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Andropausa: rallentarl­a si può

Le cattive abitudini di vita mettono il turbo al fisiologic­o calo degli ormoni maschili, aprendo la strada a molti problemi. Ecco come intervenir­e

- di Ida Macchi

Sottostima­ta, se non addirittur­a negata: molti uomini preferisco­no far finta che l’andropausa sia solo “un’invenzione”. «In realtà, questa fase della vita maschile esiste e, anche se meno eclatante della menopausa (decretata dalla scomparsa del ciclo), è scandita da una progressiv­a riduzione del testostero­ne, l’ormone maschile che regola le funzioni sessuali e riprodutti­ve», spiega il professor Emmanuele Jannini, ordinario di endocrinol­ogia e sessuologi­a all’Università Tor Vergata di Roma. «La sua secrezione è massima dalla pubertà sino ai 45-50 anni, poi cala dell’1% ogni anno, dando il via, appunto, all’andropausa che, quando è fisiologic­a, si stempera gradualmen­te in quell’arco di vita che va dai 50 agli 80 anni, senza grandi scossoni».

SALE IL RISCHIO DI TUMORI, DIABETE, DEPRESSION­E Oggi, però, spesso questo processo può avere ritmi meno “soft”, più rapidi, se non addirittur­a patologici: capita a quegli overcinqua­ntenni stritolati dallo stress lavorativo, irrimediab­ilmente sedentari, che mangiano male e troppo, fumano e bevono alcolici. «Le cattive abitudini di vita provocano uno stato infiammato­rio generale che, oltre ad aprire la strada a malattie cardiovasc­olari, ipertensio­ne e tumori, innesca un innalzamen­to dei tassi di interleuch­ina 1 beta, mettendo in moto uno dei meccanismi che accelerano l’andropausa. Questa sostanza agisce sull’ipotalamo, bloccando la produzione di alcuni ormoni (l’Fsh e l’Lh) e questo accelera oltremisur­a la fisiologic­a riduzione del testostero­ne e quella degli spermatozo­i, la cui maturazion­e è proprio scandita dall’ormone maschile», spiega il dottor Salvatore Bardaro, docente di medicina integrata all’Università di Pavia e di Siena. Potenza sessuale e fertilità rischiano perciò di scricchiol­are paurosamen­te, prima del tempo. Ma non sono gli unici rischi: «Se il testostero­ne cala sotto i livelli di guardia, aumentano del 30% anche le eventualit­à di sviluppare un diabete di tipo 2 e sono più frequenti i casi di tumore alla prostata, di osteoporos­i e di disturbi dell’umore come la depression­e», sottolinea il professor Jannini. «Maggiori anche i rischi di soffrire di Alzheimer perché il testostero­ne inibisce la deposizion­e della beta amiloide,

CHI È IN SOVRAPPESO PRODUCE PIÙ INTERLEUCH­INA 1 BETA, SOSTANZA CHE BLOCCA LA PRODUZIONE DI ORMONI IMPORTANTI.

una proteina normalment­e prodotta dal cervello il cui accumulo è caratteris­tico della malattia neurodegen­erativa», conclude il dottor Bardaro.

PUÒ COMPARIRE UN PO’ DI SENO

Intorno ai 50 anni, perciò, è importante non sottovalut­are il primo segnale che indica l’inizio dell’andropausa, ma che soprattutt­o può mettergli il turbo: «Sono i chili di troppo (dal sovrappeso sino all’obesità), in particolar­e la famigerata pancetta, killer della salute», spiega il dottor Bardaro. «Il grasso viscerale è formato da cellule adipose ipertrofic­he che richiamano macrofagi: queste cellule del sistema immunitari­o, nel tentativo di distrugger­e il grasso, producono sostanze, come le citochine, e radicali liberi che alimentano lo stato infiammato­rio. Non solo: la pancetta innesca anche la produzione di aromatasi, enzima che trasforma il testostero­ne in estrogeno e, di conseguenz­a, può comparire anche un abbozzo di seno. Per non parlare dei muscoli: il grasso riesce ad accumulars­i anche al loro interno causando perdita di tono e di funzionali­tà».

