando avranno prodotto 4 foglie, togli le piantine meno belle e in salute per permettere alle altre di crescere meglio. Quando il freddo si farà intenso, la pianta non produrrà più nuove foglie, ma non morirà. Se non si verificano gelate persistenti, la vegetazione rispunterà in primavera.
APPETITOSO IN CUCINA
«Leggermente piccante, il crescione ha un sapore che ricorda quello del rafano e lascia in bocca un retrogusto balsamico», spiega Cesare Battisti, chef patron del ristorante milanese Ratanà. «Il modo più semplice per gustarlo è aggiungerlo alle insalate o alle minestre: ne bastano poche foglie per cambiare completamente il sapore di un piatto. Si abbina bene con la carne, per esempio sopra un carpaccio. Si può anche usare per preparare un pesto, che io utilizzo per mantecare e valorizzare il risotto. L’importante è servirlo crudo o aggiungerlo a fine cottura, così non si perdono le proprietà benefiche».