Come funziona la comunicazione prenatale
L’impatto positivo della comunicazione prenatale sullo sviluppo della personalità e sul rafforzamento dell’autostima è stato studiato per la prima volta all’inizio degli anni Novanta dal dottor Jenoe Raffai in seguito alle sue ricerche psicoanalitiche su giovani pazienti psichiatrici.
Ma in cosa consiste questo metodo? Chiamato “Prenatal Bonding”, cioè legame prenatale, si può praticare a partire dalla ventesima settimana di gravidanza. Distesa e in posizione rilassata, la donna è indotta a uno stato ipnotico che le consente di concentrarsi sul respiro, sulle sensazioni del corpo e sulle emozioni. Con il supporto del terapeuta sviluppa pensieri nella forma di immagini che trasmette al nascituro creando una sorta di “cordone” emozionale. Questa pratica, secondo uno studio su oltre 4mila donne incinte, inciderebbe in maniera positiva sullo sviluppo del feto e sulla successiva crescita della personalità del bambino, aiutandolo a superare il trauma della nascita oltre che stimolandone il cervello, la curiosità e la fiducia in se stesso. In parallello, durante l’ipnosi si sviluppa anche la sensibilità della madre, che le consente di percepire lo stato di benessere psicofisico del nascituro in modo da alleviare eventuali sofferenze.