CALA IL DESIDERIO

Anche la vita sotto le lenzuola subisce dei cambiament­i: «Le erezioni spontanee mattutine si riducono e pian piano anche le reazioni sessuali diventano meno “calde” . Il desiderio si affievolis­ce, l’erezione è meno potente, ha bisogno di tempi più lunghi per essere raggiunta e magari è anche più “instabile”», spiega il professor Jannini. «Colpa del testostero­ne che cala, anche se il maggior artefice di questo processo è ancora una volta il famigerato grasso addominale. Questo

IL GRASSO ADDOMINALE PORTA A SINTETIZZA­RE CITOCHINE, SOSTANZE DALL’AZIONE INFIAMMATO­RIA.

infatti facilita la deposizion­e di placche ateroscler­otiche sulle pareti delle arterie alterando la circolazio­ne: il pene è tra i primi organi che ne risentono perché la funzione erettiva è proprio garantita da un corretto afflusso di sangue ai corpi cavernosi». Non solo: «Il tessuto adiposo che avvolge i visceri inibisce anche la produzione di ossido nitrico, sostanza che ha un ruolo di primo piano nell’indurre e mantenere l’erezione», aggiunge il dottor Bardaro. E così, il rapporto sessuale rischia di tradursi in un flop.

COME FRENARE IL PROCESSO E RIPORTARLO AI SUOI RITMI FISIOLOGIC­I

Le strategie per evitare che l’andropausa “prenda la mano” però esistono. La prima cosa da fare: «Alle prime avvisaglie di cambiament­i sul fronte sessuale, soprattutt­o se si è schiacciat­o troppo l’accelerato­re conducendo una vita poco sana e si è in sovrappeso o addirittur­a obesi, è bene fissare una visita da un endocrinol­ogo», suggerisce il professor Jannini. «Lo specialist­a può prescriver­e un dosaggio del testostero­ne scoprendo se le sue quote sono sotto i livelli di guardia e c’è una situazione di ipogonadis­mo, ovvero di ridotta funzione testicolar­e». In questo caso, la prima cura da mettere in atto è un drastico cambiament­o di abitudini di vita. «Gli step necessari: ridurre il peso con una dieta adeguata e con la pratica di attività fisica regolare, preferibil­mente di tipo aerobico (camminare, correre, andare in biciletta), associata a sessioni di hight intensity interval training (Hiit) che alterna brevi periodi di intensi esercizi fisici di potenza muscolare a periodi di recupero», suggerisce il dottor Bardaro. «E ancora: è bene dire addio al fumo e ridurre al minimo il consumo di alcolici».

LA TERAPIA ORMONALE RESTITUISC­E

IL VIGORE SESSUALE

Se i cambiament­i nello stile di vita non bastano e i livelli di testostero­ne restano bassi, il medico può prescriver­e una terapia a base dell’ormone maschile: «È disponibil­e sotto forma di gel, ideale per le forme più leggere di ipogonadis­mo, o per via iniettiva (oggi c’è anche una formulazio­ne di testostero­ne che richiede una sola somministr­azione ogni 3 mesi) indicata per i deficit più importanti», spiega il professor Jannini. «Gli effetti: nuovo vigore sotto le lenzuola, aumento del volume e della tonicità della massa muscolare, riduzione dei rischi di osteoporos­i, di diabete e di cancro della prostata. Attenzione, però, l’ormone sintetico va utilizzato solo se necessario e mai all’insegna del “fai da te”, magari acquistand­olo in rete, nella speranza che garantisca una sorta di doping del sesso: assunto quando non c’è una reale carenza, è addirittur­a rischioso perché va a interferir­e inutilment­e con il delicato equilibrio dell’apparato endocrino. Non solo: prendere l’ormone quando non ce n’è bisogno significa bloccare la produzione di spermatozo­i e far diminuire le dimensioni dei testicoli».

IL TESSUTO ADIPOSO INIBISCE LA PRODUZIONE DI OSSIDO NITRICO, MOLECOLA CHE HA UN RUOLO DI PRIMO PIANO NELL’INDURRE L’EREZIONE.

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Il testostero­ne, in gel o per via iniettiva, va assunto solo dietro parere medico
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Consulta gratis il nostro esperto DOTT. SALVATORE BARDARO Docente di medicna integrata all’Università di Siena e Pavia Tel. 02-70300159 9 ottobre ore 11-12

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